21 marzo 1978
Tags : Aldo Moro, il sequestro e l’uccisione
Sesto giorno del sequestro Moro
• Il governo approva il decreto anti-terrorismo, restituendo alle forze dell’ordine parte di quei poteri che negli ultimi dieci anni sono stati attribuiti alla magistratura per assicurare ai cittadini maggiori garanzie di libertà. È introdotta una nuova figura di reato, quella del sequestro politico: pene previste, da trent’anni di carcere all’ergastolo (in caso di morte dell’ostaggio). La polizia può fermare le persone da identificare e trattenerle per un massimo di 24 ore; può interrogare anche in assenza di un avvocato (il contenuto dell’interrogatorio non potrà comunque essere utilizzato nel processo); potrà ricorrere alle intercettazioni telefoniche anche per mesi, con il semplice rinnovo del nulla osta del magistrato. [Cds 22/3/1978] [Leggi il corsivo del Corriere della Sera “Gli amari frutti del terrorismo”]
• È stato giusto pubblicare la fotografia di Moro passata dai suoi carcerieri e il comunicato delle Br? Si apre un caso di coscienza per i mass media posti di fronte a due obblighi morali difficilmente conciliabili: «Quello di non diventare cassa di risonanza dei terroristi con la pubblicazione di tutti i loro messaggi e quello di non rinunciare mai al compito di riferire per intero le notizie». Intellettuali, politici, giornalisti si interrogano. Le opinioni sono discordi. [Cds 22/3/1978]
• Al reparto carrozzerie di Mirafiori trovato un secondo pacco con una cinquantina di volantini firmati Br. [Cds 22/3/1978]