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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

Biografia di Barbara Berlusconi

• Arlesheim (Svizzera) 30 luglio 1984. Primogenita di Silvio e Veronica Lario. Vicepresidente e amministratore delegato del Milan con delega alle funzioni sociali non sportive (dal dicembre 2013). Membro del consiglio di amministrazione di Fininvest (dal settembre 2003). «È di una educazione quasi imbarazzante. Disponibile e tranquilla, si racconta. Sgranando i grandi occhi azzurri e spostando il ciuffo biondo che le ricade sul viso, ovale e bello (“Sì, assomiglio a lei”)» (Paola Pollo).
• Laureata in Filosofia, come i fratelli Eleonora e Luigi ha frequentato la scuola steineriana e con loro possiede la Holding Italiana Quattordicesima (vedi BERLUSCONI Eleonora). Nel 2005 fondò assieme ad altri giovani “bene” milanesi (Francesca Versace, Micol Sabadini, Giulia Zoppas, Mauro Pagani, Paolo Ligresti, Nicolò Cardi, Geronimo La Russa) la Milano Young, una onlus per «avvicinare i giovani alla beneficenza». Ancora con altri due giovani rampolli dell’alta borghesia milanese, Martina Mondadori (figlia dell’editore Leonardo, 1946-2002) e Nicolò Cardi (figlio del gallerista Renato), ha aperto nel 2009 a Milano la Cardi Black Box, galleria d’arte contemporanea nata «per realizzare più obiettivi: anzitutto quello di sostenere l’arte contemporanea che fatica ad affermarsi in Italia; poi la voglia di fare qualcosa per Milano e per consentire a tanti giovani artisti italiani di avere uno spazio per esporre le loro opere».
• Nel 2006 fece discutere una sua intervista televisiva con Daria Bignardi (Le invasioni barbariche) in cui dichiarò che non avrebbe fatto vedere ai suoi figli (ancora non ne aveva) il Bagaglino, i reality, Buona Domenica (piccata replica di Maurizio Costanzo: «Deve avere problemi in famiglia»).
• A proposito delle immagini del malore del padre (novembre 2006): «Io non mi sono scandalizzata, anche perché ci sono tante immagini molto più forti che continuamente le televisioni mandano in onda. Penso a quelle di guerra. O a quelle di Fabrizio Quattrocchi, che ancora oggi non mi fanno dormire la notte. Ma è ovvio che serve un controllo su queste immagini. Delle quali noi tutti viviamo, e siamo convinti di non doverne perdere nemmeno una. Nemmeno quelle più tremende, purtroppo. Ecco perché posso persino arrivare a capire chi, quando mio padre si è sentito male, è rimasto attaccato al video».
• Nel 2007 ammise di aver fatto comprare dal padre (prezzo 20.000 euro) le foto scattatele da un paparazzo davanti a una nota discoteca di Milano: «Mio padre un giorno a casa mi disse: “Ho ricevuto una cartelletta con dei pagamenti che dovrei fare per te con un... mi puoi dare delle spiegazioni?”. Però, siccome io mi trovavo un po’ in imbarazzo, lì per lì gli dissi: “Per favore, è un favore che ti chiedo di farmi...”. Insomma lui mi disse: “Va bene”. Capì insomma che io ero un po’ in imbarazzo e quindi non volle chiedermi altro» (dalla testimonianza al pm John Henry Woodcock).
• Molto rumore fece nell’agosto 2009 un’intervista a tutto campo concessa a Giovanni Audifreddi per Vanity Fair, in cui dichiarava, tra l’altro: a proposito di presunte contese patrimoniali tra fratelli di primo e di secondo letto, «A oggi non c’è nessuna lotta. E, se mio padre è uomo giusto ed equo, non ce ne saranno nemmeno in futuro»; in merito alle campagne scandalistiche montate sulla condotta sessuale del padre, «Non credo che un uomo politico possa permettersi la distinzione tra vita pubblica e vita privata», e, in particolare sulla vicenda di Noemi Letizia, «Mi ha stupito. Non ho mai frequentato uomini anziani. Sono legami psicologici di cui non ho esperienza»; riguardo al suo futuro lavorativo, poi, «Ho la passione per l’editoria, e mio padre ha sempre visto in me delle qualità che potevano essere adeguate per questo settore. Lui ha sempre pensato che, quando ne avessi avuto le capacità, mi sarei occupata di Mondadori» [Vty 5/8/2009]. Commento del padre, secondo gli intimi: «Che amarezza, nessuno mi ha avvertito. Un colpo a freddo. Mi ricorda Veronica». Seguì a stretto giro una rettifica a mezzo stampa di Barbara, in cui gli ribadiva «affetto» e «grande stima sia come padre sia come politico».
• Accantonata per il momento l’ambizione di scalare Mondadori, saldamente presidiata dalla sorella di primo letto Marina: «Mondadori – sentenziò pubblicamente il padre – è affidata da molti anni a Marina che la sta gestendo con i manager molto, molto, molto bene. E continuerà a farlo. Barbara è una ragazza molto intelligente, ha voglia di fare, avrà la possibilità di scegliere tante altre strade nell’ambito di un gruppo diversificato come il mio».
• Nel novembre 2010 Barbara Berlusconi ha iniziato a occuparsi del Milan, per poi fare ufficialmente ingresso nel consiglio di amministrazione della società con delega ai progetti speciali il 21 aprile 2011, spiegando così la strada intrapresa: col padre «da un po’ di tempo si discuteva di questa possibilità e, quando ho terminato gli studi, ho pensato alle parole che spesso mi diceva: “Se riesci a comprendere come si gestisce una società di calcio, allora sarai in grado di operare in qualsiasi altro settore”. Allora ho creduto che il Milan potesse essere una realtà stimolante in cui formarsi» (ad Angela Frenda) [Cds 8/5/2011].
• Nel novembre 2013, in un periodo particolarmente difficile per il Milan, scatenò un putiferio manifestando pubblicamente la propria insoddisfazione per lo storico amministratore delegato Adriano Galliani, mirando di fatto a prenderne il posto e a rinnovare i vertici della società con uomini di sua fiducia, nel segno di «un cambio di filosofia aziendale». Galliani, offeso e furibondo, proclamò a gran voce la propria indignazione annunciando le proprie dimissioni (senza però rassegnarle effettivamente), e solo dopo quindici giorni di discussioni e mediazioni il proprietario e presidente onorario della squadra, Silvio Berlusconi, riuscì a giungere a un compromesso, sdoppiando la carica di amministratore delegato: assegnò così a Galliani il ruolo di a.d. con delega all’area sportiva (oltre alla precedente carica di vicepresidente vicario) e alla figlia Barbara il titolo di vicepresidente e a.d. con delega alle funzioni sociali non sportive (cioè, sostanzialmente, marketing, finanza e progetti speciali). «Nel calcio ci sono un’infinità di attività collaterali che possono generare guadagni come la vendita delle maglie, le sponsorizzazioni e altro. Non è importante soltanto vincere, ma anche fare soldi» (a Enrico Paoli) [Lib 23/4/2014]. «La First Baby in tre anni si è fatta da sola: da sola si è imposta come una Lady Santabarbara. Ha ascoltato, capito, studiato. Ha guardato all’estero nei progetti delle concorrenti. Poi ha aperto il fuoco sul quartiere generale» (Lanfranco Pace) [Fog 20/12/2013].
• «Per quanto riguarda il business, la strategia della rifondazione rossonera è imperniata su tre elementi: la nuova sede, il nuovo marchio, il nuovo stadio» (Francesco Turano) [Esp 15/11/2013]. La nuova sede ufficiale, inaugurata il 2 aprile 2014 in zona Portello a Milano e fortemente voluta da Barbara, è Casa Milan, avveniristico edificio comprendente un museo, un ristorante e un punto vendita, con tanto di maxischermo esterno: a progettarla l’architetto Fabio Novembre (Lecce 21 ottobre 1966), autore anche del nuovo marchio della società e del progetto del nuovo stadio di proprietà, la cui effettiva realizzazione è però ancora incerta. «Ormai le ambizioni del Milan s’intrecciano sempre più con la questione della partnership, posta da Barbara Berlusconi in occasione della presentazione di Casa Milan. L’apertura a un socio che rilevi il 30% del club suscita curiosità. Di sicuro nelle idee di Barbara Berlusconi l’alleanza dovrà servire a dar forza al progetto del nuovo stadio» (Carlo Laudisa) [Gds 4/4/2014].
• Da quando ha preso il suo posto all’interno delle aziende di famiglia, Barbara sembra aver ritrovato maggiore sintonia con il padre, e ciò risulta evidente anche dal tenore delle sue dichiarazioni pubbliche, sempre più allineate alle posizioni paterne, soprattutto dopo la condanna per i diritti televisivi Mediaset inflittagli dalla Cassazione nell’agosto 2013. Più disinvolta e loquace dei fratelli di primo letto, nel settembre 2013 ha persino rilasciato un’intervista alla trasmissione televisiva Ballarò, proclamando che «negli ultimi vent’anni nel panorama politico europeo non esiste leader contro il quale si sia fatto tanto per impedirgli di governare nonostante il consenso» (settembre 2013). In altre occasioni ha inoltre definito «infame e infamante» la condanna definitiva del padre («Io, come mio padre, questa sentenza Mediaset non posso rispettarla perché è il ribaltamento della verità» [ad Alessandro De Angelis, Huf 28/10/2013]), giungendo persino a scandire «Noi non ci sentiamo al sicuro in Italia. Nostro padre è inseguito da una giustizia partigiana. Qualunque cosa sia successa a mio padre in questi anni è atipica, propria dell’Inquisizione. Dal punto di vista giuridico siamo tornati al Medioevo, quando una persona non viene giudicata per aver infranto la legge ma da come si è comportata in casa» [a Enrico Paoli, Lib 23/4/2014].
• Tanto attivismo le è valso l’ipotesi di una candidatura alle elezioni, se non direttamente della successione “dinastica” al padre alla guida di Forza Italia. Barbara si è più volte dichiarata estranea a tale prospettiva, ma con parole meno nette rispetto a quelle generalmente usate da Marina (vedi BERLUSCONI Marina), tanto che in occasione delle Europee 2014 per alcuni giorni la sua candidatura fu data per quasi sicura (l’idea sarebbe poi stata accantonata dal padre stesso). In quanto alle sue posizioni politiche, se nel gennaio 2011 si era detta molto favorevole a Matteo Renzi dopo averlo conosciuto personalmente ad Arcore («Mi è sembrata una persona che vuole davvero cambiare le cose. Da lui mi sentirei rappresentata. Credo che ad avvicinarci non siano le idee politiche ma la stessa cultura generazionale» [a Giovanni Audiffredi, Vty 5/1/2011]), nel corso del tempo ha mutato opinione, fino a dire, nell’ottobre 2013, «Lo ascolto e mi pare che parli in politichese, e che riproponga ricette vecchie, bocciate dalla storia. Non è Renzi che cambia il Pd, ma il Pd che cambia Renzi» [ad Alessandro De Angelis, cit.]. Tra l’altro, si è detta scettica riguardo alle cosiddette quote rosa («Io sarei per le quote grigie, quelle del cervello: i posti importanti devono essere ricoperti dalle migliori personalità, indipendentemente dal sesso. Soltanto così si realizza la vera meritocrazia. Non si può stabilire tutto per legge»), favorevole al presidenzialismo come pure alle unioni civili e ai matrimoni gay, ma «contraria, invece, alle adozioni per le coppie omosessuali. Io ho un animo e una sensibilità liberal, ma certe scelte le trovo non naturali» [ad Angela Frenda, Set 21/9/2012].
• «Agio, disinvoltura, arte del contatto: tutta suo padre. Che un po’ è preoccupato: “In pochi mesi al Milan ha portato l’inferno ma è tosta e brava, vedremo”. In realtà si capisce che ne è orgoglioso. E se lascia intendere che un giorno potrebbe impegnarsi in ben altro, quelli che gli stanno intorno sbiancano, cerchi magici che svengono: e lui lì che chiosa, “sono un imprenditore e gli imprenditori fanno con il capitale che hanno”. È un capitale, dunque» (Lanfranco Pace) [Fog 20/12/2013].
• Fidanzata per quasi un decennio con l’analista finanziario Giorgio Valaguzza – sei anni più grande – conosciuto in Sardegna nel 2002 («Un colpo di fulmine, gli sono stata dietro per un anno. Per lui ero una ragazzina, però ho saputo conquistarlo. Ho organizzato qualche incontro, aiutata dalle amiche. Una volta l’ho chiamato, chiedendogli se mi poteva accompagnare a una festa: non avevo trovato nessuno e lui era l’ultima spiaggia. Ovviamente non era vero, avevo chiamato lui prima di chiunque altro»): da lui Barbara ha avuto i due figli Alessandro (nato il 30 ottobre 2007 nella clinica Sant’Anna di Sorengo, appena fuori Lugano) ed Edoardo (nato nella stessa clinica svizzera il 13 luglio 2009). Separatisi nel febbraio 2011, sono rimasti in ottimi rapporti. Seguì una relazione con il calciatore brasiliano del Milan Alexandre Rodrigues da Silva detto Pato (cinque anni più giovane), conclusasi due anni e mezzo dopo, successivamente al suo ritorno in Brasile al seguito del Corinthians, cui era stato venduto per 15 milioni di euro (molte, e sempre smentite, le voci di un suo coinvolgimento personale nella mancata cessione del calciatore al Paris Saint-Germain per ben 28 milioni, appena un anno prima). Dall’estate 2013 frequenta Lorenzo Guerrieri (anch’egli cinque anni più giovane), studente di economia alla Bicocca di Milano, conosciuto nell’enoteca di Monza dove il ragazzo lavora per mantenersi agli studi.