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 2013  marzo 22 Venerdì calendario

Bersani è uscito dallo studio di Napolitano ieri sera verso le sette e mezza e ha detto quanto segue: «Abbiamo consegnato al presidente della Repubblica le nostre riflessioni, che partono da quello che sentiamo venire dal paese: un’esigenza di governo e di cambiamento

Bersani è uscito dallo studio di Napolitano ieri sera verso le sette e mezza e ha detto quanto segue: «Abbiamo consegnato al presidente della Repubblica le nostre riflessioni, che partono da quello che sentiamo venire dal paese: un’esigenza di governo e di cambiamento. Questi due termini sono inscindibili. Noi, il Pd, siamo la prima forza di questo Paese, checché qualcuno dica, e siamo la prima coalizione. Siamo al servizio della governabilità e ci affidiamo al presidente Napolitano. È necessario che il governo nasca in tempi certi e con la corresponsabilità di tutte le forze politiche. Non ho piani B e neanche piani A, spero di poter dare una mano. Io non metto davanti dei problemi personali. Io sento, e il mio partito sente, di avere una responsabilità da esercitare».

•  Accidenti. Non sono parole nuove? Non si intravede la possibilità che Bersani si sia rassegnato a non ricevere subito l’incarico? Magari Napolitano passerà immediatamente a un mandato esplorativo da affidare a qualche personalità istituzionale?
Napolitano, a chiusura di giornata, ha detto: «Devo riordinare le idee per vedere quali decisioni prendere». Dovremmo sapere tutto oggi. L’idea che Bersani possa non essere incaricato gira da un paio di giorni. È un fatto che i grillini, dopo lo sbandamento del voto su Napolitano, si sono ricompattati e sembra davvero impossibile che all’ultimo diano una mano al segretario del Partito democratico. Ieri, come vedremo tra poco, Grillo, presentatosi al presidente in giacca e cravatta e senza Casaleggio, ha chiuso ogni possibilità di intesa con il Pd. Quindi i numeri non ci sono. Allora, senza affidare esplorazioni a Bersani, Napolitano potrebbe ricorrere al cosiddetto governo istituzionale, affidando l’incarico esplorativo a Grasso.  

Grasso non aspetterà altro.
S’è detto pronto, precisando che non si tratta di ambizione personale, ma della disponibilità che ogni funzionario dello Stato deve offrire al Paese.  

• Berlusconi lo voterebbe?
Sì, Berlusconi, presentatosi con quelli della Lega (ma senza Maroni, che non volendo a nessun costo le elezioni si tiene pronto persino a dare una mano a Bersani), ha detto che essendo il momento eccezionale e gravido di pericoli non si può fare a meno di un governo. Ci sono in Parlamento tre forze più o meno numericamente equivalenti, una non vuole collaborare, ci si affidi dunque alle altre due. L’appoggio a Grasso è condizionato, non si sa fino a che punto, a un nome concordato col Pd per la presidenza della Repubblica. Il centrodestra dice: «Il centrosinistra non può prendersi tutto». Ha ragione, specialmente se si tiene conto della distanza davvero infinitesimale che separa i due schieramenti.  

Monti?
Ci starebbe. Anzi è l’ipotesi su cui ha lavorato fin dall’inizio, immaginando magari che il ruolo di super partes sarebbe toccato a lui. Del resto, questa è la strada nella quale ha sempre creduto il presidente della Repubblica: procedere col massimo accordo tra le forze politiche e facendola finita con scontri frontali e veti. Napolitano non vuole sciogliere il Parlamento e pensa che un voto a giugno produrrebbe risultati pressoché identici a quelli di febbraio. Cioè, la paralisi. Quindi, mi pare che l’ipotesi di un incarico a Grasso sia a questo punto piuttosto probabile. Come ha del resto fatto capire anche il segretario del Pd. Se un governo Grasso riuscisse a nascere con i voti in cagnesco di Pd e Pdl, nel Partito democratico si aprirebbe una resa dei conti a dir poco sanguinosa.  

Stavamo dicendo di Grillo.
Ha sostenuto che l’incarico andrebbe dato al Movimento 5 Stelle perché il Movimento 5 Stelle è il primo partito. Cosa vera alla Camera, ma falsa al Senato. Gli è stato risposto che la cosa non è proponibile. Il capogruppo di Montecitorio, Roberta Lombardi, ha chiesto le presidenza delle commissioni di garanzia: Copasir e Vigilanza Rai. Tutto bene, se non fosse che usciti dal colloquio Grillo e il capogruppo al Senato Crimi si sono messi a dileggiare Napolitano, sostenendo di averlo trovato più sveglio del solito, ripescando il nomignolo di Morfeo con cui Grillo lo pizzicava in passato. I grillini, convinti di restar giovani per sempre, ce l’hanno con i vecchi, evidentemente, e credono di essere così simpatici da potersi permettere perfino questi atti di puro teppismo.