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 2008  agosto 01 Venerdì calendario

Il decreto sicurezza, diventato l’altro giorno legge dello Stato, prevede che i comuni possano multare i clienti delle prostitute, con una somma minima di 50 euro e massima di 500

Il decreto sicurezza, diventato l’altro giorno legge dello Stato, prevede che i comuni possano multare i clienti delle prostitute, con una somma minima di 50 euro e massima di 500. Fino ad ora nessun sindaco ha fatto sapere che cosa intende fare, tranne quello di Verona, Flavio Tosi, leghista. Lui ha detto che applicherà ai clienti la multa massima, cioè 500 euro.

Servirà?
Vedremo. Tosi aveva già adottato il metodo delle multe ai clienti, escogitando la contravvenzione per divieto di fermata: il tizio che sostava a trattare con la prostituta, veniva beccato per un’infrazione di tipo automobilistico. I veronesi incappati nella rete sono stati 42 in due mesi. Direi pochi: se in due mesi i clienti delle prostitute veronesi fossero solo 42... Dice Tosi: «Il fenomeno è diminuito, ma certo non quanto volevamo. Sono scomparsi i veronesi, spaventati più dal dover fornire ai vigili nome e cognome che dalla multa. Ma bresciani, padovani, mantovani eccetera continuano ad affollare quelle strade del centro, alimentando così il racket della prostituzione. Sborsare 36 euro non li impensierisce più di tanto. Ma voglio vedere adesso con 500 euro di multa».

Il decreto sicurezza non prevedeva di rimandare a casa le prostitute col foglio di via?
Era stato presentato un emendamento in questo senso, un emendamento alla legge Merlin del 1956, quella famosa che aveva chiuso le case. Questo emendamento chiedeva che le prostitute venissero inserite tra «le persone pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità». Trovandosi in quell’elenco, erano automaticamente soggette a diffida. Se si trovavano fuori dai luoghi di residenza erano allontanabili col foglio di via. Il senatore Berselli (An), che aveva presentato l’emendamento, spiegò che l’idea gli era stata data dalle questure italiane, che volevano condanne fino a quattro anni per le donne che non avessero obbedito al foglio di via. Questo emendamento è stato tolto quasi subito dal decreto e trasferito nel disegno di legge sulla sicurezza, che comincia adesso il suo iter parlamentare e che non arriverà in porto - direi - prima di un anno.

Però, se la prostituzione è un reato, non capisco perché si puniscono i clienti e non le donne. O magari tutti e due.
Il fatto è che la prostituzione non è un reato, perché la Merlin, nel 1956, stette bene attenta a non punire le donne e a orientare i rigori della legge verso gli sfruttatori e, più in generale, verso il sistema criminale che sta intorno alla prostituzione. Intenzione ottima, ma battaglia purtroppo persa. Oltre tutto oggi c’è persino la tratta delle donne, che vengono portate qui dall’Europa dell’Est o dall’Estremo Oriente o dall’Africa o dall’Albania. Delle 70 mila prostitute che esercitano nel nostro paese, almeno 25 mila vengono da fuori e almeno 30 mila stanno in strada. Alla fine il punto è proprio questo: stiamo combattendo la prostituzione di strada o la prostituzione e basta?

Da quello che lei ha detto finora, direi la prostituzione di strada.
Proprio così. Del resto la criminalità organizzata vive soprattutto sulla prostituzione di strada: disgraziate che non sanno dove andare, e che vengono messe a qualche angolo di marciapiede su cui la malavita esercita un controllo stretto. Preservativi numerati, cambi frequenti di posto, minacce ai familiari rimasti in patria, sequestro dei documenti... Se si guarda all’organizzazione che tiene in pugno queste donne, la multa ai clienti sembra poca cosa, uno sparare col fucile a piumini contro una corazzata. Pure, qualcosa potrebbe arrivare dalla persecuzione ai clienti. Se le donne esercitssero il mestiere solo da casa, come è sempre più facile nell’era di Internet, forse ci sarebbe meno bisogno dei protettori... Ma stiamo parlando, naturalmente, di donne già liberate, in un certo senso, cioè capaci di disporre della propria vita autonomamente, che sanno cercarsi un appartamento e gestirlo. Una ragazza scaraventata dalla Nigeria in Italia che cosa potrà mai fare se non lasciarsi imprigionare dal protettore e dall’organizzazione? E se a Verona sarà molto più difficile, il sistema sposterà le donne da un’altra parte.
Non sarebbe meglio proibire la prostituzione?
Penso che non sarebbe possibile, sa? Se qualcuno vuole vendere, in casa sua, il proprio corpo, come impedirglielo? E non si tiri fuori la morale, per carità. Il governo che fa le leggi in nome della morale è a un passo dalla dittatura. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 1/8/2008]