28 maggio 2012
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Biografia di Michaela Biancofiore
• Bolzano 28 dicembre 1970. Politico. Deputato dal 2006 (Forza Italia, PdL). Sottosegretario alle Pari opportunità nel governo Letta (2013), è stata rimossa dopo due giorni per la polemica sulle sue dichiarazioni riguardo omosessuali e matrimoni gay. Segue l’incarico di sottosegretario alla Pubblica amministrazione e la semplificazione con delega allo Sport. Rimane in carica fino al 4 ottobre 2013, quando il premier Enrico Letta accetta le dimissioni da lei presentate, insieme agli altri ministri del PdL, il 30 settembre 2013, le uniche «non ritirate».• «La bionda caterpillar» (Silvio Berlusconi). «Tacchi a spillo e piglio da granatiere» (Angela Frenda). Altre definizioni: «la biondona» (Enzo Biagi); «Schwarzenegger in gonnella, solo più carina e schizzata»; «Tailleur-dipendente»; «l’amazzone».
• La sua formula? «Totale berlusconismo, totale rispetto delle gerarchie, mai fare di testa propria. E applicarsi, applicarsi, applicarsi».
• «Noi andremo dove lui ci dirà di andare. E quando dico noi, intendo noi berlusconiani “termopiliani”, berlusconiani eroici che di fronte al tentativo di annientare il loro capo rispondono ai vari Serse che ci intimano di gettare le armi: “Molon Labè”, “Venitele a prendere, se ne siete capaci!”» (alla Repubblica) [5/6/2013].
• Coordinatrice del partito in Alto Adige, nell’ottobre 2007 fece scalpore la sua autosospensione: tre senatori del Svp da lei definiti «dei Clemente Mastella in salsa sudtirolese» ne avevano chiesto la testa in cambio della collaborazione per far cadere il governo Prodi. A dicembre dello stesso anno, Berlusconi le chiese di riprendere il suo posto: i tre senatori della Svp in realtà puntavano solo ad alzare il prezzo con Prodi (che infatti non cadde).
• Nel maggio 2011 litigò con Maurizio Gasparri e manifestò la volontà di voler lasciare il PdL e fondare «un movimento, che sarà molto vicino alle posizioni di Scajola e sempre pro Berlusconi, ovviamente. Ma con la dittatura di Gasparri ho chiuso» (ad Angela Frenda) [Cds 23/5/2011].
• «È stata definita “onorevole s’ignorina” per il suo travagliato rapporto con l’italiano» (Cristina Giudici) [Linkiesta 5/6/2013]. La polemica sui suoi strafalcioni nacque in seguito a un articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 23 novembre 2011: «L’onorevole ripetente Michaela Biancofiore dovrebbe ricominciare da quell’ultima intervista data da Leonardo Sciascia a Le Monde prima di morire. Riparta dalle aste. O almeno dalle vocali: a-i-u-o-l-e. Perché una cosa deve mettersela in testa: deve piantarla di difendere l’italianità dell’Alto Adige commettendo strafalcioni mostruosi non solo per un deputato ma per un somaro della seconda elementare. Si è schiantata sugli accenti (“dò”, “stà”, “pò”), ha detto che gli avversari la vogliono “distrutta, annientata, denigrata, scanzonata” (voce dello sconosciuto verbo michaeliano “scanzonare”), ha inventato “l’amantide religiosa”. Creatura che, con l’apostrofo lì, è ignota in natura. Insomma: un disastro [...] Ma in nome dell’Italia, dell’italianità e della lingua italiana la Biancofiore la smetta di scrivere, come ha fatto su carta intestata spingendo Emiliano Fittipaldi a riderne sull’Espresso, che si trattò di un accordo preso “senza sentire n’è i dirigenti del Pdl n’è verificare la sensibilità dei nostri elettori...”. Ma chi l’ha promossa in terza elementare? Pensa di avere, come deputata, l’immunità ortografica?». Il giorno dopo la replica della Biancofiore, con una lettera al quotidiano: «[...] Ho scritto un po’ con l’accento sulla o, è vero, non come lo vedete ora, perché chiunque usi un computer sa che si trovano le lettere già accentate e che per mettere l’accento di lato devi fare tre mosse con la mano molto poco pratiche quando si scrive in velocità. E così è valso per altri casi [...] Chiunque possieda un iPad può provare in questo istante a scrivere “ne” con l’accento e si troverà un “ne apostrofato”. Il resto sono refusi di stampa dovuti ai programmi dei computer che tutti coloro che li usano regolarmente sanno che correggono automaticamente gli scritti facendoti incappare in facili errori. Certo mi assumo la mia responsabilità nel non aver riletto attentamente quanto spedito. Per dovere di precisazione, in aggiunta, rendo noto che mi sono diplomata nel 1989 con 60/60 di allora (oggi 100/100) all’Istituto magistrale statale, sottolineo statale, Gregorio Elladio di Spoleto, città nella quale vivevo in collegio in quanto orfana di dipendente statale e ho avuto l’ardire di fare il compito di italiano e di prendere pure nove! E la commissione, per buona pace di Stella, a quei tempi era esterna».
• A La Zanzara, su Radio24, del 28 settembre 2012, definì Sarkozy «un avvocatucolo di provincia», la Merkel «una funzionaria della Germania dell’Est», Obama «un modesto avvocato che è stato montato tantissimo dal sistema mediatico». Sempre alla trasmissione radiofonica, il 18 aprile 2013, cantò uno degli inni del PdL insieme alla sua cagnetta Puggy. A L’aria che tira, su La7, il 13 novembre 2012, dichiarò: «L’Italia con Berlusconi si stava impoverendo? Guardi, venendo qui sono passata davanti ad un famoso bar di Roma alle 10 del mattino, ed era pieno di gente che si faceva cornetto e cappuccino! Cosa faceva tutta questa gente? Se ci fosse davvero tutta ’sta povertà...».
• Ha scritto un’autobiografia Il cuore oltre gli ostacoli. Nel sogno di Silvio (2013, in cerca di editore), dove si legge: «Sono una Cenerentola della politica e questo è il diario tragicomico di una Bridget Jones in salsa istituzionale [...] Con gli uomini sono una tragedia: si innamorano dell’amazzone e fuggono quando scoprono la tenerezza della micetta […] L’anello di brillanti Damiani che mi ha regalato Berlusconi lo porto alla mano destra, senza mai toglierlo. Perché in fondo sono fidanzata con lui, da sempre [...] Sono una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano puro».
• Frasi «Io amo dire che faccio parte della Apple Generation, e della Berlusconi Generation».
• «L’Italia si salva con Berlusconi al Quirinale e Renzi presidente del Consiglio. Che Paese rock sarebbe...» (su Twitter).
• «Mi piacerebbe per una volta che anche le associazioni gay, invece di autoghettizzarsi e sprecare parole per offendere chi non conoscono, magari condannassero i tanti femminicidi delle ultime ore. Difendono solo il loro interesse di parte» (a Francesco Bei) [Rep. 4/5/2013].
• «Io, novella Lady Oscar e un po’ Giovanna d’Arco».