Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Antonio Presti

• Messina 12 maggio 1957. Imprenditore. Morto il padre, a 27 anni ereditò una notevole fortuna: molte case, un’importante ditta di costruzioni e 40 operai a Santo Stefano di Camastra. Deciso a ricordare il padre costruendo una grande croce nel letto della vicina fiumara di Tusa, l’incontro con lo scultore Pietro Consagra lo convinse invece a realizzare una scultura astratta in cemento armato alta 20 metri. Presente all’inaugurazione (16 ottobre 1986) tutto il mondo dell’arte, si scoprì una passione per il contemporaneo che lo portò a creare la Fiumara d’arte, gigantesche sculture di Tano Festa, Hidetoshi Nagasawa, Piero Dorazio, Italo Lanfredini e altri disseminate nei terreni del demanio pubblico sui monti Nebrodi, con conseguenti denunce per abusivismo, sequestro delle sculture e sentenze di demolizione. Le opere d’arte infine riconosciute come tali, dal 2005 la loro manutenzione è affidata allo Stato. Dal 2002 si è trasferito a Catania per la rinascita culturale del quartiere disastrato di Librino, invitando a sue spese poeti e scrittori da tutta Italia a parlare con i bambini e le loro famiglie. Notevole a Tusa il suo “Atelier sul mare”, albergo con 40 stanze 30 delle quali affrescate da altrettanti artisti.
• «Un’eredità non solo ingente ma anche scomoda. “Non sapevo niente di quel mondo delle costruzioni e delle tangenti, io studiavo ingegneria a Palermo e amavo gli artisti. Ma decisi di non sedermi ai tavolini degli appalti e di non pagare il 10 per cento alla mafia. Di solito o ti ammazzano o ti fanno fallire: il lavoro non arriva più, le banche ti chiedono improvvisamente di rientrare subito dai debiti, non trovi un avvocato che sia disposto a difenderti: quello che è successo a me”. Dopo otto anni di lotte, Presti dovette chiudere l’azienda. Ma rovinò l’ultimo atto della manovra ordita ai suoi danni: non vendette l’impresa a chi l’aveva condannato (e che lui poi denunciò pubblicamente, facendo scattare una serie di arresti quando scoppiò Tangentopoli). Quel posto, due decenni dopo, è un inquietante santuario ferroso di nastri, carriole, camion arrugginiti: un monumento alla resistenza (...) Testate come Le Monde, l’Herald Tribune o la Cnn hanno visto in Presti un personaggio emblematico per raccontare l’Italia. E si sono innamorate di lui (…) Battezza il 21 marzo 2010 una nuova opera della Fiumara, la prima a nascere con tutte le autorizzazioni, un’imponente piramide di 30 metri realizzata da Mauro Staccioli in acciaio corten, quello delle navi, un materiale che prende un colore rossastro (...) Certo, ancora dopo trent’anni Presti sente sussurrare ogni tanto alle spalle “ma pi ccu u fa?”, ma per chi lo fa? “Una volta mi arrabbiavo, ora non m’importa. Seguire la propria utopia in questa società degradata è un privilegio. E mi fa sentire leggero, sereno”» (Alessandro Cannavò) [Cds 14/3/2010].
• Amico di Rosario Crocetta, che «è stato a lungo suo ospite in albergo a Castel di Tusa, e questo sembra essere diventato un limite per un uomo che ha sempre agito liberamente. Anche se l’amicizia si è incrinata con il “gran rifiuto”, il no all’incarico di assessore regionale ai Beni culturali che rischiava di diventare, per Presti, una trappola politica e non un’opportunità per portare avanti quel cambiamento in cui lui ha sempre creduto» (Nino Amadore) [S24 6/5/2013].