Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1978  aprile 02 Domenica calendario

Diciottesimo giorno del sequestro Moro

• Nuovo appello del Papa all’Angelus, dalla finestra del suo studio: «Noi rivolgiamo agli ignoti autori del terrificante disegno un appello vivo e pressante per scongiurarli di dare libertà al prigioniero». Dalle parole di Paolo VI si intuisce anche che nessuna trattativa è ancora in corso tra il Vaticano e i rapitori di Moro. [Cds 3/4/1978]  

• In una casa di campagna a Zappolino, nei pressi di Bologna, un gruppo di amici, docenti universitari, s’è riunito per passare il giorno di festa: ci sono fra gli altri Alberto Clò e Romano Prodi, alcuni sono accompagnati dalle mogli e dai figli. Piove: «Nel pomeriggio qualcuno di noi ebbe l’idea di fare il cosiddetto “piattino”, che per me come anche per gli altri doveva essere un semplice passatempo» (Clò). È una seduta spiritica in cui si evoca lo spirito di Giorgio La Pira e don Luigi Sturzo per sapere dov’è tenuto prigioniero Aldo Moro. «Su una carta geografica dispiegata sul tavolino, il piattino si fermò nella parte corrispondente alla località Gradoli, dopo che il piattino precedentemente si era soffermato sulle lettere che formavano le parole Gradoli-Bolsena-Viterbo» (Prodi). Prodi parla della cosa con Umberto Cavina, portavoce di Zaccagnini, che a sua volta informa Luigi Zanda Loy, capo ufficio stampa di Cossiga. [Roberto Martinelli-Antonio Padellaro, Cds 17/10/1978, Bianconi 2008, Miguel Gotor in Moro 2008] Non a Gradoli, ma in via Gradoli, a Roma, le Br hanno da tre anni un appartamento in affitto: «La base è stata usata più volte dalle Brigate rosse e l’indirizzo è noto a decine di persone. È stata centro operativo, deposito di documenti e di armi, rifugio di latitanti (...)». Le parole «via Gradoli» prendono «a scorrere sottovoce in un’area sempre meno ristratta e prendono la via del mondo universitario, in particolare quello di Bologna (...)». L’informazione arriva fino a Prodi, Clò e gli altri. «Ma come farla fruttare? Il metodo scelto è senza precedenti nella storia moderna. I professori si accordano per raccontare che il 2 aprile 1978, in una giornata di pioggia, riuniti in campagna insieme alle loro consorti» ecc. [Deaglio 2009]

Romano Prodi nel 1978 (Archivio Farabola)