Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  febbraio 13 Mercoledì calendario

Biografia di Nazzareno Carusi

• Celano (L’Aquila) 9 novembre 1968. Pianista. Allievo di Alexis Weissenberg e Viktor Merzhanov. «Pianista eccellente e musicista di altissimo valore» (Riccardo Muti). «Uno dei musicisti più completi che abbia conosciuti» (Paolo Isotta).
• È stato fra i più giovani professori ordinari d’Italia. Oggi è titolare di “Musica da Camera” al Conservatorio di Adria dopo esserlo stato a Bari, Trieste e Udine. Negli anni ’90 è stato assistente di Viktor Merzhanov. Ha tenuto master class in tutto il mondo. Dal 2001 al 2006 è stato artist-in-recidence della Northeastern Illinois University di Chicago. Dal 2013 è titolare «per chiara fama» della cattedra di Musica da Camera della Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola.
• Ha pubblicato sette dischi: Nottuno (Emi, 2008), Live al Teatro alla Scala (Mozart e Schumann, Emi 2009, con Francesco Di Rosa, Fabrizio Meloni e Danilo Rossi), Live al Teatro Colon (Musorgskij, Emi, 2009), Live in Chicago (Scarlatti, Emi, 2009), le due Sonate op. 120 di Brahms per pianoforte e clarinetto (Amadeus, 2006, con Fabrizio Meloni), la Sonata op. 123 di Saint-Saëns per violoncello e pianoforte (Eloquentia, 2011, con Luigi Piovano), Petrolio (Carosello Records, 2011).
• Nel 2018 usciranno i Quintetti per pianoforte e fiati di Mozart e Beethoven con Alessio Allegrini, Francesco Di Rosa, Fabrizio Meloni e Gabriele Screpis (Deutsche Grammophon) e The London Debut con Eleonora Buratto (Warner).
• Dal maggio 2016 è Consigliere artistico del Concorso Internazionale Pianistico “Ferruccio Busoni” di Bolzano.
• Scrive per Panorama e per il Giornale.
• Nel 2008 ha realizzato la sigla finale di Lucignolo e ha partecipato a Zelig. Dal 2009 al 2011 ha tenuto la rubrica “Pillole di classica” per Mattino Cinque (Canale 5). Nel 2010 ha firmato un contratto artistico esclusivo con Mediaset. Dal 2010 al 2014 ha tenuto rubriche non solo musicali su per Libero e per il TgCom24.
• Nel 1999 ha vinto il Premio Alexis Weissenberg ad Engelberg (Svizzera).
• Nel 2013 gli è stata attribuita la Menzione Speciale del Premio Giustiniano.
• Nel 2012 è stato nominato Ambasciatore d’Abruzzo nel Mondo. «Ha tenuto tre concerti a Toronto, Ravenna e Macerata, il cui incasso di 40mila euro è stato devoluto alla parrocchia madre di Celano, che ha subìto diversi danneggiamenti. “Quello che posso fare è suonare”, conclude il pianista, “e anche se è solo una goccia nel mare, ho deciso così di aiutare la mia terra”» (a Brunella Bolloli, Libero 24/12/2009).
• «Per la mia formazione è stata decisiva mia madre. È stata lei ad avvicinarmi al pianoforte» (a Mario Leone, Tempi 11/6/2012).
• Vive a Ravenna «per amore» e ha quattro figli.
Critica «Nazzareno Carusi ha tanti difetti: è invadente, logorroico, insistente, casinista, dice anche le parolacce. A Nazzareno Carusi non piacciono i parrucconi, i professoroni, i sermoni e le rigidità accademiche, soprattutto se riguardano il suo mondo, che è la musica classica. Nazzareno Carusi, se non lo avessi sentito suonare l’avrei preso per un chitarrista di heavy metal. Mi ha insospettito il suo taglio di capelli. Nazzareno Carusi ha un nome che se non fosse vero sembrerebbe ideato a tavolino da qualche genio del marketing. Nazzareno Carusi a volte è insopportabile ma sprigiona una vitalità così dirompente che ti lascia talmente intontito da riuscire a sopportarlo. Sempre. Nonostante tutto ciò, Nazzareno Carusi è invitato a suonare spesso nei templi della musica classica, al Teatro alla Scala di Milano, alla Carnegie Hall di New York, al Teatro Colon di Buenos Aires. Nazzareno Carusi quando suona si diverte. E suona divinamente» (Patrizio Romano, Emi Music Italy - Director Catalogue, Classic and Jazz, 9/2009).
• «Nazzareno Carusi è un musicista sofisticato e un pianista travolgente, perché alla evidente potenza d’interprete somma una personalità e una cultura profonda ed eclettica, la cui misura va oltre i confini musicali. Ha poi un talento naturale d’immedesimazione artistica e letteraria e possiede un carattere forte, condizione necessaria per stabilire quella complicità di anime che fa del nostro “Discorso a Due” un pezzo unico. Infine, con il tempo, l’ammirazione reciproca è diventata certamente un’amicizia sincera e radicata. E questo non era affatto scontato» (Vittorio Sgarbi).
• «Nazzareno Carusi è tra i maggiori musicisti italiani di oggi» (Guido Barbieri, Radio3 Suite 9/8/2016).
• «Considero Nazzareno Carusi un virtuoso del pianoforte di statura internazionale. Ammiro la sua tecnica, la sua espressività e la sua straordinaria musicalità» (Viktor Merzhanov).
• «Nazzareno Carusi è un maestro anticonformista» (Gianni Riotta).
• «La Musica da Camera non è un rifugio e Carusi è un genio» (Franco Scala, fondatore dell’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola, a Mario Pugliese, La Voce 16/2/2016).
• «È una vecchia storia quella del modo di interpretare la musica per tastiera del periodo barocco sui moderni strumenti. Alcuni pianisti la suonano come se il pianoforte fosse un clavicembalo, senza nessun impatto “musicale”, meccanicamente. Altri suonano Scarlatti come se fosse un autore dell’Ottocento, come Hummel o gli altri della prima epoca romantica. Poi ci sono gli “horowitziani”, che usano questi gioielli deliziosi come bis di concerti all’ora del thè. Invece, il modo in cui Nazzareno Carusi affronta la delicata materia è più o meno il solo davvero convincente. Egli suona sul pianoforte moderno con lo spirito del clavicembalo, ma evitando l’approccio puramente tecnico e mostrandoci tutte le possibilità di un’autentica e sincera retorica musicale. E questo rende unica la sua lettura di Scarlatti» (Cord Garben, Brahms Gesellschaft 18/9/2009).
• «Pianista classico virtuoso, ha un chiodo fisso: far arrivare la musica classica anche a chi ne è a digiuno. “Ho fatto la sigla di Lucignolo. Ho suonato il Chiaro di luna di Beethoven con un picco d’ascolto di 2 milioni di spettatori. (...) Ma anche a Zelig è andata benissimo: da una gag con Claudio Bisio è nata la possibilità di suonare al pianoforte una sonata di Scarlatti. E il risultato è stato eclatante. In quel momento, davanti allo schermo, c’erano 9 milioni di persone» (Gianni Poglio, Panorama 5/3/2009).
• «Un pianista classico a Mediaset. Il pianista Nazzareno Carusi ha firmato un contratto artistico in esclusiva con Mediaset. È la prima volta che una tv commerciale mette sotto contratto un pianista di musica classica. La collaborazione di Carusi con Mediaset è iniziata nell’estate 2008, con la sigla finale di Lucignolo. Dopodiché ha partecipato a Zelig e con Mattino 5» (L’Unità 10/4/2010).
• «Nazzareno Carusi è un bravissimo musicista, un pianista singolare, lontano da ogni strada tracciata, di forza comunicativa enorme e sono molto contento dell’accordo. È giusto che la televisione dia spazio ai nuovi talenti. La musica classica è una parte fondamentale dell’arte e della cultura. Non deve rimanere qualcosa di riservato a un’elite» (Fedele Confalonieri a Virginia Perini, AffarItaliani 28/4/2010).
• «Con Claudio Brachino abbiamo portato di mattina e su una rete generalista come Canale 5 brani anche di Schönberg e Berio. Solo che li abbiamo abbinati a notizie o immagini che in qualche modo riguardavano sia loro che la vita d’oggi. È stato un escamotage per farli passare, e ha avuto notevole successo. Ma sono sicuro se ne possano trovare altri. Vede, non è che siccome questi sono genii inarrivabili debbano per forza essere estranei al grande pubblico. La bellezza di un’opera d’arte arriva sempre, arriva a tutti. Non bisogna essere storici della pittura o pittori per restare senza fiato di fronte alla Cappella Sistina. E lo stesso vale per la musica classica. Il suo problema con la tv è solo il modo in cui ci va, non la sua sostanza» (a Mario Leone, cit.).
• «La definizione migliore di Nazzareno Carusi è “note roventi”, come la rubrica che ha tenuto per il Tgcom24: la musica non come compiacimento estetico ma come espressione di passione, cultura, storia. E se necessario anche polemica» (Mario Giordano).
• «Petrolio (Carosello Records). Carusi scompone la musica e la ricompone in modi che risentono di un modello, Glenn Gould, senza veramente assomigliare al modello» (Antonio Ranalli, Italia Oggi 24/4/2011).
• «Nazzareno Carusi ha pubblicato un Cd di fogli d’album, Notturno, cosa raffinatissima, degna di un concerto di Magaloff» (Paolo Isotta, La virtù dell’elefante, Marsilio, 2014).
Collaborazioni Curioso ed eclettico, ha diviso il palcoscenico anche con intellettuali e artisti non classici. «Se la contaminazione fra generi è accostamento, magari fatto da grandi artisti, va bene. Se diventa perdita di identità, no» (a Carlo Muscatello, Il Piccolo 27/4/2010).
• «Nazzareno Carusi e io abbiamo la stessa voglia di abbattere gli steccati che circondano la musica» (Lucio Dalla, nel 2009).
• «Carusi e Satragno un duo insolito che convince. È un’operazione creativa sulla memoria quella che il pianista Nazareno Carusi e la cantante jazz Danila Satragno hanno immaginato su Schumann e Chopin per il concerto ascoltato negli Incontri Asolani. Prendi la sonata in si minore, prendi i Dichterliebe, scomponili e riscrivi una storia che sia coerente, plausibile e – possibilmente – piaccia. Gli amori del poeta sono declinati in jazz style, con un canto nuovo. Nobile a modo proprio e penetrante, colto ma frutto di una cultura altra. E il pianoforte riporti pure il tessuto di Schumann ma si lasci articolare in nuove agogiche, in rubati diversi, in code. Pregi e difetti dell’operazione in grande sintesi. Piace l’accostamente davvero molto intenso dei due artisti. Ci sono lieder, da Ich will meine Seele tauchen a Ich grolle nicht che d’ora in poi riuscirà più difficile immaginare nella versione originale. C’è intelligenza e gusto nelle intenzioni di entrambi» (Elena Filini, Il Gazzettino 21/9/2010).
• «Queste incursioni nella musica classica mi fanno molto bene e mi rendono felice. Certo potevo realizzarle solo con un pianista come Nazzareno Carusi, che ha un’apertura mentale pazzesca. Un pianista classico che ha la testa solo dentro quel mondo lì, non avrebbe potuto affrontare un concerto del genere. Carusi non è un improvvisatore ma è un musicista che sa ascoltare» (Fabrizio Bosso a Nico Conversano, JazzItalia 8/2011).
• «Dalla e Carusi, nella loro versione del Nessun dorma, vanno continuamente dentro e fuori il brano stesso, ma mai fuori senso musicale» (Marco Mangiarotti, Matrix ,Canale 5 4/3/2012).
• «Coraggiosa, Giulietta: a 14 anni era già morta d’amore. A ucciderla erano stati il suo nome e cognome. Lei, sciocchina, credeva che i nomi non contassero, che smettendo di chiamare rosa una rosa, il suo odore non sarebbe mutato. Shakesperare, che crudele, la fece morire proprio perché si chiamava Capuleti e in quanto Capuleti non avrebbe mai potuto sposare un Montecchi, dimostrando così, a lei e a noi, che al destino contenuto nel proprio nome non si sfugge. Il pianista Nazzareno Carusi e lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco sono l’esempio perfetto di come nascere in un certo posto e chiamarsi in un certo modo diano forma e direzione ai passi che mettono in cammino la vita. Era quindi inevitabile che finissero a congegnare insieme l’esibizione perfetta, dove ciascuno estrinseca il potere dell’altro. Carusi con il pianoforte, che obbedisce al suo nome da compaesano di Gesù – in paradiso si parlerà anche greco antico, ma la voce di Dio è musica - e al suo cognome da musicista, e Buttafuoco con voce e parole, che incarnano le pietre e le ali del suo nome insieme alla promessa lavica del suo cognome, si sono dati appuntamento al festival della musica da camera di Asolo, il comune del trevigiano dove Pietro Bembo ambientò i suoi celebri dialoghi amorosi. (…) Lo spettacolo si chiama Notturno a Shakespeare» (Simonetta Sciandivasci, Il Giornale 24/8/2014).
Concerti «I Solisti Della Scala Trio: Carusi, Di Rosa, Meloni. Una serata d’arte mozzafiato. […] Carusi ha trasformato la tastiera in un’orchestra di cento elementi» (Cecelia Porter, The Washington Post 25/4/2005).
• «Amburgo. Meloni e Carusi alla Johannes-Brahms Gesellschaft […] Soprattutto la parte pianistica della Sonata in mi bemolle maggiore op. 120 del compositore amburghese è stata eseguita in modo completamente nuovo e pieno di spirito, libero da patetismi e toni pesanti. Gli ascoltatori suoi concittadini, assuefatti a un certo modo di suonare il loro Brahms, hanno provato e accettato la magnetica scossa data loro dalla novità del non-legato del pianista Nazzareno Carusi, il quale comunque non ha negato, a suo piacere e di tanto in tanto, suoni pieni e intensi, tradizionalmente alla Brahms. [...] Nel Gran duo concertante op. 48 di Weber entrambi i musicisti hanno brillato d’un livello tecnico incredibile e spericolato. Un insieme praticamente perfetto e una scala completa di espedienti espressivi hanno fatto dell’ascolto di questo capolavoro – raramente eseguito e spesso sottovalutato – un’avventura indimenticabile. La stessa cosa si dica della Sonata di Francis Poulenc» (Cord Garben, Amadeus 2/2008).
• «Carusi canta [la Sonata op. 109 di Beethoven, ndr] con soavità solennissima e sintetica: e in questo si vede che proviene dalla scuola russa, giacché nella sua interpretazione tu sentivi Gilels e Richter che gli stavano dietro quasi angeli custodi» (Paolo Isotta, Corriere della Sera 4/5/2015).
• «Carusi era al suo debutto al San Carlo. La serata è iniziata proprio con l’insigne ospite che da solo ha proposto i numeri 3 e 4 dall’opera 90 di Schubert, gli Improvvisi, famosissimi. Queste musiche sono state realizzate come visioni paradisiache dotte e consolanti al contempo più che come improvvisazioni d’ispirazione estemporanea, con mirabile bel suono, magnificamente levigato, procedere lucido e sognate insieme, prova di sopraffina abilità nell’uso del timbro, del legato, del tempo medesimo. E dopo tanta finezza il pianista ha mostrato doti sorprendenti per varietà di atteggiamento e ben consapevoli scelte espressive fondate su levità volta in arguzia e verve, discretissima festosità nella realizzazione della sua parte nella “Trota”, ponendosene al centro un po’ ovviamente sia data la singolare costruzione del lavoro sia un po’ per la sua arte» (Massimo Lo Iacono, Il Roma 9/5/2016).
• «Eleonora Buratto e Nazzareno Carusi alla Wigmore Hall (…) A vucchella, eseguita per bis, ha chiuso la serata in trionfo» (Amanda-Jane Doran, Classical Source 10/10/2016).
• «Un pianista nel regno delle libertà. (…) Carusi, con una bravura invulnerabile, ha esibito un tratto pianistico di libertà estreme. E la cosa più incredibile è che funzionavano meravigliosamente bene» (Pablo Kohan, La Nación 22/11/2016).
• «Gli interpreti [Alessio Allegrini, Francesco Di Rosa, Fabrizio Meloni, Gabriele Screpis] sono considerati fra i migliori esponenti delle due massime orchestre italiane, coadiuvati da uno strepitoso pianista come Nazzareno Carusi. (…) L’interazione tra i cinque solisti è stata sempre di una chiarezza estrema: un meccanismo espressivo, un perfetto gioco d’incastri, non solo sul piano puramente tecnico, ma anche su quello del bilanciamento timbrico, del lavoro sui colori e le sfumature, della comunione d’intenti che regola la visione generale e l’economia espressiva dei brani, all’insegna di una geometria delle emozioni, vitale, dai profili limpidi nella definizione degli infiniti sfumati, resi con somma raffinatezza di tratto» (Gianni Villani, L’Arena 13/11/2017).
Politica Il 7 maggio 2014 Silvio Berlusconi lo ha nominato Responsabile Nazionale Musica di Forza Italia.
• «Voi sapete che Nazzareno Carusi è un grandissimo pianista, quindi io lo ringrazio di essersi unito a questa nostra avventura di Forza Italia» (Silvio Berlusconi).
• «Può immaginare la mia simpatia naturale per tutto ciò che bastoni la politica di oggi. Perché è fatta da ignoranti, ignoranti ancora più che ladri. Il peggio del peggio. Viva Grillo quindi, per certi versi. Ma attenzione, perché il M5S ha nel web sia il motore che il filtro. Il motore è strepitoso, ma il filtro non funziona. Perché in rete c’è tutto e il suo contrario, e nulla, invece, può sostituire la conoscenza, il sapere vero, la cultura propria personale, il rapporto coi libri e quello diretto, fisico fra le persone. Bauman ha ragione, la nostra è una società liquida. Io aggiungerei che internet, uno dei suoi dèi maggiori, se non lo si maneggia con cautela fa acqua da tutte le parti» (a Mario Leone, Tempi 11/6/2012).
• «Le nostre idee politiche sono all’opposto (io sono un vecchio comunista), ma questo non c’entra nulla con la Musica; e quando si parla di mettere le mani sul pianoforte allora con Nazzareno Carusi c’è da togliersi il cappello» (Carlo Boccadoro)
• «Personalità anarchica e singolare che conosco bene, la sua, e ne fa un artista lontano dalle comuni strade musicali anche per la capacità di cimentarsi in ambiti diversi. Un eclettismo raro che però, se da un lato ha originato cose incantevoli come i duetti su Purcell, Schubert e Schumann col trombettista jazz Fabrizio Bosso e i recital teatrali “Discorso a due” (con Vittorio Sgarbi) e “Notturno a Shakespeare” (con Pietrangelo Buttafuoco), dall’altro ha teso a volgersi in colpevoli distrazioni. Come quando in primavera 2014, forse per l’amicizia che lo lega a Fedele Confalonieri, accettò da Berlusconi la nomina a Responsabile Nazionale Musica di Forza Italia» (Giulia Ambrosio, Amadeus 16/6/2017).
• «Nazzareno Carusi è un grande pianista e politico» (Dario Franceschini).