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 2002  giugno 24 Lunedì calendario

Cogne, Grosso lascia Taormina nuovo difensore

La repubblica, martedì 25 giugno

È il durissimo scontro tra avvocati a fare ormai da protagonista nel delitto di Cogne. L’avvocato Carlo Federico Grosso, difensore di Anna Maria Franzoni, accusata dell’omicidio del piccolo Samuele, ha deciso di lasciare il suo incarico. Il motivo, la nomina da parte della famiglia Lorenzi di Carlo Taormina a secondo difensore. L’ex sottosegretario agli Interni ha accettato la nomina, augurandosi che però Grosso torni sui suoi passi e accetti nuovamente di difendere la signora: «Potevamo essere una coppia perfetta».

Ma Grosso non è dello stesso parere: «Il sottoscritto – ha spiegato – ha fatto presente che un grottesco affollamento di avvocati di persone offese difficilmente coordinabili tra loro avrebbe rischiato di recare danno anziché vantaggio alla difesa di Anna Maria».

Il «grottesco affollamento» cui Grosso allude è quello che si è creato attorno alle indagini della difesa dopo che nei giorni scorsi Stefano Lorenzi, marito della Franzoni, ha annunciato di aver nominato un avvocato-detective di «parte offesa», come si dice tecnicamente, per indagare sulla morte del figlio Samuele. E dopo che anche uno zio della piccola vittima, Emanuele Franzoni, fratello di Annamaria, ha fatto lo stesso nominando un suo legale, sempre «di parte offesa».

 

Dopo i due legali detective, l’arrivo di Taormina. Troppo per l’avvocato Grosso che, avuta conferma proprio oggi dalla sua cliente circa la decisione di scegliere l’ex sottosegretario all’Interno per difenderla, ha giudicato «non più sussistenti le condizioni fiduciarie minimali per continuare nella difesa di Anna Maria Franzoni».

Insomma, se Grosso ha accettato «di buon grado nelle scorse settimane che le famiglie Lorenzi e Franzoni nominassero due difensori di persona offesa allo scopo di compiere indagini difensive», consentendogli così «di concentrare la sua attenzione sulla contestazione della impalcatura accusatoria della procura di Aosta», l’arrivo di Taormina fa insorgere «con la propria cliente rilevanti divergenze sul modo di gestire la difesa».

Taormina è infatti intervenuto in modo pesante nella vicenda di Cogne sin dal febbraio scorso (a un mese dall’uccisione di Samuele) quando accusò i magistrati di Aosta di «incapacità professionale» e chiese al ministro della Giustizia un’ispezione in Procura per verificare le competenze degli inquirenti. In quell’occasione Taormina se la prese anche con i carabinieri del Ris, accusando il loro ufficiale di non saper fare molto altro che «sfoderare grandi sorrisi nelle grandi trasmissioni televisive».

Una visione, quella dell’ex sottosegretario agli Interni, che l’avvocato Grosso dice di non poter condividere. Se la famiglia Franzoni agisce «sul presupposto che l’accoppiata difensiva Grosso-Taormina avrebbe rappresentato un tandem di eccezionale efficacia», per Grosso invece «le modalità molto differenti di interpretare il processo penale che esistono tra lui e Taormina stesso rendono non proponibile e dannosa per la stessa difesa, la ipotizzata collaborazione». Per Grosso dunque non c’è altro da fare che «dismettere il mandato di difensore di Anna Maria Franzoni».

«No comment». È tutto quello che Anna Maria Franzoni ha detto alla notizia delle dimissioni del suo avvocato. Raggiunta telefonicamente a Monteacuto, la donna si è limitata a dire: «Non confermo e non smentisco. Quando avremo qualcosa da comunicare, la famiglia lo farà direttamente».

Taormina, intanto, si prepara al nuovo incarico. «Dopo averci pensato un po’, ho accettato», ha spiegato ai giornalisti questo pomeriggio alla Camera. Le remore dell’ex sottosegretario agli Interni derivavano «dalla decisione di Grosso di abbandonare la difesa. Potevamo – dice – costituire una perfetta coppia, un’ottima sinergia. Certo, però, l’avvocato Grosso può sempre ripensarci. È sempre il benvenuto».

La redazione