14 luglio 1902
Le macerie del campanile di Venezia
«Le ruine del campanile vedute dalla piazza sono singolari, strane. Non le solite ruine dalle quali si può indurre qualcosa della forma del monumento caduto; non larghi brani della veste antica, ma un cumolo di pietriccio, di sassi, di polvere bianca come la calce viva. Di là sembrano paragonabili a certe ruine antiche lungo l’Eufrate o il Tigri che consistono in mucchi di sabbie formate dallo sgretolamento dei mattoni non cotti, ma semplicemente diseccati al sole. All’incontro venuti dalla Porta della Carta (…) i ruderi sono meno triti e minuti. Diversi blocchi di muratura si accavallano a travi e macigni. Si vedono lamine di piombo contorte, accartocciate; una grossa campana; alcuni pezzi scolpiti della loggetta del Sansovino». [Corrado Ricci, Cds 17-18/7/1902]