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 2004  marzo 11 Giovedì calendario

Crisi cardiaca, Bossi in prognosi riservata

• Alle 9.30 Umberto Bossi, ministro delle Riforme e leader della Lega Nord, è ricoverato nel reparto Cardiologia dell’Ospedale di Circolo di Varese per uno scompenso cardiaco acuto. È arrivato in condizioni quasi disperate dopo una corsa in ambulanza sulle strade innevate. Ad accorgersi che qualcosa non andava è stata la moglie, Manuela Marrone: poco dopo le 6,30 e ha sentito il respiro del marito farsi affannoso, «Cos’hai?», Bossi si è alzato dal letto imprecando contro il caldo («Qui manca l’aria»), ha fatto per spalancare la finestra ma prima di riuscirci si è accasciato sul pavimento. La signora Manuela ha chiamato il 118, in meno di un quarto d’ora l’ambulanza era sulla porta della casa di Gemonio, un paesotto a una ventina di chilometri da Varese: «Ci avevano detto che c’era un signore che stava molto male, nessuno ci aveva avvertito che si trattava di Bossi», racconta uno dei soccorritori. La situazione si è rivelata subito molto grave. Invece di dirigersi verso l’ospedale di Varese, l’ambulanza ha puntato diritta su quello di Cittiglio, più piccolo e meno attrezzato ma molto più vicino. Lì Bossi è stato intubato e ha ricevuto i primi medicinali per sostenere il cuore e sedativi per non affaticare la situazione cardiocircolatoria. Alle 8,30, sotto la neve, l’ambulanza è ripartita per Varese, scortata prima dai carabinieri poi dalla polizia stradale. Il dottor Jorge Salerno Uriarte, primario di origine paraguayana, spiega: «Il ministro Bossi è stato vittima di un’insufficienza cardiaca con edema polmonare. Quello del paziente è un cuore stanco, provato. Non solo da precedenti episodi acuti, ma anche da un’ipertensione non curata e da una vita piena di stress. La situazione è grave ma stabile, Bossi non è in immediato pericolo di vita, ci vorranno almeno 72 ore prima di sciogliere la prognosi». Nel dicembre 1991 Bossi era stato ricoverato nello stesso reparto per un attacco cardiaco, nell’ottobre 1996 si era accasciato dopo un comizio a Modena, in tutti e due i casi gli erano state prescritte cure e regole di vita che, si rammaricano gli amici, si è poi guardato bene dal seguire. Roberto Rotasperti, direttore generale dell’ospedale di Varese, dichiara: «Comunque vada, Bossi la vita stressata di prima non potrà più permettersela». [Marco Dal Fior, Cds 12/3/2004]