Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  settembre 10 Mercoledì calendario

Arrestato in Burundi il killer delle tre suore • I magistrati contro Renzi • Indagati per peculato i renziani Richetti e Bonaccini • Droga e prostituzione fanno crescere il Pil: 59 miliardi in più per il 2011 • Riparte il mercato dei mutui • Schumacher lascia l’ospedale • Arriva l’orologio che sostituisce la carta di credito

 

Suore Arrestato l’uomo che in Burundi, nel convento di Kamenge, ha stuprato e sgozzato le tre suore Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian, di 83, 75 e 79 anni (vedi fior da fiore di ieri). Si tratta di Christian Claude Butoyi, 33 anni, che avrebbe confessato di aver agito da solo. Il killer, trovato in possesso della chiave del convento e del telefono cellulare di una delle vittime, abita lì vicino e avrebbe dichiarato di aver ucciso le tre religiose «perché dopo aver fatto alcune indagini ho scoperto che il convento era stato costruito su un terreno dei miei genitori». La polizia ha annunciato che Butoyi, con ogni probabilità, verrà sottoposto a perizia psichiatrica.

Magistrati Ieri l’Anm (Associazione nazionale magistrati) ha diramato una nota durissima contro la riforma abbozzata dal governo, giudicata «deludente» e piena di «norme punitive ispirate a logiche del passato». Per il «sindacato delle toghe», che pure salva gli interventi sul processo civile, i contenuti della parte penale sono infatti «in parte frutto di un compromesso» (con Alfano e con Berlusconi): in particolare sulla prescrizione, è stata fatta una «scelta debole» che « non tocca la cosiddetta legge ex Cirielli prodotto di una delle leggi «ad personam» del governo Berlusconi. Nella nota si definisce poi «un grave insulto» la decisione governativa di diminuire le ferie dei magistrati, ridotte nelle intenzioni da 46 a 25 giorni annui. Replica di Matteo Renzi a Porta a porta: «L’Anm insorge? Brrrr...che paura, io con la riforma vado avanti».

Emilia Romagna 1 È cambiato tutto, ieri, in quella che doveva essere una corsa a tre, tra i democratici, per la scelta del candidato per le Regionali del 23 novembre. Matteo Richetti, renziano dalla prima Leopolda, deputato, ex presidente del Consiglio regionale, aveva le firme già pronte per la candidatura ma ha rinunciato a correre. Lo ha deciso lunedì sera e lo ha comunicato pubblicamente ieri mattina, poche ore prima che si diffondesse la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, con l’accusa di peculato, per l’inchiesta sulle «spese pazze» del Consiglio regionale emiliano. E Richetti non è il solo a essere finito nel mirino della procura di Bologna: anche l’altro big in gara, Stefano Bonaccini — responsabile Enti locali nella segreteria di Renzi, segretario regionale del Pd, ruolo da cui si è autosospeso per le primarie — risulta indagato per peculato. Bonaccini però sembra determinato a continuare la corsa (anche se ieri ha annullato tutti gli appuntamenti in agenda, inclusa la partecipazione alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia). «Confido di poter dare al più presto ogni opportuno chiarimento», ha detto, mettendosi a disposizione della Procura. A questo punto se la vedrebbe con l’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani (ieri loro due hanno presentato le firme per le candidature), sfida che lo vedrebbe favorito.

Emilia Romagna 2 L’indagine sui rimborsi ai gruppi in Regione (che riguarda gli anni dal 2010 al 2012 in cui Richetti era presidente dell’assemblea e Bonaccini consigliere) coinvolge anche altri sei democratici, ma le iscrizioni riguardano anche altri gruppi e quindi gli indagati potrebbero essere di più (oltre a tutti i capigruppo, già nel mirino della Procura un anno fa).

Pil Dieci miliardi e mezzo dal traffico di droga, tre e mezzo dalla prostituzione, 300 milioni dal contrabbando di sigarette: in Italia l’economia illegale vale 15,5 miliardi. Cambiando il sistema di calcolo del Pil, nel calderone entra parte dell’industria criminale e le prime cifre che balzano agli occhi sono proprio queste. Ancora: sommando all’economia illegale il sommerso (la ricchezza che sfugge al Fisco), si arriva oltre i 200 miliardi, il 12,4% del Pil (l’11,5 è sommerso, lo 0,9 illegale). Paragone: un anno di bonus da 80 euro costa 10 miliardi. Ieri l’Istat ha pubblicato i dati del 2011, i primi rivisti secondo il nuovo sistema di calcolo. Si scopre che quell’anno abbiamo prodotto ricchezza per 1.638,9 miliardi (1.579,9 col vecchio sistema). Cinquantanove miliardi in più. Cambia così «il famigerato rapporto tra deficit e Pil. Altro spauracchio della grande crisi, la regoletta di Maastricht: il rosso annuale dei conti pubblici non può superare il 3% del Pil. Sempre stando ai dati 2011, i 59 miliardi di ricchezza in più portano il rapporto dal 3,7 misurato in precedenza al 3,5%. Una variazione analoga sul 2014, ammesso che si chiuda l’anno con il deficit/Pil al 3% porterebbe il rapporto al 2,89. Tradotto in cifre, un margine di un miliardo e mezzo o poco più. Lo stesso Matteo Renzi, ieri sera a Porta a Porta, ha spiegato: «Robetta. Quando mi hanno spiegato il nuovo metodo di calcolo del Pil avevo sperato in un aumento, purtroppo non è così. Devo essere sincero. Questo meccanismo potrà avere una oscillazione positiva al massimo dello 0,1». Il fatto è che «rispetto alla crescita non cambierà sostanzialmente niente, tanto più che il terzo trimestre sarà intorno allo zero». Tra l’altro il nuovo sistema di calcolo è frutto di una decisione europea, il maquillage contabile vale anche per gli altri: in Germania il Pil è cresciuto del 3,4%, in Francia del 3,2%, nel Regno Unito del 4,6%. Non è cambiata la corsa: hanno solo spostato la linea dello start. Nei prossimi giorni arriveranno anche le stime 2012 e 2013 (il 22 settembre) e, il 15 ottobre, quelle del 2014: necessarie per il documento di economia e finanza che l’Italia manderà a Bruxelles» (Sodano, Sta)

Mutui Riparte il mercato dei mutui in Italia. Dopo una lunga stagnazione - rileva l’Abi - su un campione di 84 banche pari all’80% della totalità del mercato italiano, tra gennaio e luglio le erogazioni hanno toccato i 14,6 miliardi di euro rispetto agli 11,4 miliardi dello stesso periodo del 2013. L’associazione degli istituti di credito spiega che l’incremento su base annua sfiora il 30% (29,2%). (Cillis, Rep)

Schumacher Dopo 254 giorni Michael Schumacher, 45 anni compiuti a gennaio in coma profondo, è finalmente tornato a casa. La villa di Gland, in Svizzera, che aveva lasciato a dicembre dell’anno scorso per trascorrere le feste di fine anno sulle piste francesi di Méribel, in Savoia, lo ha riaccolto entro il suo perimetro blindato. Ma il calvario del sette volte campione mondiale di Formula Uno non è finito, come avverte la portavoce, Sabine Kehm, al termine del comunicato che ieri annunciava le dimissioni di Schumi dalla clinica di Losanna: «La riabilitazione di Michael continuerà a casa. Nel corso delle settimane e dei mesi passati ha fatto progressi, considerata la gravità delle sue lesioni, ma davanti a lui c’è ancora un lungo e duro cammino». Il pilota ha recuperato solamente una piccola parte delle sue facoltà, dopo il fatale incidente sugli sci che gli ha causato gravissimi e profondi ematomi al cervello. Riconosce chi lo circonda, comunica con gli occhi e con le palpebre, secondo le pochissime informazioni filtrate ai giornali tedeschi. Ma, secondo Focus, nessuno può dire quanto tempo ci vorrà perché riacquisti le capacità motorie o quando riprenderà a parlare. (Rosaspina, Cds)

Apple Watch Tra le funzioni di Apple Watch, il primo orologio Apple connesso alla rete: consente di aprire la camere dell’hotel (della catena Starwood, intanto), di ritrovare l’auto (Bmw) se abbiamo dimenticato dove è parcheggiata, di controllare il termostato di casa. E poi di pagare i nostri acquisti nei negozi. Basterà avvicinare l’Apple Watch ai Pos abilitati (già ora 220 mila negli Stati Uniti, con nomi come McDonald’s, Macy’s, Disney, Starbucks) e dare un «ok» per fare quello che oggi si fa, in diversi passaggi, con la carta di credito. Apple Watch sarà lanciato «a inizio 2015» a partire da 349 dollari. Tre diverse versioni, una delle quali con cassa in oro (Ottolina, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)