11 settembre 1919
La partenza di d’Annunzio ammalato: «il dado è tratto»
• Alle 13.30 Gabriele d’Annunzio in divisa da tenente colonnello dei Lancieri di Novara lascia la propria abitazione di Venezia e raggiunge in motoscafo la Punta di San Giuliano (Mestre). Di qui si dirige in automobile a Ronchi, dove sono accampati i Granatieri di Sardegna che il 25 agosto hanno lasciato Fiume. Arriva vero sera insieme a l’attendente Italo Rossignoli, l’aviatore Guido Heller e il ten. Frassetto. [Il ventennale della marcia di Ronchi, 1939]
• Prima di partire d’Annunzio ha lasciato due lettere. Una per l’amica Luisa Beccara: «Sono malato. Ieri ebbi la febbre a 39! Stamani è diminuita. Ma parto. È necessario. Arrivederci!»; l’altra a Benito Mussolini: «Mio caro compagno, il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d’Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Anche una volta lo spirito domerà la carne miserabile... Sostenete la Causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio. » [Castellini, St. Ill. 9/1969]
• Il generale Vittorio Emanuele Pittaluga da Fiume: «In quella notte, tiepida e stellata, si notava per le vie della città un gran via vai di persone: pareva che nessuno volesse andare a dormire. Tutto diceva, dunque, che un quid d’insolito stava per accadere e che lo spirito di fiume vibrava in un angoscioso stato d’attesa. »[ Pittaluga 1923]