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 2014  aprile 16 Mercoledì calendario

Biografia di Francesco Giuseppe d’Austria

(Francesco Giuseppe d’Asburgo-Lorena) Schönbrunn (Vienna) 18 agosto 1830 – Schönbrunn 21 novembre 1916. Imperatore d’Austria (1848-1916) e re d’Ungheria (1867-1916). Il suo ultimatum alla Serbia nel 1914 portò Austria e Germania alla guerra.
• Figlio maggiore dell’arciduca Francesco Carlo, secondo figlio dell’imperatore Francesco I, e della principessa Sofia di Baviera, fu educato dalla madre quale erede al trono. A 13 anni intraprese la carriera militare. Il 2 dicembre 1848 divenne imperatore, in seguito all’abdicazione dello zio Ferdinando I e alla rinuncia al trono del padre. Aveva solo 18 anni ed era un momento molto difficile per gli Asburgo: ancora in corso la crisi del 1848, Vienna era in tumulto (la corte si era trasferita a Olomouc, in Moravia).
• Guidato dall’energico principe Felix Schwarzenberg, nuovo presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, in meno di due anni vide ristabilire l’autorità imperiale in Boemia e in Ungheria e riaffermata la preminenza dell’Austria in Germania e in Italia (nella battaglia di Novara, del 1849, le truppe imperiali sconfissero quelle piemontesi del re Carlo Alberto, che dovette rinunciare alla prospettiva di annettere la Lombardia e abdicare). Con l’ordine ricostituito in tutto l’impero, ritirò le concessioni costituzionali fatte nel 1849 sotto la pressione dei moti rivoluzionari e inaugurò una politica assolutistica. In seguito non fu in grado di conservare, a causa anche di collaboratori non più all’altezza della situazione, la posizione politica che gli aveva assicurato Schwarzenberg (morto nel 1852). Nel 1853 fu vittima di un attentato a Vienna da cui uscì pressoché indenne: il ventiduenne che aveva tentato di pugnalarlo fu impiccato qualche giorno dopo.
• Contravvenenendo al piano della madre, che avrebbe voluto fargli sposare la cugina Elena, figlia maggiore di sua sorella e del duca Massimiliano di Baviera, il 24 aprile 1854 sposò l’altra cugina, sorella minore di Elena: la sedicenne Elisabetta (1837-1898), conosciuta come Sisi (sarebbe diventata Sissi solo negli anni Cinquanta del Novecento, al cinema), di cui era innamoratissimo.
«(…) come un turbine affascinante, fece irruzione nella sua vita l’imperatrice Sissi. Il grande amore che rappresentava l’opposto del suo carattere, il sud del suo nord, il polo negativo della sua lineare positività, l’attrazione fatale dalla quale non riuscirà mai del tutto a riaversi, sarà per sempre incarnato da una “fuggitiva”, desiderosa di frapporre la maggior distanza possibile fra sé e il marito». [Leggi qui l’articolo di Dario Fertilio]
• Isolato in Europa per il mancato intervento in Crimea, nel 1859 si trovò a combattere senza alleati contro il Piemonte e la Francia. Dopo che la guerra (Seconda guerra d’indipendenza italiana) si concluse con la perdita della Lombardia, adottò una politica estera vòlta alla riaffermazione del ruolo dell’Austria in Germania e in Italia, anche con un eventuale conflitto in armi, così com’era stato stabilito da Metternich nel 1814-15. Una prospettiva che andò delusa quando, al congresso dei principi tedeschi del 1863, l’assenza del re di Prussia segnò la definitiva sfiducia di quest’ultimo nel ruolo dominante dell’Austria in ambito tedesco. Francesco Giuseppe pensò quindi di allearsi proprio con la Prussia nella guerra contro la Danimarca, per affrontare più tardi il problema. Non ne ricavò frutti concreti. Anzi le divergenze sullo Schleswig-Holstein, abilmente sfruttate da Bismarck, portarono nel 1866 alla guerra austro-prussiana, che sul fronte meridionale si tradusse nella Terza guerra d’indipendenza italiana e che si concluse con la sconfitta dell’Austria e con la forzata rinuncia a ogni influenza in Germania, oltre che con la perdita di Venezia.
• Nel 1867 risolse il confronto, sempre teso dal 1849 in poi, con l’Ungheria attraverso la cosiddetta monarchia duale, dividendo cioè l’impero in due territori, che mantenevano in comune il monarca (per sé assunse i titoli di imperatore d’Austria e re d’Ungheria) e i ministri degli Esteri e della Guerra.
• Fautore, sia all’interno sia all’estero, di una politica conservatrice, accettò le decisioni del congresso di Berlino (luglio 1878) che gli affidavano l’amministrazione della Bosnia-Erzegovina. Si alleò con la Germania (1879), aderì all’alleanza dei tre imperatori (1881, con Guglielmo I di Germania e Alessandro III di Russia) e l’anno dopo alla Triplice Alleanza, che comprendeva Germania e Italia.
• In politica interna affidò per 14 anni, a cominciare dal 1879, il governo al conservatore Eduard von Taaffe. Si facevano intanto più acute le lotte politiche in seno all’impero, causate dalle numerose rivendicazioni nazionali: nessuno tra croati, slovacchi e slavi del sud aveva ottenuto qualcosa che assomigliasse alle concessioni fatte agli ungheresi. Fedele al principio di non mettere a repentaglio la stabilità interna della monarchia con una sconsiderata politica estera, affrontò con realismo la situazione internazionale, frenando anche le pressioni degli ambienti militari, in particolare del capo di stato maggiore Conrad von Hötzendorf, che sostenne ripetutamente la necessità di una guerra preventiva contro la Serbia o l’Italia. Resistette fino al 1914, quando l’assassinio a Sarajevo del nipote ed erede Francesco Ferdinando lo portò, sia pure con riluttanza, a dichiarare guerra alla Serbia, dando inizio al primo conflitto mondiale.
• Da Elisabetta ebbe quattro figli: Rodolfo, secondogenito, l’unico maschio (morì, apparentemente suicida, nel 1889, a 31 anni, insieme all’amante); Gisella (1856-1932) e Maria Valeria (1868-1924). Gli succedette sul trono il pronipote Carlo I.