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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Remo Girone

• Asmara (Eritrea) 1 dicembre 1948. Attore. A Roma dal 1971, debuttò nel cinema con Roma rivuole Cesare (1973) di Miklós Jancso, due anni dopo Marco Bellocchio gli affidò il ruolo di protagonista ne Il gabbiano, presentato a Cannes. Poi Corleone (Squitieri, 1978), Diceria dell’untore (Cino, 1989), Il viaggio di Capitan Fracassa (Scola, 1990), Marquise (Belmont, 1997), accanto all’attrice francese Sophie Marceau. Noto soprattutto per l’interpretazione dello spietato mafioso Tano Cariddi de La Piovra. Più di recente, visto a teatro nella commedia Fiore di Cactus con Eleonora Giorgi (Ferro, 2008), in televisione ne Le ali (Porporati, 2008) e Suor Pascalina (Rosenmüller, 2012). Al cinema nel 2011 ha interpretato Callisto Tanzi, accanto a Tony Servillo ne Il gioellino di Andrea Molaioli. Ultimo film: Benvenuto Presidente! con Claudio Bisio (Milani, 2013).
• «Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, 1971, esame di ammissione. Gli allievi scoprono dove i docenti nascondono i giudizi. Sulla scheda dell’aspirante attore Remo Girone, Orazio Costa ha appuntato: “Sembra serio” (...) Studente di Economia e Commercio all’Asmara, dove aveva vissuto fino ai ventitré anni frequentando i filodrammatici (...) Poi il tentativo di entrare in Accademia. Fu preso. E addio università. “Mia madre mi ha rinfacciato quel ‘pezzo di carta’ fino al successo con La Piovra. E poi, ero già trentaquattrenne, ha iniziato con: ‘Come mai Magalli non ti invita?’”» (Paola Polidoro).
• È specializzato in personaggi cattivi: «Sotto il profilo dell’impegno recitativo i “cattivi” sono più ricchi di sfumature psicologiche e quindi più complessi da interpretare: danno maggiori soddisfazioni». «Forse si accorgono che sono uno che pensa molto, e i buoni hanno pochi pensieri. Così arrivano alla conclusione che tanto buono non devo essere. E infatti non lo sono, sono un nevrotico, un agitato» [Sta 25/7/2004].
• «Ricordo quando ci fu l’ultima puntata della Piovra 4. Io ero appena uscito da un teatro di Torino. In una gelateria una commessa mi ha fatto i complimenti. Io credevo fosse per lo spettacolo teatrale, invece lei parlava del successo della Piovra, mi disse: “Quando gli italiani le danno una medaglia non gliela tolgono più”» (a P. Elia) [Cds 29/12/2003].
• «Quando ci trovavamo sotto elezioni, la serie stranamente subiva ritardi o momentanei blocchi di programmazione. Nella Piovra si rappresentavano dei fatti che sui giornali non venivano denunciati: attraverso la finzione si potevano svelare delle trame, altrimenti sconosciute al grande pubblico» (a Emilia Costantini) [Cds 16 gennaio 2012].
• «Girone è stato saggio nell’evitare ogni minimo fiato da boss. Agisce sottotono in ricchezza e in (presunta) povertà: il suo Amanzio Rastelli ricalca la gestualità del Cavalier Calisto, un agire che ha radici antiche, coltiva il rispetto adulante dei concittadini e non sa immaginare il futuro senza il proprio giocattolino dal fondo bucato: più che sul latte versato è probabile che pianga sulle onorificenze revocate» (Alessio Guzzano commentando Il Gioiellino) [S24 6/3/2011].
• «Nel suo mestiere quanto conta esser vissuto in Africa? “Quando fai Cechov non ti rendi conto di cosa significhi per Astrov fare venti ‛verste’ con un calessino. Gli attori russi guardano in platea come se nei loro occhi si vedesse quell’immensità. Io sapevo perché. E poi in Italia non avrei mai avuto la confidenza con il corpo che ho imparato lì. Andavamo a caccia e ci arrampicavamo”» (a Paola Polidoro) [Mes 22/9/2007].
• «Quando reciti un testo di un grandissimo autore, per esempio Shakespeare, lo provi, lo riprovi, lo metti in scena, lo limi. Lo metti a punto, sera dopo sera. Fai un lavoro su te stesso continuo, ti arricchisci di minuto in minuto. In televisione o al cinema, data la velocità delle riprese, puoi attingere soltanto dalle tue esperienze personali, non hai il tempo per approfondire... Se sei bravo rimani tale, se non lo sei lo diventerai con molta difficoltà».
• Guarito da un tumore nel 1994, dice che la malattia gli ha dato «una prospettiva diversa: ora di fronte a qualcosa che non va come avrei sperato reagisco con più distacco. Ma a questo diverso atteggiamento credo contribuisca anche il fatto che, più banalmente, sto invecchiando. E tuttavia non ho perso la mia inquietudine di fondo: resto un uomo tormentato dai dubbi e che vorrebbe sempre essere migliore» [Fam 4/5/2012].
• Sposato dall’82 con l’attrice argentina Victoria Zinny. Due figli.