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 2014  settembre 09 Martedì calendario

Le tre monache violentate e ammazzate in Burundi vanno messa nella lista dei martiri cattolici e cristiani perseguitati da fanatici di altre religioni? O si tratta davvero di una rapina, come sostengono le autorità locali? La polizia dice di aver identificato il colpevole e assicura che lo prenderà presto

Le tre monache violentate e ammazzate in Burundi vanno messa nella lista dei martiri cattolici e cristiani perseguitati da fanatici di altre religioni? O si tratta davvero di una rapina, come sostengono le autorità locali? La polizia dice di aver identificato il colpevole e assicura che lo prenderà presto. Però dal convento non manca niente. Dunque, benché l’assassino abbia avuto a disposizione molte ore, non ha trovato il modo di portar via qualcosa. I dubbi sono tanti.

L’orrore è accresciuto dalla figura delle vittime. Bernadette Boggian, di 75 anni, da Padova, quella a cui il bandito ha tagliato la testa. Lucia Pulici di 73 anni. Olga Rachietti, vicentina, di 80.
Erano suore saveriane, un ordine missionario di religiose che si ispira alla predicazione e all’esempio di San Francesco Saverio (nato in Spagna nel 1506, morto in Cina nel 1552). L’assassino sarebbe uno squilibrato che è stato visto fuggire con un coltello in mano. È entrato in qualche modo nel convento di Kamenge (siamo nella zona nord della capitale Bujumbura), ha violentato e ammazzato suor Lucia e suor Olga, poi è rimasto chiuso nella casa, non si sa bene a far che. Nonostante il terrore provocato dalla scoperta dei due cadaveri, suor Bernadetta e un’altra monaca, che si chiama Mercedes, sono rimaste a dormire nella casa. Ma l’assassino s’era nascosto da qualche parte e deve aver colpito nel sonno, violentando, uccidento e decapitando anche Bernadetta.   

Il moltiplicarsi di queste decapitazioni non può essere il risultato dei video diffusi da quelli dell’Isis? Il taglio della testa sta diventando una specie di moda orrenda...
Può darsi. Ma come azzardare ipotesi se qui manca anche l’assassino e non siamo in grado, per ora, di inquadrare in modo credibile l’eccidio? C’è la testimonianza di padre Mario Pulcini, superiore dei saveriani in Burundi. «Verso le 16 di ieri (domenica - ndr) la sorella Bernadetta è venuta nel mio ufficio chiedendo notizie delle sorelle Lucia e Olga che erano rimaste a casa mentre lei e la sorella Mercedes erano andate all’aeroporto per accogliere altre sorelle di ritorno in Burundi dal loro capitolo generale a Parma. C’era apprensione soprattutto perché dall’interno della casa non c’erano segnali di vita: tutto era chiuso e con le tende tirate». Padre Pulcini ha provato a chiamare le sorelle, ma invano. «I guardiani del cancello non le avevano viste uscire. Esito negativo ha dato anche una veloce ricerca nel quartiere presso alcune persone ammalate che le sorelle visitavano soprattutto di domenica. Ero davanti all’entrata con l’intenzione di forzare la serratura quando la porta si è aperta ed è apparsa Bernadetta, sconvolta. Aveva trovato una porta di servizio laterale alla loro casa aperta e i corpi senza vita delle sorelle Olga e Lucia. Poi questa notte le sorelle sono tornate a chiamarmi, temevano che l’aggressore fosse in casa. Quando siamo riusciti ad entrare abbiamo trovato anche suor Bernardetta senza vita». Due episodi accaduti, quindi, a distanza di diverse ore, non si sa nemmeno se per opera della stessa persona.  

•  Non c’è un governo in Burundi? Non è un caso internazionale?
Per ora, ho letto solo reazioni da parte italiana e della Chiesa. Il Papa, prima di tutto: «Il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli». Napolitano, nel suo messaggio al segretario di Stati Parolin, al presidente della Cei Bagnasco e a suor Ines Frizza, superiore delle saveriane: «Un atto vile ed esecrabile perpetrato ai danni di chi si trovava in Burundi per farsi interprete, a costo di grandi sacrifici, di altissimi valori di solidarietà e fratellanza con i più bisognosi». La Mogherini, nostro ministro degli Esteri, ha espresso grande dolore: «Assistiamo ancora una volta al sacrificio di chi, con dedizione totale, ha passato la propria vita ad alleviare le truppe sofferenze che ancora esistono nel continente africano. Attendiamo ora che le autorità del Burundi chiariscano quanto accaduto e ci adopereremo per riportare in Italia quanto prima le salme delle religiose».  

• Ma è proprio necessario andare in questi posti sperduti a predicare, a convertire?
La vocazione missionaria è insita nella filosofia della Chiesa cattolica. Paolo VI: «La Chiesa esiste per evangelizzare». Il Concilio Vaticano II (quello voluto da Giovanni XXIII): «La Chiesa per sua natura è missionaria, in quanto essa trae origine dalla Missione del Figlio e dalla Missione dello Spirito Santo». I missionari cattolici nel mondo sono più di trecentomila. L’Africa è una mèta prediletta, nonostante gli eccidi. Questo non è il primo.  

Che mi dice del Burundi?
Uno staterello poco più grande della Lombardia, collocato nella regione dei Grandi Laghi. Tra i cinque paesi più poveri al mondo, campano con meno di un dollaro al giorno. Sono tutti contadini (arachidi, patate, riso, tè, caffè, soprattutto banane). È qui - oltre che nel confinante Rwanda - che si sono fatti a pezzi uno con l’altro a colpi di machete hutu e tutsi. Ci ricordiamo del Burundi quasi solo per questo. Era il paradiso di bufali, giraffe, zebre, ippopotami, leoni, scimmie. Sterminati anche loro durante la guerra civile. Dagli incendi, e dagli uomini che li ammazzavano per mangiarseli.