Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  aprile 26 Martedì calendario

Naturalmente a Puttaparthi ci sono problemi, una folle enorme vuole vedere il cadavere del santone, custodito in una teca di vetro, circondato da fiori colorati e sovrastato dalla propria gigantografia

Naturalmente a Puttaparthi ci sono problemi, una folle enorme vuole vedere il cadavere del santone, custodito in una teca di vetro, circondato da fiori colorati e sovrastato dalla propria gigantografia. Quei poveretti stanno in fila da quando s’è saputo che il grand’uomo era agli sgoccioli, non c’è da mangiare, non c’è da bere, quelli che sono più lontani dall’altare hanno cominciato a fare a botte, specialmente quando hanno visto che i politici li facevano passare subito…

• Stiamo parlando di Sai Baba, eh?
Già, proprio di lui. Siamo in India, in questo villaggio un tempo insignificante che si chiama Puttaparthi. Sai Baba, 85 anni, è morto l’altra mattina a 85 anni. Conosco un mucchio di signore che partivano dall’Italia per andare a venerarlo, con l’aria di mettersi in pellegrinaggio. Antonio Craxi, il fratello di Bettino, era un suo seguace fervente, si fece anzi santone anche a lui (e lo vedemmo a un certo punto al Costanzo Show). Si andava da questo Sai Baba e lui tirava fuori dalla bocca ovetti d’oro o faceva apparire la cenere sacra detta vibhuti. Come mai lo hanno visto in due luoghi diversi? Lui poteva. Accidenti, e con simili facoltà non è riuscito a evitare di andarsene all’altro mondo.

• Un’osservazione volgare. E i miracoli? Perché non bisogna mai credere ai miracoli fatti da non-cristiani?
Beh, Sai Baba era un professionista dell’illusione, come dimostrano parecchi filmati. La Chiesa considera i miracoli avvenuti in religioni diverse da quella cattolica come opera del demonio. La moltiplicazione del pane e dei pesci, o la resurrezione di Lazzaro, sono racconti contenuti nei sacri testi e perciò o ci si crede o non ci si crede. Sui miracoli moderni, la Chiesa ci va cautissima. Padre Pio, benché adesso beatificato, ha passato i guai suoi con i pontefici e Giovanni XXIII, per esempio, non gli ha mai dato credito. Del resto, quando fenomeni di venerazione collettiva diventano business giganteschi (tipo Padre Pio) è lecito dubitare due volte. Il sistema Sai Baba consta oggi di 13 mila centri e di 37 milioni di adepti, sparpagliati in 165 paesi. Fatturati di molti miliardi. Dati che invece di fugare i miei dubbi li moltiplicano al punto di farli diventare certezze.

• Non possono però essere tutti matti…
Il primo Sai Baba, il cosiddetto Sai Baba di Shirdi, visse ion assoluta povertà tra il 1838 e il 1918. Indossava sempre lo stesso straccio che si riparava da solo. Qualunque cosa gli si donasse veniva immediatamente redistribuita tra i poveri. Il Sai Baba dei nostri tempi, nato nel 1926, pretendeva di essere la reincarnazione del primo Sai Baba e annunciava che nel 2019 ci sarà una terza reincarnazione. Eccolo compiere miracoli. Per esempio levitare oppure apparire in due posti contemporaneamente o anche materializzare questa cenere sacra, detta vibhuti.

• Come faceva?
La levitazione è un vecchio trucco degli illusionisti che non ho lo spazio per spiegare (si legga I segreti dei fachiri di Garlaschelli e Acerbo). L’apparire in due posti contemporaneamente è un grazioso regalo del santone Neelanka Baba, molto somigliante a Sai Baba, e disponibile a interpretare la sua parte quando ce n’era bisogno. Gli ovetti d’oro che gli escono dalla bocca sono il prodotto di facili giochi manuali, smascherati da parecchi filmati. C’è infine la storia di questa cenere sacra, la vibhuti, vale a dire, tra l’altro, ciò che restò di Kama, il dio del desiderio, quando Shiva lo bruciò. Il trucco più spettacolare con la vibhuti era questo: tu, in un qualunque negozio di Puttaparthi, ti compravi un’immagine di Sai Baba e quando tornavi a casa e aprivi il pacchetto ti accorgevi che il quadro era ricoperto della cenere sacra. I fedeli cadevano in ginocchio e se la mangiavano per purificarsi. Si trattava in realtà di cloruro mercurico che il negoziante, con l’aria di voler pulire il ritratto, aveva spalmato sul vetro prima di confezionare il pacchetto. Il cloruro, reagendo con la cornice d’alluminio (una reazione sufficientemente lenta), assumeva l’aspetto di una polvere grigia e quasi impalpabile. Molto tossica, oltre tutto, e qualcuno di quelli che l’ha ingerita ne avrà di sicuro pagato le conseguenze.

• Sai Baba avrà però predicato un pensiero, una filosofia…
Roba poco impegnativa. Prima di tutto, per non scontentare nessuno, diceva che tutte le religioni andavano bene, essendo abitudine di Dio di manifestarsi in modi molto diversi. Ogni uomo deve vivere secondo i cinque valori che gli sono propri: verità, amore, pace, rettitudine, non-violenza. Come pensiero, ammettiamolo, è facile facile. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 26/4/2011]