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 2014  settembre 11 Giovedì calendario

C’è una coppia di nomi che occupa da qualche giorno parecchio spazio sui giornali: Matteo Ricucci e Stefano Bonaccini

C’è una coppia di nomi che occupa da qualche giorno parecchio spazio sui giornali: Matteo Ricucci e Stefano Bonaccini.

Chi sono?
Beh, almeno di Matteo Ricucci avrà sentito parlare qualche volta. È un bel giovane di Modena, renziano assai convinto della prima ora, protagonista alla Leopolda, con Renzi anche nelle primarie contro Bersani (quelle perse). Eletto nel consiglio regionale emiliano, ne è stato presidente e poi nel 2013 è entrato in Parlamento. Da ultimo, s’è un po’ allontanato dal premier-segretario ed è chiaro che ha in mente un suo percorso che sarà interessante capire. Bonaccini è meno famoso: era un bersaniano convinto, poi s’è avvicinato a Renzi, adesso è segretario emiliano del Pd.  

Beh, che hanno combinato i due?
S’erano messi in gara per diventare governatori dell’Emilia alle prossime elezioni. Ricorderà che in Emilia c’è stato il pasticcio Vasco Errani: eletto governatore tre volte consecutive, in base a un’interpretazione della legge discutibile ma ammessa, l’8 luglio è stato condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) per una faccenda complicata di cui le basterà sapere che c’erano di mezzo dei soldi arrivati dalla Regione a suo fratello. Per scegliere il candidato-governatore delle prossime elezioni, il Pd ha deciso di ricorrere alle primarie, fissate per il 28 settembre. Corrono, appunto, i due sopracitati e un terzo incomodo che si chiama Roberto Balzani ed è stato sindaco di Forlì. Renzi ha l’aria di disinteressarsi della faccenda, anche se i giornali ogni tanto scrivono che a governare l’Emilia potrebbe finire l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, medico di Reggio Emilia e poi sindaco della sua città, celebre per essere padre di nove figli: Delrio, renziano convinto sulle prime, avrebbe parecchio raffredato il suo ardore per il premier - si dice - che a questo punto - si dice - preferirebbe liberarsene e spedirlo a Bologna. Fino ad ora questa mossa sembrava pura accademia gossipparo-giornalistica, adesso è diventata d’attualità perché la magistratura bolognese (pm Morena Piazzi e Antonella Scandellari, supervisione del procuratore Roberto Alfonso) ha spedito un’avviso di garanzia sia a Richetti che a Bonaccini, designandoli come indagati nell’inchiesta “Spese pazze”.  

L’inchiesta “Spese pazze”, suppongo, mette il dito nella piaga dei soldi buttati dalla finestra dai consiglieri regionali.
Sì, sono indagati tutti e otto i gruppi (compreso il M5S) e l’indagine non è chiusa. Richetti, accusato anche da quelli di Cinquestelle per l’uso delle auto blu (c’è su questo un’altra indagine giudiziartia), ha nel suo curriculum un importante contributo alla soppressione dei vitalizi dei consiglieri regionali emiliani ed è stato tra i promotori del taglio ai rimborsi dei consiglieri regionali e di tutte le norme anti-casta. Saputo dell’avviso di garanzia, ha immediatamente abbandonato la corsa per le primarie (dove peraltro era dato perdente). Il favorito Bonaccini invece non si è ritirato, ieri è stato due ore dai magistrati per informarli del suo punto di vista sui fatti e ai giornali ha dichiarato: «Ho girato con una Seat Ibizia e l’ho cambiata un anno fa a 345 mila chilometri in quattro anni. E da un anno ho una nuova Seat che ha già 80 mila chilometri. Mi accusano di una piccolezza, una cosa assurda, ma non voglio commentare, voglio chiarir. Dalle inchieste si può uscire più puliti di prima. Avrei approfittato di quanto? Di poche centinaia di euro... io giro sempre da solo per il partito, non ho mai coinvolto nessun dipendente regionale, ma di cosa mi accusano?».  

Quindi a questo punto Renzi potrebbe approfittarne per mettere in pista un candidato scelto da Roma?
Per esempio, Delrio. Oppure il ministro del lavoro Poletti, imolese. Alla fine del Porta a porta dell’altra sera, i cronisti hanno cercato di farsi fare una dichiarazione da Renzi sul pasticcio emiliano, ma Renzi non ha voluto parlarne. La base non è per niente contraria a una soluzione romana. Alla Festa dell’Unità si sono raccolte dichiarazioni sconsolate e frasi del tipo «ci salvi lui, non credevo l’avrei mai detto, ma ora è l’unica soluzione perché se anche Bonaccini è indagato siamo rovinati». A Renzi comunque non era piaciuto il match tra due renziani. Chiudendo la Festa dell’Unità, e senza ancora sapere dell’inchiesta, aveva detto dal palco: «Avete fatto un bel casino».  

Non potrebbe essere che la magistratura, irritata per la riforma della giustizia preparata dal governo, abbia cominciato a fare dispetti anche al nuovo capo democratico?
È un’insinuazione fatta ieri da Matteoli, di Forza Italia, che ha trovato strana la tempistica degli avvisi di garanzia. «È due anni che indagano, come mai proprio adesso...?». Il Pd invece, ha confermato la fiducia nei giudici. Ma alle critiche dell’Associazione Nazionale Magistrati, molto irritata anche per il taglio dei 45 giorni di ferie, Mattei ha risposto: «Sai che paura».