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 2013  aprile 19 Venerdì calendario

Garlasco, annullata l’assoluzione per Stasi

• I giudici della Corte di Cassazione hanno annullato la sentenza che aveva assolto Alberto Stasi in secondo grado e hanno rinviato il fascicolo alla Corte d’Assise d’Appello di Milano. Si riapre così il processo per l’assassinio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra una sessantina di giorni.

• «Credo che abbiano ucciso una persona ma non sono sicuro, forse è viva...» esordì al telefono con il 118 Alberto Stasi il 13 agosto 2007, dopo aver scoperto il cadavere della ragazza sulle scale che portano in taverna. Scrive la Fasano sul Cds: «A cominciare da quella telefonata tutto del suo comportamento e delle sue parole finì sotto accusa. Sette giorni dopo il delitto Alberto fu indagato per omicidio volontario e mai nessun altro è entrato nell’inchiesta da inquisito. Solo sospetti e controlli su poche altre persone, alla fine tutte escluse dalle indagini. Si è discusso per quasi sei anni e due processi di mille dettagli che ruotavano tutti attorno a pochi punti-chiave: come ha fatto Alberto a non sporcarsi le scarpe pur avendo camminato sul luogo del delitto ed essendo sceso di due gradini lungo la scala dov’è stato trovato il corpo di Chiara? Di chi era la bicicletta nera da donna vista davanti a casa Poggi la mattina del delitto? Perché sul dispenser del sapone del bagno, dove l’assassino è sicuramente entrato a lavarsi, c’erano le impronte di Stasi e il dna di Chiara? Perché escludere dalle analisi il capello castano chiaro trovato nel palmo della mano di Chiara? Sono le stesse domande servite al difensore della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, e alla procura generale di Milano per ricorrere in Cassazione».

• «Sono stupefatto, non ci credo» è stata la prima reazione di Alberto Stasi, che ha aspettato la sentenza a Bologna. Scrive Berizzi su Rep: «Sostenuto da lenti sottili che ormai ne fanno la cifra estetica, l’altro giorno, prima di lasciare Roma e ritornare su in attesa della sentenza che lo ricaccia nell’angolo infernale del presunto colpevole, Stasi in aula ha inclinato il pallido viso su un foglio A4 a quadretti. Ha scritto. Piccoli caratteri ordinati. È il metodo del giovane commercialista imputato e già condannato per possesso di materiale pedopornografico (secondo alcuni la miccia della lite con Chiara poi sfociata nel massacro di via Pascoli). “Nessun altro poteva avere un movente per uccidere la fidanzata”. “Ha simulato il ritrovamento”. I macigni depositati dal pg Roberto Aniello, confermati dalla sentenza di ieri mattina, hanno gettato Stasi nella condizione peggiore: quella di chi si vede rovesciare addosso il tavolo sul quale, dopo sei anni, dopo avere lasciato Garlasco e i suoi demoni, stava progettando la ripartenza».

• Garlasco, diecimila abitanti, famosa solo per la discoteca Le Rotonde e perché qui è nato Ron, il cantante. [Poletti, Sta]