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 2013  settembre 23 Lunedì calendario

Biografia di Enrico Albertosi

Pontremoli (Massa Carrara) 2 novembre 1939. Ex calciatore. Portiere. Famoso per «fisico stratosferico, colpo d’occhio eccezionale, riflessi felini e quella facilità d’inarcarsi in volo che conquistò subito tecnici e tifosi. Lo sguardo sgherro, il sorriso da simpatica canaglia, l’ostentazione di una beata indifferenza alle regole correnti (gli piaceva fumare e frequentare gli ippodromi), tutto si sublimava nel rendimento sul campo» (Carlo F. Chiesa). Esordio in serie A il 18 gennaio 1959 con la Fiorentina contro la Roma all’Olimpico (0-0), in Nazionale il 15 giugno 1961 a Firenze contro l’Argentina (4-1). Presente: 532 presenze in serie A (8° nella classifica di tutti i tempi), 56 nelle coppe europee, 34 in nazionale.
• Vinse due scudetti (Cagliari 1970, Milan 1979). Vicecampione del mondo nel 1970, con la Nazionale disputò 34 partite partecipando a quattro Mondiali (1962-1974). Nella storia per aver incassato il gol del nordcoreano Pak Doo Ik che costò agli azzurri l’eliminazione dai Mondiali del 1966. Leggenda narra che nel 1970, dopo aver subito il 3-3 nella semifinale contro la Germania, volesse strangolare Gianni Rivera il quale, appostato sulla linea di porta, non aveva respinto il tiro di Gerd Müller (per lo spavento il golden boy avrebbe segnato nel giro di un minuto il gol del definitivo 4-3) • «Il più forte tra me e Dino Zoff? Non scherziamo. Io, naturalmente. Zoff era uno che se saltava un allenamento, o il venerdì faceva l’amore, la domenica aveva le gambe molli. Io facevo l’amore il sabato, e la domenica mi esaltavo» • «Tè presento Albertosi. El ga tuto quel che mi no poso soportar: el magna, el bevi, el va in giro de notte, el xè carigo de babe, el scometi sui cavai come ti. Ma mi lo tegno perché el xè el meo portier del mondo...» (è così che Nereo Rocco presentò così Albertosi a suo cugino). • Squalificato fino al 27 marzo 1984 per il coinvolgimento nel calcioscommesse («A Regina Coeli ho mangiato i migliori bucatini all’amatriciana della mia vita. Li cucinava un truffatore che stava nel nostro braccio»), Albertosi fu graziato dopo la vittoria azzurra ai mondiali dell’82. Tornato in porta con l’Elpidiense (C2), chiuse la carriera nell’84, dopo un grave infortunio, il primo della carriera, a un ginocchio (il portiere di riserva gli franò addosso in allenamento). Preparatore dei portieri della Fiorentina di Vittorio Cecchi Gori, poi al “Margine Coperta” (società satellite dell’Atalanta), nel maggio 2004 fu colpito da un malore all’ippodromo Sesana di Montecatini, dove aveva appena disputato una corsa al trotto. Restò tre giorni in coma. Adesso vive con la moglie in una villa di Forte dei Marmi, trecento metri dal mare, 200 dal negozio di giocattoli del figlio.