vanity, 13 luglio 2010
In galera esponenti della ’ndrangheta
• Una gigantesca retata ha
portato in galera 304 supposti esponenti della ‘ndrangheta,
accusati, tra l’altro, di traffico d’armi, traffico di stupefacenti,
associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, usura. Tra questi il
direttore sanitario della Asl di Pavia, Antonio Chiriaco; il costruttore del
pavese Francesco Bertucca; il biologo residente a Novara Rocco Coluccio. Nella
conferenza stampa che ha illustrato le caratteristiche dell’operazione, il
procuratore antimafia Pietro Grasso e il procuratore Ilda Boccassini hanno
spiegato che la ‘ndrangheta è ormai diffusa ampiamente nel Nord d’Italia, per
esempio risultano locali ‘ndranghetisti i centri lombardi di Bollate, Cormano,
Bresso, Limbiate, Solaro, Pioltello, Mariano Comense, Corsico, Rho, Pavia,
Erba, Canzo, Legnano, Desio, Seregno. In Liguria, i malavitosi calabresi
avevano piazzato una camera di controllo che analizzasse la merce in transito
verso la Costa Azzurra. Restano ampi i legami internazionali di questa società
criminale, per esempio nove locali di Toronto e uno di Thunder Bay facevano
capo a una lavanderia di Siderno. La ‘ndrangheta – cosa che agli esperti è
apparsa la più incredibile – non sarebbe più strutturata per ‘ndrine autonome
una dall’altra, ma avrebbe un centro operativo e un capo, l’ottantenne Domenico
Oppedisano, finito dentro a sua volta. Ferma però la volontà di tenere il
controllo dei traffici in Calabria: un compare Nuzzo (al secolo Carmelo
Novella), il quale andava in giro dicendo che la Lombardia poteva benissimo far
da sola, fu subito ammazzato. La ‘ndrangheta, secondo gli inquirenti già
signora degli appalti lombardi e ben addentro al sistema sanitario regionale
(ancorché altri dati lo mostrino come il più virtuoso di tutti), era adesso
all’opera per pigliare commesse dall’Expo 2015, in crisi peraltro a sua volta
ma per ragioni – a quanto se ne sa – del tutto diverse. [Giorgio Dell’Arti]