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 1922  novembre 16 Giovedì calendario

Mussolini espone il programma del nuovo Governo

• La Camera è affollatissima per la riapertura. Gente in piedi sugli ultimi gradini, molte signore nelle tribune. Alle ore 14.45 l’entrata dell’on. Giolitti, subito dopo l’on. Facta, Bonomi e Turati. Si calcolano siano presenti 425 deputati. Alle ore 15 precise entra l’on. Mussolini seguito dagli altri componenti del Governo. Tutti i deputati, eccetto quelli dell’Estrema Sinistra, si alzano in piedi e applaudono. Il presidente della Camera è l’on. De Nicola che dopo pochi minuti dà subito la parola a Mussolini. Mussolini espone il programma del nuovo Governo: «Io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione delle «camicie nere» (…). Mi sono rifiutato di stravincere e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non vi abbandona dopo la vittoria. Con 300.000 giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infrangere il Fascismo. Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli». Modigliani e Matteotti scattano in piedi, il primo urlando «Evviva il Parlamento!» (…). «Potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto. (…) Ho costituito un Governo di coalizione e non già coll’intento di avere una maggioranza, della quale posso benissimo fare a meno». Espone le linee guida della politica estera: i trattati di pace, buoni o cattivi ma ratificati, vanno rispettati. Nessuna politica di altruismo verso l’Europa, ma politica di dignità e unità nazionale. Politica di pace sì, di suicidio no. «Le direttive di politica interna si riassumono in queste parole: economia, lavoro, disciplina». Lo Stato fascista costituirà forse una polizia unica, attrezzata e mobile. «La Camera deve sentire la sua particolare posizione che la rende passibile di scioglimento fra due giorni o fra due anni». Mussolini chiede i pieni poteri per assumere piene responsabilità. Fine del discorso cui segue una lunga ovazione. La seduta è sciolta fino alle ore 17, il governo ripete le sue dichiarazioni al Senato. [Cds 17 novembre 1922]• Profonda impressione a Montecitorio prodotta dal discorso di Mussolini. Voci di dimissioni isolate. L’on. Cocco-Ortu è stato il primo a dichiarare che tutti i deputati devono dimettersi, contrariamente all’on. Giolitti. [Cds 17 novembre 1922]• Direttive di Governo: sistemazione giuridica delle nuove province attraverso l’eliminazione degli organismi burocratici inutili e l’unificazione legislativa; consolidamento del dominio coloniale; riorganizzazione militare; costruzione di navi leggere; riorganizzazione della direzione dei lavori pubblici per territorio e non per materia; economie serrate per ridurre gli sprechi; assicurazioni private; libertà all’agricoltura; economia nelle Poste; riforme giudiziarie. [Cds 17 novembre 1922]