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 2012  agosto 12 Domenica calendario

Ogni anno, di questi tempi, siamo costretti a comporre il cosiddetto “articolo dell’esodo”, un pezzo che deve dar conto delle file in autostrada, delle partenze intelligenti o sceme degli italiani, se gli italiani in viaggio siano in più o in meno rispetto a prima, dove vogliano andare e perché, mare pulito, lamentele di alberghi e ristoratori perennemente scontenti, eccetera eccetera

Ogni anno, di questi tempi, siamo costretti a comporre il cosiddetto “articolo dell’esodo”, un pezzo che deve dar conto delle file in autostrada, delle partenze intelligenti o sceme degli italiani, se gli italiani in viaggio siano in più o in meno rispetto a prima, dove vogliano andare e perché, mare pulito, lamentele di alberghi e ristoratori perennemente scontenti, eccetera eccetera. Quando capita si dà anche conto dei vecchi rimasti in città, povere creature troppo spesso abbandonate, dimenticate, sole e soffocate dall’afa. L’insieme è di solito farcito di sondaggi alla buona, forniti da istituti che pretendono di spiegarci il come e il perché dell’esodo. C’è poi regolarmente il capitolo intitolato “aumento della benzina”, sempre presente a Ferragosto perché qualunque rincaro, motivato da qualunque ragione, parte sempre in questo periodo dell’anno.

Che cosa scrivemmo l’anno scorso?

Giravano parecchi sondaggi ridicoli, cifre sparate a caso che, com’è nostro costume, demolimmo numero per numero. Non ricevemmo smentite né repliche e quest’anno le stesse sigle che l’anno scorso s’erano fatte belle con questa sociologia d’accatto se ne sono state saggiamente zitte. Nessuna analisi troppo intelligente o informata, dunque, e solo qualche numero sugli ingorghi che viene fornito dall’Anas. Quest’anno possiamo offrire anche un’informazione diretta: siamo già stati al mare, isole Tremiti (magnifiche), e sulla via del ritorno, venerdì 10 agosto, abbiamo percorso in autostrada la tratta Termoli-Orte, percorrendo cioè anche la Pescara-Roma, l’autostrada che porta i romani sulla costiera Adriatica. Beh, non c’era nessuno. La crisi esiste.

Che numeri dà l’Anas?

Conferma la nostra sensazone di venerdì: traffico praticamente inesistente in uscita da Roma, strade vuote in Campania, in molte zone dell’Abruzzo, di Umbria e Marche. In Sicilia c’è il caos dovuto alla crisi di Wind Jet. Ma mi faccia su questo l’ultima domanda.

Al Nord invece?

Al Nord sarebbe andata addirittura meglio dell’anno scorso. Metto le virgolette (è un dispaccio Anas, cioè della società Autostrade): «Si segnala un maggior flusso di veicoli rispetto allo scorso anno in particolare in Lombardia, Emilia Romagna, Campania e Calabria. Code di alcune ore al traforo del Frejus e in corrispondenza dei valichi verso la Svizzera, la Slovenia, Ventimiglia e il confine francese. I tratti di coda sulla A22, tra Verona e San Michele all’Adige, direzione Brennero, assommano a 100 chilometri. Altri dieci chilometri di coda sulla A10 in direzione Ventimiglia e sulla A9 alla frontiera con la Svizzera, allo svincolo tra Fino Mornasco e Chiasso». Sono servite due ore anche per imboccare il Traforo del Monte Bianco verso la Francia. Per andare da Cesena e Riccione, causa gli stop and go provocati dalle code, c’è voluta un’ora e mezza. Eccezione al deserto del Sud l’imbarco a Villa San Giovanni per la Sicilia: due ore di attesa.

Poi c’è il capitolo rincaro della benzina.

Sì, tema fisso di ogni Ferragosto. Quest’anno si sapeva che all’11 di agosto – cioè ieri - sarebbe scattata l’accisa in favore dei terremotati dell’Emilia, decisa lo scorso novembre all’interno della legge di Stabilità (uno degli ultimi atti del governo Berlusconi). Si tratta di incassare 4,2 euro per ogni mille litri di carburante che nel normale pieno del cittadino si traducono in un aumento di 0,51 centesimi. Ai terremotati, grazie a questa accise, dovrebbero andare 65 milioni. Aggiungiamo le oscillazioni verso l’alto del prezzo internazionale della benzina, che sta intorno ai 664 euro per mille litri (+9% rispetto a un anno fa) e del diesel, 684 euro per mille litri (+6%). Il prezzo alla pompa ne ha subito risentito: stiamo viaggiando rapidamente verso l’euro e 880 al litro, in qualche caso addirittura l’euro e 890. Stiamo cioè tornando ai picchi di marzo (1,905). Non sto a dirle le conseguenze di questo, che sa benissimo: rincaro generalizzato per tutte le merci che viaggiano su gomma, ulteriore disaffezione – forse benefica – nei confronti dell’auto, eccetera.

Che cos’è questa storia di Wind Jet?

È la piccola compagnia di Antonino Pulvirenti – il padrone del Catania Calcio – che garantiva soprattutto i collegamenti sulle tratte da Catania e Palermo verso Roma e Milano. Non regge il confronto col mercato e Alitalia doveva comprarsela. Ma l’Antitrust è intervenuta, imponendo ad Alitalia, se voleva subentrare su quelle tratte, di vendersene altre, per non creare un regime di monopolio, cosa che all’Alitalia non interessa. Ci sono 500 posti di lavoro a rischio e, in questo momento, gente che ha in mano un titolo di viaggio inutilizzabile e dovrà sborsare altri 80 euro per salire su un aereo Alitalia o Air One o Meridiana o Blue Panorama. Domani Passera incontrerà le parti. Ma ne diciamo di più nella notizia qui accanto.

[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 12 agosto 2012]