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 2011  maggio 26 Giovedì calendario

E così, tra settembre e dicembre, la Fiat diventerà azionista di maggioranza della Chrysler. Azionista di maggioranza assoluta, voglio dire, cioè col 51 per cento delle azioni

E così, tra settembre e dicembre, la Fiat diventerà azionista di maggioranza della Chrysler. Azionista di maggioranza assoluta, voglio dire, cioè col 51 per cento delle azioni. E questo con sei anni di anticipo sui programmi.

• Come si spiega allora che vengono regolarmente diramati dati da cui si vede che la nostra casa automobilistica perde quote di mercato e vende meno macchine di prima? Con quei numeri pareva difficile comprarsi tutte quelle azioni.Fiat è arrivata al 30% gratis. Obama aveva chiamato Marchionne per salvare un’azienda tecnicamente fallita, che, in quel momento, non aveva speranze di risollevarsi. Erano in pericolo 30 mila posti di lavoro. Il presidente voleva che Chrysler si riconvertisse ad automobili piccole e poco inquinanti, un segmento di cui Fiat è maestra. Si ipotizzò un alleanza, in cui il governo degli Stati Uniti e quello canadese prestavano 7,5 miliardi di dollari, Fiat entrava nell’azionariato senza esborsi ma portando tecnologie e le proprie competenze (know how). Prima il 20, poi il 30. Per arrivare al 46 doveva prima restituire i soldi avuti in prestito all’inizio. Questo 46 si raggiungeva infatti mediante un aumento di capitale che avrebbe riassesstato tutte le quote azionarie, ma che andava autorizzato. È divertente la frase con cui l’amministratore delegato del Lingotto, l’altro giorno, ha annunciato il saldo: «Il bonifico arrivato alle 10.13 del mattino è andato a buon fine».


• Come ha fatto?
Marchionne e i suoi giravano con una spilla con su scritto “Paid”. Obama si è vivamente congratulato. Come ha fatto? S’è fatto prestare i soldi dalle banche, a condizioni migliori di quelle che gli avevano il Tesoro americano e quello canadese. Tre miliardi e due sono stati raccolti con un bond, altri tre miliardi sono stati prestati, un miliardo e 27 li ha messi la Fiat per l’aumento di capitale. Le quote sono a questo punto ripartite così: Fiat 46% (dal 30%), Tesoro Usa 6,9 (dall’8,6), Tesoro canadese 2,1 (dal 2,2), Sindacato Uav, cioè Fondo Veba, 45% (dal 59,2). Il sindacato, che ha rinunciato a un mucchio di vantaggi per rendere possibile il salvataggio, vuole andare in Borsa per monetizzare la sua quota. Marchionne su questo punto ha l’aria abbastanza indifferente, ma non è detto. L’amministratore delegato della Fiat – che molti considerano un probabile, futuro azionista dell’azienda – potrà ancora salire in seguito e in questo caso si profetizza che girerà una quota del pacchetto a un partner asiatico. Le banche hanno anche concesso una linea di credito da un miliardo e tre. Chrysler ha a questo punto una liquidità di una decina di miliardi. Fiat, da quest’anno, potrà consolidare (cioè includere) i conti Chrysler nel suo bilancio. Non si hanno tuttavia notizie, per ora, di ripensamenti da parte di Fitch e di Standard & Poor’s, che mantengono sul gruppo un outlook negativo.


• Resta la domanda iniziale: come si spiega che, quando non parla Marchionne ma i dati di mercato, siamo bombardati dalle cattive notizie?
Le faccio vedere le quote di mercato dell’azienda Fiat-Chrysler nel mondo. I modelli che consideriamo comprendono Lancia, Alfa Romeo, Jeep e Dodge. Classifica: Brasile 22,38; Usa 9,6; Europa 7,2. Il fatto che i dati europei (e italiani) siano poco confortanti non è un gran problema, con quel primato brasiliano. Chrysler ha tra l’altro chiuso il primo trimestre in attivo. Come saprà, l’annuncio del 46%, fatto a Sterling Heights nel Michigan, è stato quasi contemporaneo alla presentazione, a Torino, della nuova Ypsilon a cinque porte. Voglio dire che adesso si apre la partita dei modelli e della conquista del mercato con le proposte che il gruppo sarà capace di fare. La Ypsilon è stata costruita a Tichy, in Polonia, fabbrica che il Lingotto considera la migliore delle sue. Anche per il 51%: per essere autorizzata ad arrivarci Fiat dovà costruire entro la fine dell’anno un veicolo Chrysler capace di percorrere oltre 40 miglia (una settantina di chilometri) con un gallone di carburante (tre litri e tre quarti).


• E gli italiani? Mirafiori, Pomigliano eccetera?
John Elkann ha commentato così la notizie del 46%: «I soldi sono stati restituiti, questo è un bel messaggio per l’Italia». Marchionne: «Non ho cambiato idea su Fabbrica Italia e sugli investimenti per realizzare il progetto».


• Testa a Detroit o testa a Torino?
Non si sa, è un punto su cui la Fiat per ora non si pronuncia. Intanto le due aziende si dovranno fondere. «Non ha senso tenerle separate, ma non è una questione immediata per il 2011. Non è una cosa che faremo a breve. Gestire due organizzazioni separate per un costruttore generalista non è razionale. Dobbiamo trovare una soluzione, ma non ho una risposta immediata. Non è un tema cruciale da affrontare subito»