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 2013  aprile 18 Giovedì calendario

Appunti su Wally Toscanini

Io Donna, sabato 25 dicembre 2010
Prova «Signori, è nata Wally. La prova è sospesa» (Arturo Toscanini agli orchestrali della Scala il 16 gennaio del 1900).

Wally Wally, come la protagonista dell’ultima opera di Alfredo Catalani, grande amico di Toscanini.

Opera «L’unica opera che non ho mai saputo dirigere» (Arturo Toscanini su Wally).

Dilettanti Il padre «aveva orrore dei dilettanti, e una volta capito che nessuno di noi nutriva la minima disposizione per la musica, ci aveva proibito di studiarla» (Wally).

Regola «Vivi, ama e ridi» (la regola di vita di Wally Toscanini).

Amori Wally, che fu desiderata in moglie più volte, e tra gli altri da un principe giapponese e da un miliardario americano. Tra i suoi corteggiatori, Guido da Verona e Gabriele D’Annunzio.

Bella Bella e vanitosa, da ragazzina si compiaceva tanto del proprio aspetto da voler mangiare davanti allo specchio. I genitori, per punirla, le facevano allora indossare un grembiule nero.

DAnnunzio Il Vate, che la ospitava insieme al padre al Vittoriale, tentò un giorno di approcciarla: «Non rifiuterai un bacio all’eroe nazionale?».

Bocca «Neppure il più alto amor patrio avrebbe potuto convincermi al supremo sacrificio, a superare l’orrore di quella bocca. Era brutta, oscena» (Wally su D’Annunzio).

Castelbarco Wally, che a 17 anni si innamora di Emanuele di Castelbarco, conte, 35 anni, sposato con Lina Erba, zia di Luchino Visconti. Per incontrarlo lui le regala un ritratto di Alberto Martini. Mentre lei posa, lui va, in segreto, nello studio del pittore per incontrarla. Un amore clandestino durato dieci anni. «Per sposarsi diventarono tutte e due ungheresi e dal loro amore nacque Emanuela Castelbarco» (Lina Sotis).

Biondo «Non posso pensare che Wally si sposi con un nobile e per di più biondo» (Arturo Toscanini sull’amore di Wally per il conte di Castelbarco).

First Lady La first lady della musica e della mondanità (Camilla Cederna).

Papa «Wally, commossa perché il papa russo aveva fatto mettere sul grammofono la Settima di Beethoven diretta dal suo papà a 78 giri, bevve anche il caffè del pontefice perché non ci si era accorti che le tazzine erano due in tutto» (Alberto Arbasino).

Veletta Wally, che si mostrava in pubblico sempre e solo con la veletta: ne aveva di tutti i tipi, da cocktail e da gran sera, e la tirava su solo per mangiare. «La metteva pure per attraversare la strada» (la figlia Emanuela).

Barba «Che barba. Se sapessi cosa c’è di là. C’è qualcosa di simile alla mia Scala, con un bel palco di prima fila?» (Wally ad ogni compleanno che la avvicinava alla novantina).

Scala L’amore per la Scala, cui dedicò la sua vita: nel 1943 fondò l’Associazione “Amici della Scala” e alla fine della guerra si adoperò per la sua ricostruzione.

Primato «Ho capito, ho sofferto, ho amato, ho donato. Ecco, sì, penso proprio di aver vissuto in questo modo. Forse non si tratta di un gran primato, comunque è già qualcosa».

Carcassa Wally, che, pensando alla sua morte, raccomanda alla figlia Emanuela «molto tulle rosa sulla mia vecchia carcassa» perché «vorrei mi si ricordasse viva, quando il mio spirito rendeva meno triste la mia vecchiaia».

Lucrezia Dell’Arti