Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Claudio Petruccioli

• Terni 22 marzo 1941. Politico e giornalista. Dal luglio 2005 al marzo 2009 presidente della Rai. Eletto alla Camera nel 1983 e nel 1992, al Senato nel 1994, 1996, 2001 (Pci, Pds, Ds).
• Figlio di un ferroviere. «I miei primi ricordi sono nel podere di mio zio, dove vivevamo sfollati. Dormivo su un letto col materasso fatto di foglie di pannocchie. E sotto il letto era pieno di fette biscottate che mia madre prendeva con la tessera per il pane. Poi andammo a Foligno. Fino alla seconda liceo. Avevo 16 anni. Poi Roma. L’università? Filosofia. Volevo essere di sinistra come mio nonno, come il mio professore di filosofia di Foligno. La sinistra era il Pci» (a Claudio Sabelli Fioretti).
• «Si è iscritto al Pci nel 1958, ha studiato filosofia avendo per maestri Ugo Spirito, Ettore Paratore, Federico Chabod. Nessuno di loro poté quanto il richiamo di Togliatti, tuttavia. Abbandona gli studi e nel 1966 è segretario della Fgci. Direttore dell’Unità negli anni Ottanta si dimette per lo scandalo del falso documento sul caso Cirillo: “Era falsa la fonte del documento, ma la storia era vera”. E però, di nuovo giù nelle montagne russe della popolarità di partito. Del continuo “up and down” nelle quotazioni non si è mai fatto un gran cruccio, ha pazientato: “la mia immagine nel partito è quella di una persona con delle qualità nell’elaborazione ma non molto affidabile dal punto di vista della praticità”, dice di sé. Astratto, poco concreto: così del resto negli anni Sessanta Togliatti bollò il suo primo giornale, Città futura. Pazienza, il tempo è galantuomo. Basta resistere, certe volte basta tener ferma la barra: non trascurare gli studi e gli amici. A chi gli rimproverava, da presidente della Commissione di vigilanza Rai, di essere intimo di Antonio Baldassarre, allora presidente Rai, rispondeva: eravamo compagni di banco al ginnasio. Di seguito l’elenco delle altre amicizie: con Giuliano Ferrara “giocavamo in spiaggia insieme all’Argentario a dieci anni”, con Zaccaria “eravamo compagni all’università”. Con Sofri la visita di leva» (Concita De Gregorio).
• «Amico di vecchissima data di Fedele Confalonieri è già presidente della Vigilanza quando il governo Berlusconi lo designa presidente Rai dopo lunghe incertezze. E prima di essere votato dai due terzi della Vigilanza, va a palazzo Grazioli a colloquio col Cavaliere. Una “macchia” che Prodi non gli ha mai perdonato» (La Stampa).
• Sfiduciato dalla Commissione di vigilanza il 24 ottobre 2007 dopo il caso Petroni (decisione non vincolante), sfiorato dal caso delle raccomandazioni Rai, è rimasto in carica e alla scadenza del mandato (2008) rischia la riconferma. «Petruccioli è una persona di equilibrio, di saggezza e di grande esperienza. Se devo fare una valutazione è certamente di grande stima, in un ruolo sempre complicato» (Maurizio Gasparri).
• Nel maggio 2008 s’indignò con Michele Santoro che in Annozero aveva dato spazio alle invettive di Beppe Grillo contro il presidente Napolitano e Umberto Veronesi: «Il danno, l’umiliazione e la vergogna che vengono al servizio pubblico sono incalcolabili. Farò in modo che non si ripeta mai più nulla del genere».
• Nel 2001 pubblicò per il Saggiatore Rendi conto (dove racconta il travaglio della svolta del Pci in Pds). Nel 2011 ha pubblicato per Rubbettino L’Aquila 1971, anatomia di una sommossa. Per i suoi settant’anni ha voluto ricostruire minuziosamente la vicenda mai del tutto chiarita, e da un pezzo quasi dimenticata, che lo coinvolse, eccome, in primissima persona. Eccome. Perché quel sabato 27 febbraio del ’71, in una città che non aveva mai conosciuto la violenza politica, migliaia di manifestanti, dopo aver assaltato le sedi di vari partiti, individuano nella federazione del Pci il piatto forte della giornata: la assediano e alla fine la conquistano, la devastano e la danno alle fiamme, ma solo quando i dirigenti e i militanti che la presidiano ne sono usciti. Perché è lui, il non ancora trentenne Petruccioli, già leader dei giovani comunisti, il segretario “straniero” inviato da Botteghe Oscure a guidare i compagni abruzzesi» (Paolo Franchi) [Cds 4/7/2011].
• «È un formidabile ballerino: valzer e tango, grazie a due piedi d’oro (abbastanza memorabile, raccontano i suoi amici, fu una festa di compleanno in cui si esibì in tacco-punta-spinta-slancio, con avvitamento finale e conclusivo casché). È tra gli scopritori di Capalbio, paesino dove si raduna un certo mondo di sinistra – spesso radical-chic – e del vicino tratto di costa, dello stabilimento “L’ultima spiaggia”, dove gli hanno scattato foto mentre gioca a carte con Chicco Testa e Enrico Mentana, con Fabiano Fabiani, Furio Colombo e Claudio Martelli» (Fabrizio Roncone).
• Fratello dell’architetto Sergio Petruccioli (1945-2004), sposato con la contessa Giovanna Nuvoletti: «È la figlia di Giovanni Nuvoletti che in seconde nozze sposò Clara Agnelli». Cugino di Oreste Scalzone: «Siamo figli di due sorelle».