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 2011  aprile 18 Lunedì calendario

Elezioni a Milano, banco di prova per Berlusconi. Smentisce Alfano come possibile successore.

A quanto pare, a metà maggio il centro-destra potrebbe perdere le elezioni a Milano, dove il sindaco uscente Letizia Moratti deve vedersela con il candidato del centro-sinistra Giuliano Pisapia. I sondaggi dicono grosso modo questo: se la Moratti non vincerà al primo colpo, perderà al ballottaggio, anche perché l’elettorato di centro-destra cala di solito al secondo turno. Questo spiega parecchie mosse di Berlusconi. Intanto, il premier a Milano è capolista (come a Napoli). Poi ha avviato una campagna elettorale al fulmicotone. Sabato 16 aprile ha sparato contro i giudici eversori invocando una commissione parlamentare che accerti l’esistenza di «un’associazione a delinquere a fini eversivi dentro la magistratura», contro la Corte costituzionale «organo politico», contro il centro-sinistra che nel 2006 ha manipolato le schede, il Cav ha persino implicitamente ammesso che la legge sulla prescrizione breve (vedi più avanti) è ad personam ed è giusto che sia così perché il presidente del Consiglio ha tante cose da fare per difendere il paese e non può perdersi in bazzecole e «processi risibili». Domenica, aprendo ufficialmente la campagna al Nuovo di Milano, ha poi spiegato che queste «sono elezioni cittadine ma forse ancor di più nazionali», «dovete spiegare porta a porta cosa fanno i comunisti», «dovete dire ai milanesi: vota per tutelare i tuoi diritti ma anche i tuoi interessi patrimoniali», «tra Fini e i pm c’è un patto scellerato per rovinarmi» (Fini sdegnato lo ha invitato a fare il nome del giudice che gli ha dato la notizia). In questi discorsi è poi saltato fuori un nuovo elemento di scontro, quello della scuola. Nelle nostre scuole – dice il premier - insegnano docenti comunisti che non trasmettono i valori della famiglia, meglio allora l’istruzione privata eccetera eccetera, un messaggio che qualche giorno prima era stato preparato dalla proposta di legge della soubrette, oggi deputata, Gabriella Carlucci secondo cui un’altra commissione parlamentare dovrebbe indagare sulla tendenziosità o faziosità dei libri di testo, accusati di «indottrinamento ideologico». Elogiare la scuola privata porta i voti dei cattolici, essenziali specialmente al secondo turno per fronteggiare il pacchetto di Casini (8%); trasformare la consultazione a Milano in un test politico generale può far dimenticare i litigi per l’Expo, il mezzo fallimento dell’Ecopass e il poco amore che la Moratti ha saputo suscitare intorno a sé. Il centro-destra governa Milano dal 1996 (Albertini), perdere la città potrebbe mettere in crisi seria il rapporto con Bossi. Una sconfitta dimostrerebbe pure che Berlusconi non è più il formidabile raccoglitore di consensi che conoscevamo.

È in questo contesto che vanno lette le dichiarazioni rilasciate mercoledì 16 aprile alla stampa estera: «Nel 2013 non mi ricandido» e «Il mio successore potrebbe essere Alfano». Facendosi implorare («resta, resta») il premier conta di rinforzare la sua posizione all’interno del partito, dilaniato in questo momento dalle lotte intestine dei vari capicorrente. Quanto alla designazione di Alfano – che ha messo in subbuglio i vari ras del centro-destra – l’ha smentita lui stessa il giorno dopo. [Giorgio Dell’Arti, Vty 20/4/2011]