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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Biografia di Luca Dini

• Sant’Angelo in Vado (Pesaro e Urbino) 22 aprile 1965. Giornalista. Direttore di Vanity Fair (settimanale che, nel 2013, vanta 130 mila copie in edicola, 100 mila in abbonamento) . «È un giornale che sento mio fino alle viscere. È l’espressione di quello che so fare. Finché mi diverto a farlo lo so fare, il giorno in cui non mi divertirò più non lo farò più» [16/9/2013 mediacomunicazione.net].
• Figlio di due maestri elementari, Tommaso e Assunta. Laureato alla Facoltà per Interpreti di Trieste, fluente in inglese, francese, spagnolo, tedesco, nel 1991 entrò alla Scuola di giornalismo della Rizzoli per poi iniziare la carriera a Oggi. Corrispondente da New York, nel 2001 vinse il Saint-Vincent per alcune storie di condannati a morte in Virginia. Nel 2003 passò in Condé-Nast come vicedirettore di Vanity Fair, dal 2006 direttore.
• Tra le cose per cui vale la pena vivere elenca: «Guardare i miei figli quando dormono, chiacchierare di niente con mia moglie davanti a un caffè, rileggere Lolita per la centesima volta» [mediaset.it 20/4/2012].
• «Mi piace scrivere di quello che mi piace leggere».
• Un difetto «Dicono che sono troppo orso. Loro hanno ragione a dirlo. E io ho diritto di esserlo» [mediaset.it 22/4/2010].
• Sposato con Patrizia Goracci, traduttrice. Due figli, Tommaso (1993) e Carlo (1999).
• «Luca Dini è un ragazzo fortunato, e in questa frase c’è solo una bugia, “ragazzo”. Perché ha studiato la cosa che amava, le lingue, e questa è una fortuna. Perché sa viaggiare - e stare - da solo, e questa è una fortuna. Perché è sposato da 22 anni a una donna di cui è amico da quasi 30, e conta di restarlo (sposato e innamorato e amico) per almeno altri 44, e questa è una fortuna. Perché ha due figli che lo fanno ridere tanto e arrabbiare non troppo, e questa è una fortuna» (nota autobiografica su VanityFair.it).