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 1985  ottobre 14 Lunedì calendario

«Presidente ho sputato in faccia a quei quattro»

  La Stampa 14 ottobre 1985



«La scorsa notte ho avuto l’opportunità di affrontarli ad uno ad uno in Italia. Ho sputato loro in faccia e gli ho detto ciò che pensavo... quella gente non merita di vivere, sono spregevoli». Così Marylin Klinghoffer, la vedova del passeggero americano ucciso dal dirottatori dell’Achille Lauro, ha riassunto al presidente Reagan l’ultimo capitolo della sua odissea. Fermatasi a Sigonella per l’identificazione dei terroristi, la donna ha raggiunto New York e la famiglia sabato notte, «voglio ringraziarvi per il vostro intervento» ha aggiunto in un breve colloquio telefonico, «e voglio che sappiate che i terroristi vi odiano. Non hanno fatto che dire: “Reagan no, America no”».

Entrambe le volte, il presidente le ha risposto: «Dio vi benedica». Finito l’incubo, la crociera del terrore sta venendo alla luce in tutti i particolari, e il resoconto dei suoi protagonisti è sorretto dalla volontà che l’omicidio di Leon Klinghoffer, 69 anni, semiparalitico, venga vendicato. Stanley Kubacki, un ex-giudice della Pennsylvania, un altro dei passeggeri chiamati a identificare i dirottatori, ha dichiarato: «Si tratta di assassini. Se io dovessi pronunciare la sentenza, non esiterei: a morte».

Nessuno crede alla versione dell’Olp che Klinghoffer sia stato stroncato da un infarto. «Sentii due spari – ha detto Kubacki – Vidi tornare un palestinese: aveva macchie di sangue sui calzoni e sugli stivali Manchili, ricordo bene, portavano il disegno dell’aquila americana». L’ex-giudice ha aggiunto che probabilmente i dirottatori costrinsero il parrucchiere di bordo e un marinaio a gettare in mare il cadavere con la carrozzella: «Li scorsi più tardi, abbracciati e affranti, lungo il parapetto». Le critiche all’Italia, al comandante e all’equipaggio sono poche e rare, riguardano sostanzialmente i servizi di sicurezza. «All’imbarco a Genova», ha raccontato il passeggero svizzero René Sprecher, che ha aiutato il New York Times a ricostruire i tre giorni dell’orrore, «rimasi impressionato dalla severità con cui venivano controllati i passaporti. Ma mi colpì sfavorevolmente la disattenzione con cui veniva trattato il bagaglio: si poteva portare qualsiasi cosa a bordo». Quasi tutti i passeggeri americani hanno confermato che il dirottamento avvenne d’improvviso e accidentalmente. Secondo i coniugi Seymour e Viola Meskin, un cameriere aprì accidentalmente la porta della cabina dei quattro terroristi, mentre essi pulivano le armi. Fu subito catturato, e i quattro piombarono sul ponte di comando, prendendo a ostaggio il capitano e i suoi ufficiali. «Stavamo mangiando quando la porta si è spalancata di colpo, sono risuonati degli spari, e qualcuno ha urlato: “A terra, a terra!”. Le donne si sono messe a piangere, i camerieri urlavano, si sentivano vetri rotti cadere a terra e le pallottole rimbalzare sui muri. Due membri dell’equipaggio sono rimasti feriti leggermente.

Con macabro umorismo «questi sono mio padre e mia madre – disse un dirottatore imbracciando due mitragliette, – non li irritate» – i quattro selezionarono più tardi i passeggeri americani e inglesi, e due austriaci che avevano ammesso la propria estrazione ebrea e litrasferirono dal salone sulla tolda più esposta al sole. «Le ore erano interminabili – ha dichiarato il giudice Kubacki – I terroristi tolsero la sicura ad alcune granate e le misero nelle mani di mia moglie e di due altre donne. “Se le lasciate cadere”, spiegarono, “saltate tutti per aria. State attenti a non addormentarvi e a non svenire”». La tragedia giunse al suo apice quando l’Achille Lauro si fermò davanti alle coste siriane. Poiché Damasco non accedeva alle loro domande, i dirottatori tirarono a sorte chi uccidere per primo: «Toccò a Leon Klinghoffer e lo portarono via nonostante le nostre proteste», ha narrato un altro passeggero, John Kantor. L’assassinio avvenne alle 15,05 locali di martedì.

Alle 16, gli americani, gli inglesi e i due austriaci vennero riportati nel salone dov’erano rimasti gli altri turisti, e la Achille Lauro salpò verso l’Egitto. «Nessuno sapeva che cosa fosse accaduto – ha terminato Kantor – Marilyn Klinghoffer disperata cercava suo marito, e ci mettemmo tutti ad aiutarla». I negoziatori egiziani e palestinesi salirono sulla nave da crociera alle 7,15 di mercoledì mattina, i terroristi se ne andarono alle 16,20, dicendo al comandante di chiedere scusa a tutti per il sequestro involontario. Dal battello che li portava a riva salutarono con le mani alzate. «Ci mettemmo tutti ad applaudire – ha ammesso Charlotte Knoblock – ma non era per simpatia nei loro confronti, era un’espressione di sollievo: avevamo temuto che dinamitassero il piroscafo. A terra, invece, una piccola folla di arabi cantava: “I guerriglieri, i guerriglieri, Allah è grande”. Un solo momento fu più bello di quello della partenza dei dirottatori. Fu quando apprendemmo che i caccia della portaerei Saratoga li avevano catturati: era la prima volta che gli Stati Uniti reagivano al terrorismo».



e.c.