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 2013  febbraio 26 Martedì calendario

I primi numeri sulle elezioni • Fallimento dei sondaggi • Il Movimento 5Stelle fa meglio di Forza Italia nel 1994 • Bersani perde anche a casa sua • Gli elettori del nord tradiscono la Lega • Tra gli esclusi dal Parlamento c’è anche Di Pietro • C’è una generazione che vivrà nell’austerity perenne • Il Papa scomunica chi diffonde notizie riservate sul Conclave • Cancellate le polpette dal menù Ikea • La difficoltà di trovare il reggiseno perfetto


Elezioni I risultati elettorali: alla Camera il centrosinistra vince sul centrodestra dello 0,4%, appena 125mila voti. Al Senato non c’è maggioranza visto che nessuna delle coalizioni raggiunge i 158 seggi, soglia minima per controllare l’Aula e avere la fiducia di tutti e due i rami del Parlamento. Il Pdl, vincendo nelle regioni considerate in bilico (e a sorpresa pure in Puglia) ha il maggior numero di seggi a Palazzo Madama ma è lontano dalla maggioranza assoluta. Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha chiesto al ministero dell’Interno di non ufficializzare «dati che sono solo ufficiosi, soggetti inevitabilmente ad un margine di errore» e aspettare le verifiche della Cassazione. Il Viminale gli ha risposto che continuerà a fornire i dati degli scrutini. La Lega resiste solo in Lombardia, crolla in Veneto e Piemonte mentre sparisce nelle regioni del Centro. Con i suoi quasi 58 senatori il Movimento 5 Stelle potrebbe essere l’ago della bilancia a Palazzo Madama. Netta sconfitta del centro di Mario Monti, fermo complessivamente intorno al 10%, con i suoi alleati Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini che alla Camera, dove correvano con le loro liste, non superano rispettivamente il 2% e l’1% (e così Fini resterà fuori dal Parlamento). Al Senato Monti conquista 20 senatori e il suo appoggio eventuale al centrosinistra è comunque inutile perché insieme non raggiungerebbero la maggioranza. Fuori dal Parlamento Rivoluzione Civile di Ingroia e Fare per fermare il declino di Giannino. A guardare il numero dei voti in assoluto nessuna coalizione sfonda davvero la soglia del 30%. L’affluenza è arrivata al 75%, cinque punti in meno rispetto alle Politiche del 2008. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Seggi Al momento le tabelle con le proiezioni del CdS dividono così i seggi: al Senato (totale di 315 seggi) 116 vanno al centrodestra, 18 a Monti, 55 al Movimento 5 Stelle, 119 al centrosinistra, altri 1 seggio, più i senatori a vita e quelli eletti all’estero; alla Camera (630 seggi) 121 vanno al centrodestra, 46 a Monti e centro, 110 al Movimento 5 Stelle, 340 al centrosinistra, più 12 seggi per le circostrizioni estere e 1 alla Valle d’Aosta.

Sondaggi/1 Gli instant poll diffusi dai sondaggisti a chiusura delle urne davano altri dati. Tecné per Sky indicava alla Camera: Pd-Sel-altri, 34,5%; Pdl-Lega-altri, 29%; Mov.5Stelle, 19%; Monti, 9,5%. Senato: Pd-Sel-altri, 37%; Pdl-Lega-altri, 31%; Mov.5Stelle, 16,5%; Monti, 9%. L’istituto Piepoli per la Rai dava alla Camera: Pd in una forchetta tra 31-33%; Pdl tra 21-23%; Mov.5Stelle tra 19-21%; Monti tra 6-8%. Al Senato: Pd tra 32-34%; Pdl tra 22-24%, Mov.5Stelle tra 17-19%; Monti tra 7-9%.

Sondaggi/2 Ma perché i sondaggi non ci indovinano mai? Sbagliarono nel 1995 (nella memoria di molti l’immagine di Emilio Fede che piazza bandierine di Forza Italia su 12 regioni salvo poi essere smentito dai fatti), nel 1996, nel 2001 e nel 2006, tanto che in Rai decisero di non usare quelle rilevazioni. Dice Piergiorgio Corbetta dell’Istituto Cattaneo di Bologna: «Nei sondaggi ci sono stati gravi errori tecnici. In Italia i sondaggi si fanno spesso in maniera superficiale: su campioni piccolissimi e ancora basati sull’uso dei telefoni fissi». Piepoli, sondaggista per la Rai, ha un’altra teoria: «Evidentemente la gente ha spesso dichiarato di votare un partito e poi nelle urne ha fatto una scelta diversa» (Barbera, Sta).

Debuttante Il Movimento 5Stelle si presenta come migliore debuttante della storia della Seconda Repubblica, con un 25,4% (dati parziali) alla Camera. Quando mancano 2mila sezioni da scrutinare è il primo partito alla Camera e polverizza il record di Forza Italia, che nel 1994 prese il 21%. I grillini a Genova hanno preso centomila preferenze, tallonando il Pd di Bersani. A Mirafiori, storico quartiere operaio torinese, il movimento ha raggiunto e pareggiato il Pd alla Camera, con il 30,86%. I Cinque Stelle in Veneto hanno spazzato via il Carroccio: al Senato si profilano come il primo partito della regione, doppiando (in percentuale) i leghisti. Trionfo anche in Sicilia 1 con quasi il 35% delle preferenze. A Parma, dove da quasi un anno Federico Pizzarotti guida la città, i grillini hanno preso il 28,03% alla Camera (nel 2011 per le Comunali presero poco meno del 20%).

Bersani A Bettola, paese natale di Bersani, hanno votato soprattutto per il centrodestra. Al Senato la coalizione guidata da Berlusconi ha raccolto 659 voti, il 41%, mentre il centrosinistra si è fermato a 525: il 32,6%. E il Movimento 5 Stelle ha avuto il 17,8%. Simile il risultato alla Camera: centrodestra al 41,9% (700 voti), centrosinistra al 31,6% (534), M5S al 18,4% (312). Comunque, rispetto a cinque anni fa, il centrosinistra ha accorciato la distanza con il centrodestra: allora Pdl e Lega raccolsero il 55,1% dei voti, contro il 27,6% di Pd e Idv.

Lega In Veneto con la quasi totalità delle sezioni scrutinate, la Lega è passata dal 35,1% al 10,9%. E anche in Piemonte c’è ben poco di cui gioire: dal 16,7 del 2010 si passa nella circoscrizione 1 al 3,3%, nella 2 al 6,5%. Persino in Lombardia passa dal 21,6% del 2008 all’attuale 14,1%. Per quanto riguarda il risultato complessivo per il Parlamento, a scrutinio quasi completato i nordisti ottengono il 4,15% a Montecitorio e il 4,32% a palazzo Madama.

Di Pietro «Grillo ha letteralmente cannibalizzato l’Idv. L’ha preso e spolpato. Qualcuno forse ricorderà che nel novembre scorso il comico-politico aveva lanciato il nome di Antonio Di Pietro come un possibile Presidente della Repubblica. Lì per lì sembrò una boutade. Vista con il senno di poi, era il lancio di un’Opa. A questo punto, però, Di Pietro aspetterà con ansia i risultati per le Regionali del Molise per sapere se la débâcle è davvero assoluta o se resterà un posticino per l’Idv: nonostante la rottura a livello nazionale, e a costo di una mezza rivolta della base, Di Pietro a casa sua infatti ha stretto un patto con il Pd e ha candidato il figlio Cristiano. Ma sarà consigliere regionale solo se il centrosinistra vincerà» (Grignetti, Sta).

1970 Calcolo del “Wall Street Journal”: «Gli italiani nati nel 1970, ovvero quelli che oggi hanno 43 anni pagano il 50% in più di tasse sul loro reddito vitalizio stimato, rispetto a chi è nato nel 1952». Sono i «condannati all’ergastolo dell’austerity (quantomeno nella vita professionale) che li perseguita dalla nascita». Questa generazione, inoltre, è destinata a intascare una pensione che sarà la metà di quella degli attuali 60enni. Le cause di questa situazione sono in due fasi critiche dell’Italia: una ancora in corso, la prima risalente al 1992 quando la crisi monetaria e fiscale obbligò all’adozione di misure draconiane e al varo di una revisione del sistema pensionistico che ha spostato tutto l’onere dei tagli a chi si ritirerà nel 2030 (Semprini, Sta).

Motu proprio Sul Motu proprio pubblicato ieri il Papa ha scritto: «Lascio al Collegio dei Cardinali la facoltà di anticipare l’inizio del Conclave se consta della presenza di tutti i Cardinali elettori». In tal modo non ha disposto l’anticipo del Conclave ma ha permesso ai cardinali di deciderlo, se lo vorranno. Del resto ai cardinali è riconosciuta anche «la facoltà di protrarre, se ci sono motivi gravi, l’inizio dell’elezione per alcuni altri giorni», ma sempre entro il massimo di 20 da quando la Chiesa non avrà più un Papa, e cioè dalle otto di sera del 28 febbraio. A scegliere la data, nelle «congregazioni» che si riuniranno all’inizio di marzo, sarà il Collegio cardinalizio al completo, elettori e anche non elettori ultraottantenni. È richiesta la maggioranza assoluta (50 più 1). Il quorum dell’elezione resta fissato a due terzi. Nel Motu proprio c’è anche scritto che tutte le persone «che per qualsivoglia motivo e in qualsiasi tempo venissero a conoscenza da chiunque di quanto direttamente o indirettamente concerne gli atti propri dell’elezione e, in modo particolare, di quanto attiene agli scrutini avvenuti nell’elezione stessa, sono obbligate a stretto segreto con qualunque persona estranea al Collegio dei Cardinali elettori», pena la scomunica automatica, che scatta senza bisogno che il colpevole sia scoperto.

Polpette Ritirate dai 20 negozi italiani Ikea le polpette köttbullar perché si è scoperto che contengono carne di cavallo mentre in teoria dovrebbero essere solo di manzo. Nel 2012 nei punti vendita italiani Ikea sono state servite 800mila porzioni di köttbullar nei ristoranti e altre 600mila vendute nel negozio.

Misure True&Co è un sito dove comprare reggiseni. Si vantano di riuscire a trovare quello perfetto per la cliente: basta rispondere a una serie di domande e alla fine, grazie a un algoritmo, si ha la selezione dei modelli più adatti e della misura giusta. La cliente sceglie il preferito, ma le vengono spediti anche i reggiseni proposti dall’algoritmo. Dicono che le donne spesso si tengono i capi scelti dal computer e restituiscono quelli per cui avevano optato inizialmente. L’idea dell’algoritmo è stata di Michelle Lam, ex dipendente Microsoft, che si è detta traumatizzata dall’aver trascorso due ore nel camerino di un negozio per trovare il reggiseno più adatto (Vincenzi, Rep).

(a cura di Daria Egidi)