9 novembre 1903
Il suicidio di Rosano nel racconto di Montanelli
Ferri, Il grande orchestratore della campagna scandalistica, scrisse sull’Avanti! che Rosano, come avvocato, si era avvalso della sua qualifica di parlamentare per far assolvere un suo cliente, dal quale si era fatto pagare il servigio con una parcella di quattromila lire, a quei tempi considerata esosa. In realtà il pover’ uomo aveva assunto quel patrocinio prima di essere eletto, né mai aveva fatto pesare la sua qualifica di deputato nel corso della Giustizia. Ma, amareggiato e stroncato dalla virulenza degli attacchi, si uccise lasciando una lettera per Giolitti: “Muoio col tuo nome nel cuore, riboccante di gratitudine e di affetto per te” [Montanelli, 1958]