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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Alessandro Siani

• Napoli 17 settembre 1975. Attore. Debutto sul grande schermo con Ti lascio perché ti amo troppo (Francesco Ranieri Martinotti, 2006), poi Natale a New York (2006) e Natale in crociera (2007), entrambi di Neri Parenti, La seconda volta non si scorda mai (con Elisabetta Canalis, regia ancora una volta di Martinotti, 2008), «eccessivo nelle napoletanità stilistiche folk di soggettini prolungati e prevedibili senza la fulminea genialità di Troisi» (Maurizio Porro), Benvenuti al Sud (Luca Miniero, 2010), La peggior settimana della mia vita (Alessandro Genovesi, 2011) e Benvenuti al Nord (Miniero, 2012). Nel 2013 ha diretto e interpretato il film Il principe abusivo. Due libri: Un napoletano come me (Rizzoli 2010) e Non si direbbe che sei napoletano (Mondadori 2011).
• «È da tempo un fenomeno locale: a teatro i suoi spettacoli sono sempre “sold out” e anche per il film qualche cinema ha dovuto organizzare proiezioni dopo la mezzanotte. Il comico è nato a “Telegaribaldi”, una striscia televisiva che riusciva a insidiare con i suoi ascolti anche le trasmissioni delle tv nazionali e prima di arrivare al cinema è passato per Buldozer e Buona Domenica» (Biagio Coscia). Nel 2007 conduttore di Tribbù (Raidue).
• «Il mio presupposto è quello di raccontare non la Napoli dei furbastri ma quella delle persone legate ai sentimenti e alle canzoni d’amore».
• «Evito le gag volgari perché superflue. Le rifiuto anche nei film natalizi di Aurelio De Laurentiis, nonostante lui mi provochi dicendo “Aho, ma che te costa dì ’na parolaccia?”» (a Gianni Valentino).
• In realtà si chiama Alessandro Esposito: «Ho scelto di cambiare cognome il giorno della mia prima audizione per una tv locale, a Napoli. Mi presento e scopro che, prima di me, c’erano in fila altri sedici Esposito. Ho detto: “Nun’ è possibile, chista è n’epidemia (non è possibile, questa è un’epidemia)”. Ed è nato Alessandro Siani» (Gabriele Parpiglia) [Chi 14/3/2012].
• Di Massimo Troisi (1953-1994) dice: «Niente paragoni, è una cosa anche antipatica. Lui è dio, io sono un chierichetto» (a Valerio Cappelli).