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 2014  marzo 14 Venerdì calendario

Biografia di Bruno Giacosa

• Neive (Cuneo) 10 aprile 1929. Vitivinicoltore. Considerato il re del Nebbiolo di Langa e proprietario della Casa vinicola Bruno Giacosa e, dai primi anni 80 del secolo scorso, dell'Azienda agricola Falletto.
• Il vino è un'antica tradizione in casa Giacosa: «Avevo 14 anni e mi trovavo in collegio ad Alba in tempo di guerra quando mio padre mi ha portato a seguire la mia prima vendemmia: la passione, se già non c'era è nata subito, ed il mio è diventato un mestiere che ho sempre fatto con piacere e vera passione, del resto se avessi avuto qualche dubbio avrei già smesso date le difficoltà. Rispetto ad altri miei colleghi, che peraltro stimo molto, io non vado in giro per il mondo, non faccio promozioni, resto in cantina convinto che debba essere il vino a dire tutto di me» (Franco Ziliani) [Winereport, 22/9/2004].
• Negli anni 60 del Novecento, Giacosa è considerato uno dei tre più importanti produttori vinicoli del Barbaresco, assieme ad Angelo Gaja e a Produttori del Barbaresco, che dimostrano anche sul mercato internazionale la piena potenzialità di questo vino.
• Nel 1967 comincia a imbottigliare vino con il suo nome in etichetta. Comincia una lunga ricerca della qualità e del perfezionismo, che lo porta a non imbottigliare vino nelle annate che non giudica all'altezza. «Ci sono molte annate in cui non ho imbottigliato, perché il tuo nome, la tua credibilità, sarebbero state intaccate. Quelli che dicono che si debbano fare comunque Barolo e Barbaresco anche in annate piccole mi fanno un po' ridere, perché la mia lunga esperienza diretta mi dice che quando il vino non È buono può solo peggiorare. Ricordo che nel 1972, quando ho declassato tutto, alcune partite sembrava potessero salvarsi. La Camera di Commercio mi aveva dato il nulla osta, ma ho preferito vendere sfuso, conservando qualche damigiana per controllare meglio l'evoluzione del vino. Bene, dopo due, tre anni erano diventate una cosa schifosa! Nelle annate cattive puoi salvare Dolcetto o Barbera, ma il Barolo e il Barbaresco vanno fatti solo nelle annate buone, altrimenti non ha senso» (Ziliani, cit.).
• «Io sono uno che prima di imbottigliare ci pensa molto. Oggi molti mettono il Barolo e il Barbaresco in bottiglia prima del tempo, per essere pronti a partire, ma a me continuano ad interessare vini che possano invecchiare bene, senza fretta e questa tendenza a fare girare in fretta le annate per puri motivi commerciali non mi riguarda» (Ziliani, cit.).
• Nel gennaio 2006 subisce un infarto che lo allontana dal lavoro in vigna, tanto che la figlia Bruna lo ha pian piano affiancato alla guida dell'azienda.
• I suoi vini più celebrati: Barolo Riserva Le Rocche del Falletto e Barbaresco Asili di Barbaresco. «Io non sono un grande bevitore, un bicchiere a pasto e non di più, ma il mio vino prediletto è il Dolcetto, il miglior vino da pasto che esista» (Ziliani, cit.).