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 2014  settembre 11 Giovedì calendario

Biografia di Federico Fiumani

• Osimo (Ancona) 7 maggio 1960. Cantautore e scrittore.
• Vive dall’età di cinque anni a Firenze, dove nel 1980 ha fondato i Diaframma, con Litfiba, Moda e Underground Life gruppo di punta di quello che venne definito “Nuovo rock italiano”, poi diventati una sorta di eteronimo dello stesso chitarrista da quando, nel 1989, unico componente rimasto della formazione originale, oltre che a scriverne i brani divenne anche il cantante.
• Parallelamente all’attività musicale (16 album all’attivo), ha pubblicato tre libretti di poesie in seguito riuniti nel volume Odio Springsteen e gli U2 (Coniglio editore 2011). Per lo stesso editore erano già usciti Dov’eri tu nel ’77 (2006) e l’autobiografia «a frammenti» Brindando coi demoni (2007). «Non sono diventato quello che volevo diventare. Ma va bene lo stesso».
• Considera Alberto Moravia «il mio maestro». A lui ha dedicato il brano del 2001 La rivolta: «Lui provava sempre un’innata simpatia per la rivolta».
• Fortemente attratto dalle donne in carne («Con due bocce così») e dal simbolismo: alcune copertine dei dischi dei Diaframma sono quadri di Tranquillo Cremona, pittore simbolista tra i fondatori della Scapigliatura.
Il futuro sorride a quelli come noi, titolo di una sua canzone e dell’album omonimo del 2001, è diventato uno slogan scritto su alcuni striscioni della Fiorentina. «Ne sono orgoglioso, un po’ come lo era John Lennon quando seppe che allo stadio cantavano la sua All Together Now».
• Estimatore di Prandelli: «Diventai tifoso del Verona allenato da lui sei anni fa quando, da terzultimo in classifica che era, disputò tutto il girone di ritorno senza mai perdere arrivando all’Intertoto Uefa. Adesso che allena la Fiorentina sono diventato simpatizzante dei Viola, che prima non avevo mai amato. Prandelli è l’unico allenatore al mondo le cui squadre oltre che buon gioco e risultati esprimono felicità» [da Brindando coi demoni, Coniglio 2007, p.124].
• A calcio giocava come portiere: «Un ruolo eroico. Il portiere è un uomo solo, pieno di pensieri. Il portiere è un uomo “indiretto” per dirla alla Parise».
• «Tutto il nostro affetto e riconoscenza va a un artista così, al fatto che ci sia e ci sia ancora, che canti canzoni italiane fatte in questo modo e suonate come fa lui. Ci sembra un grande antidoto sotto forma d’essere umano, ci pare anche un esempio di stile e perfino un modello che bisognerebbe fare arrivare a quelli più piccoli, come una possibile alternativa, come l’eventualità di un percorso che eviti la vita a eliminazione del mondo “X-Factor”. Poi c’è tutto un discorso sulla voluta, acclarata imperfezione in cui Fiumani vive la sua musica, la frugalità – che a tratti dispiace – nel trattamento di certi brani, quella voracità che gli fa pubblicare dischi come noccioline, preoccupandosi sempre troppo poco di venderne almeno la metà di quanto meriterebbero. Ma il quadro chiamato Diaframma è fatto così, è un fotogramma mosso, è un gesto da sentire e vedere ed è anche un piccolo episodio d’eroismo del quale ci dichiariamo, periodicamente, fedeli fans» (Stefano Pistolini) [Fog 3/12/2013].
• «A volte mi capita di scrivere canzoni e poi di abbandonarle, non ritenendole in linea con le altre. Mi sembrano, generalmente, troppo leggere e deboluccie. Poi ci ripenso, e proprio perché deboluccie e leggere, le incido».
• «Vorrei che la gente venisse a vedermi ai concerti con lo stesso spirito con il quale va a vedere allo zoo certi animali in via d’estinzione».
(a cura di Massimo Zanaria)