7 agosto 1990
Tags : Il delitto di via Poma
Simonetta Cesaroni viene assassinata in via Poma
• Simonetta Cesaroni, 21 anni, romana, seconda figlia di Claudio, macchinista della metropolitana, e di Anna Di Giambattista, casalinga, nel pomeriggio è in un ufficio al terzo piano di via Poma 2, quartiere Prati, intestato all’Associazione degli ostelli della gioventù. L’ufficio è chiuso e deserto, ma il suo datore di lavoro, Salvatore Volponi, le ha chiesto di andarci lo stesso per tenere la contabilità. Scalza, Simonetta mangia un panino al prosciutto mentre scrive al computer con davanti il ventilatore in funzione. A un certo punto apre la porta a qualcuno che le fa perdere i sensi con uno schiaffone, la spoglia per metà, le sferra un cazzotto nell’occhio sinistro facendola schiantare di testa sul pavimento, e poi la accoltella ventinove volte alla giugulare, all’aorta, al cuore, al seno e al pube. Sono le 18, 18.30 circa. Verso le 20.30 la sorella Paola, non vedendo Simonetta tornare a casa, assieme al fidanzato Antonello Baroni e a Salvatore Volponi va in via Poma e costringe Giuseppa De Luca, moglie del portiere Pietrino Vanacore, ad aprire la porta. Nell’ultima c’è Simonetta riversa sul pavimento, indosso solo i calzini bianchi, la canottiera di seta arrotolata sul collo, il reggiseno allacciato ma calato verso il basso, coi seni scoperti. Le scarpe da ginnastica sono riposte in un angolo, gli altri indumenti (mutandine, fuseaux bianchi e camicetta) sono scomparsi. Nella stanza del delitto viene trovato un foglio con un pupazzetto e una scritta indecifrabile: “Ce dead ok”. Il pavimento è pulito: l’assassino, prima di andar via, ha lavato tutto. Sulla porta, però, ci sono alcune tracce di sangue che rispondono al gruppo A Rh. [Emilio Radice, Rep. 14/8/1990; Lucio Genovesi, Rep. 28/9/1990, Massimo Martinelli, Mess. 27/1/2011; Corriere.it 9/3/2010]