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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Matteo Boe

• Lula (Nuoro) 9 novembre 1957. Ex primula rossa del banditismo sardo.
• «Il solo ad essere riuscito a fuggire dall’isola/prigione dell’Asinara: 1986, fine estate. Beffò le motovedette della polizia penitenziaria insieme con un compagno di cella, Salvatore Duras. Su un gommone lo attendeva Laura Manfredi, raggiunsero le coste della Sardegna. Duras venne catturato qualche settimana dopo, Boe raggiunse le foreste del monte Albo di Lula. Ci rimase sei anni, a stanarlo furono inviati anche reparti dell’esercito. Invano. Fu tradito dall’amore smisurato per la sua donna e i tre figli: insistette perché andassero a trovarlo in Corsica, dove si nascondeva protetto da un patto fra malavita e indipendentisti. Quando fu catturato aveva addosso le foto scattate accanto a una grotta, il suo rifugio. La stessa dove era stato tenuto ostaggio Farouk Kassam, nel 1992. Un rapimento clamoroso e crudele: il padre Fateh amico dell’Aga Khan, la villa in Costa Smeralda, il taglio dell’orecchio, un riscatto miliardario, pagato – si disse – dallo Stato. Poi le condanne: 20 anni per il sequestro di Kassam, 16 per quello di Sara Vicoli, 7 per l’evasione dell’Asinara. Laura Manfredi ha sempre difeso il suo uomo. “Ha le sue colpe, ma è troppo facile attribuirgli tutti i delitti commessi in Sardegna”. Si erano conosciuti a Bologna, studente in agraria lui, “pasionaria” della sinistra extraparlamentare lei, con simpatie entrambi per i circoli di Autonomia operaia e Prima linea. Come e perché Boe sia diventato un bandito nessuno lo ha mai saputo; dicono che abbia coltivato un sogno (impossibile) di riscatto sociale, moderno Robin Hood della Sardegna» (Alberto Pinna).
• La figlia Luisa, 14 anni, fu uccisa in casa sua a Lula il 25 novembre 2003.