1 agosto 2011
Accordo debito Usa
• L’accordo prevede questo: il tetto del debito verrà innalzato subito di 400 miliardi, altri 500 miliardi saranno concessi prima della fine dell’anno e altri 1.500 entro il 2012. Si taglieranno intanto 2.400 miliardi di costi pubblici in dieci anni, anche qui procedendo a tranche: prima 900 miliardi poi altri 1.500. Questi tagli saranno decisi da una commissione paritetica scelta dai capigruppo democratici e repubblicani. Se per caso questa commissione entrasse in stallo e non riuscisse a decidere dove colpire, scatteranno tagli automatici, per il 50% sui costi della Difesa e per il resto sulle spese dello stato sociale, Medicaid (sanità pubblica per i poveri) e Medicare (mutua per gli anziani). Proprio la natura di questo “grilletto” ha impegnato le parti in una trattativa estenuante, dato che coinvolgeva il pensiero fondante dei due schieramenti.
• L’accordo alla fine è stato raggiunto perché il “default”, il fallimento, era alle porte. Senza il permesso di indebitarsi, lo Stato americano non avrebbe potuto pagare stipendi, pensioni e interessi sui bond. Complicato anche saldare i bond in scadenza. Le conseguenze sulla finanza mondiale sarebbero state catastrofiche. Intanto per la gran quantità di titoli pubblici americani (e di dollari) detenuti da cinesi e giapponesi. Poi per l’effetto ulteriormente depressivo sulle borse europee, già tormentate dalle debolezze dei Piigs (la seconda “i” significa “Italia”) e dalle incertezze di tedeschi e francesi. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] [Giorgio Dell’Arti Vty 3/8/2011]