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 2004  novembre 11 Giovedì calendario

Arafat è morto

• Yasser Arafat è morto all’ospedale militare di Parigi alle 3,30 del mattino. Perché sia morto, non si sa: la diagnosi è segreta, la leucemia, il cancro e l’avvelenamento sono esclusi, l’autopsia non è stata fatta. Alle cinque e mezza del pomeriggio di quello stesso giovedì la salma è stata caricata su un elicottero e portata nella base militare di Villacoubly, dove si è svolta una breve cerimonia alla presenza del primo ministro francese Raffarin. Quindi è stata messa su un Airbus, dove hanno preso posto le autorità francesi e la moglie Suha, e trasferita al Cairo. Qui, il giorno dopo, s’è svolto il funerale in stile militare, alla presenza dei rappresentanti di cinquanta stati e, per parte nostra, del solo presidente del Senato Marcello Pera, dato che l’aereo su cui viaggiava il resto della nostra delegazione è arrivato in ritardo. Finita la cerimonia, la bara è stata messa su un elicottero e portata a Ramallah per la sepoltura definitiva, dove aspettava una folla di centinaia di migliaia di persone, che hanno dato l’assalto al feretro coperto da una bandiera palestinese. Sulla cassa è stata gettata terra di Gerusalemme.

• Le elezioni per nominare il successore di Arafat sono state fissate al prossimo 9 gennaio. Non si deve pensare a elezioni come le nostre: in Palestina c’è praticamente un partito solo, e cioè Al Fatah: colui che sarà candidato da Al Fatah, perciò, succederà ad Arafat. Il candidato di oggi sarebbe Abu Mazen, che però domenica è andato a Gaza a commemorare Arafat ed è stato accolto da una ventina di armati provenienti dalla Striscia che lo hanno preso a fucilate (due morti). Infatti Abu Mazen, che è l’’uomo che dialoga meglio con israeliani e americani, gode di poca popolarità tra i palestinesi (in un’elezione normale i sondaggi lo danno al 2 per cento), che adorano invece Marwan Barghouti, ideologo della seconda Intifada e detenuto nel carcere israeliano di Aleri Kedar dove sconta cinque ergastoli per terrorismo. Tessitori sono all’opera per mettere insieme questi e quelli: una leadership unitaria dovrebbe inglobare anche le Brigate Al Aqsa, che adesso si chiamano Brigate Yasser Arafat e sono responsabili di alcune tra le più efferate stragi di civili israeliani. [Giorgio Dell’Arti]