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 2014  agosto 23 Sabato calendario

Grande impressione per il fatto che un colpo di mortaio palestinese sparato dalla Striscia ha ucciso un bambino israeliano di 4 anni a Nahal Oz

Grande impressione per il fatto che un colpo di mortaio palestinese sparato dalla Striscia ha ucciso un bambino israeliano di 4 anni a Nahal Oz. Già l’altro giorno la città era stata colpita da dodici razzi, uno dei quali aveva ferito gravemente un adulto. Relativamene al bambino ucciso ieri, il primo ministro Netanyahu ha dichiarato: «Hamas pagherà un duro prezzo per questo grave atto di terrorismo».

Quanti bambini palestinesi sono stati uccisi durante i raid degli israeliani?Molti. Da quando la tregua è stata interrotta, almeno nove. Di questi, due martedì scorso a Gaza City, in via Nafak. Però sui bambini palestinesi ammazzati dagli israeliani bisogna mettere in conto la tattica di Hamas di adoperare i civili, e i piccoli in particolare, come scudi umani posti a protezione dei loro siti di armi. Molti razzi sono immagazzinati a bella posta nelle scuole. Hamas, come i tagliatori di teste dell’Isis, punta all’opinione pubblica mondiale da commuovere e tirare dalla sua parte. Da questo punto di vista i bambini ammazzati dal nemico sono utilissimi. Ieri, con uno scopo terroristico non dissimile da quello perseguito dall’Isis nel caso del giornalista John Fowley, i capi di Hamas hanno fatto sapere di aver giustiziato diciotto palestinesi, tra cui due donne, accusati di aver collaborato con Israele. Hanno messo in rete le foto dell’esecuzione. Militanti vestiti di nero, con il volto mascherato, che sparano a sette condannati messi in ginocchio e col cappuccio in capo. Per lo sterminio s’è scelto il momento in cui i fedeli uscivano dalla moschea Omari in Palestina square. Altri undici sono stati fucilati nella stazione di polizia abbandonata che si trova nei pressi di Gaza City.  

Quanti sono a questo punto i morti da una parte e dall’altra?
I calcoli di ieri sera erano questi. Israele ha perso 68 uomini, di cui quattro civili. La Palestina 2.092, e un buon 40% almeno di questo numero è costituito da donne e bambini.  

Come mai la tregua è stata interrotta? Chi l’ha interrotta?
Hamas ha continuato a tirare razzi su Israele e a un certo punto Netanyahu ha ritirato la delegazione che sta discutendo i termini di un cessate il fuoco al Cairo. Il capo moderato dei palestinesi, cioè Abu Mazen, è andato in Qatar, ha incontrato l’emiro, e ha visto anche il leader palestinese in esilio Khaled Meshaal. Il portavoce di Hamas, Abu Obeida, ha commentato la visita con un comunicato in cui si dice che l’iniziativa egiziana per una tregua a Gaza «è nata morta, ed è stata sepolta insieme con Ali» il figlio di sette mesi del comandante militare di Deif ucciso nella notte di martedì. Conclusione di Abeida: «La delegazione palestinese deve lasciare il Cairo». Nessuno vuole la tregua, come vede.  

Qual è la convenienza di Hamas a continuare la battaglia? Dal punto di vista militare, la superiorità di Tel Aviv è schiacciante, che speranza hanno di ottenere qualcosa?
Hamas minaccia di colpire l’aeroporto e spera di creare una crisi economica in Israele costringendo le compagnie aeree a disertare Tel Avic. Per ora, ha rinunciato solo la Air Sinai. Quanto alla convenienza di Hamas, parlando in generale, il passato ci insegna che queste sono guerre che non si vincono mai del tutto. I palestinesi, tutte le altre volte, sono riusciti a ricostruire il loro potenziale offensivo e ricominciare. Il fatto nuovo adesso è la posizione fortemente filo-israeliana di al Sisi, il padrone d’Egitto. Al Sisi ha bloccato tutti i varchi che permettono ai palestinesi di comunicare e trafficare col resto del mondo (specie in armi e medicinali) e non ha nessuna intenzione di riaprirli. Con quella via chiusa, Hamas è finita e la Striscia è morta. I colloqui per una pace o per una tregua hanno fatto capire che su quel punto il presidente egiziano non ha nessuna intenzione di cedere, perché considera  quelli di Hamas solo un pezzo dei Fratelli Musulmani che gli fanno la guerra all’interno e sostenevano il presidente deposto al Morsi. A questo punto la pace, per i palestinesi, potrebbe essere più terribile della guerra. L’intesa tra Israele e il Cairo sarebbe talmente forte da aver escluso anche gli americani, benché Obama abbia confermato il versamento all’Egitto del solito miliardo e quattrocento milioni l’anno di contributi. Alla Casa Bianca, su questo punto, sono piuttosto infastiditi. Obama telefona in continuazione a Netanyahu.  

L’Onu?
Nella proposta egiziana c’è l’affidamento della Striscia al moderato Abu Mazen. Può darsi che all’Onu pensino qualcosa di simile. Gran Bretagna, Francia e Germania hanno presentato una bozza di risoluzione che sperano di far votare da tutti e 15 i membri del Consiglio di sicurezza. L’Onu è un pachiderma burocratico, per avere una risposta da quel lato, se mai arriverà, ci vorranno altre settimane e altri morti.