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 2014  ottobre 01 Mercoledì calendario

L’intruso arrivato al cuore della Casa Bianca

Omar Gonzalez, l’intruso della Casa Bianca, è stato bloccato per caso. Da un agente che aveva appena «staccato» dal suo turno e se ne stava andando. Fortuna ha voluto che l’uomo del Secret Service fosse nella East Wing, vicino alla sala verde, uno degli ambienti usati per i ricevimenti. Dopo una breve colluttazione ha bloccato il veterano responsabile della clamorosa «infiltrazione».
Il dettaglio è emerso in parallelo con la deposizione al Congresso di Julia Pierson, la direttrice del Secret Service, chiamata a rispondere dell’incredibile serie di buchi nella rete di sicurezza. Lei si è assunta tutte le responsabilità, quindi ha promesso che «non accadrà più». I congressisti hanno risposto chiedendo fatti ed esprimendo dubbi sulle sue doti di leadership. Giustamente hanno sottolineato che è inaccettabile quanto è accaduto.
Le ultime indiscrezioni hanno svelato che Gonzalez, un ex soldato con problemi mentali e un arsenale nella sua auto, non solo ha superato senza problemi la cancellata della residenza ma è riuscito a entrare attraversando numerose stanze. La guardia che era sulla porta del patio ha provato a fermarlo, però è stata travolta. E non ha potuto neppure attivare il sistema d’allarme in quanto lo avevano disattivato. Ogni tanto scattava da solo e «procurava fastidio». E’ chiaro che se invece del coltello che aveva in tasca fosse stato armato avrebbe potuto fare danni seri. Episodio che si è aggiunto ad altri compreso quello del 2011 quando un giovane ha sparato contro le finestre della Casa Bianca. La sicurezza ha impiegato quattro giorni per capire che si era trattato di un attentato. Caso sul quale era stato messo un coperchio e che è emerso solo di recente.
Julia Pierson ha ricordato che in cinque anni si sono verificati ben 16 casi di persone che sono riuscite a entrare nel parco della Casa Bianca. E cinque solo nel 2014. Persone che hanno violato almeno due dei cerchi di difesa. Il Secret Service ha deciso una revisione completa delle misure di sicurezza. Un congressista, ieri, è stato diretto ed ha chiesto perché gli agenti non abbiano sparato immediatamente sull’intruso non appena ha messo piede nel giardino. Il presidente — è il messaggio chiaro — va difeso con ogni mezzo.