marzo 1902
L'accordo con i ferrovieri
Al Governo si rimprovera di essere stato debole in occasione dello sciopero dei ferrovieri. Così Giolitti in Parlamento: «…Mentre alcuni oratori hanno voluto trovare una contraddizione fra la militarizzazione e il trattare con i ferrovieri, io debbo dichiarare che sono due provvedimenti strettamente connessi fra di loro; e lo Stato, per la sua dignità, doveva avere in mano il mezzo d’impedire un disastro pubblico, e doveva d’altra parte trattare con la massima benevolenza verso i ferrovieri, perché aveva riconosciuto che essi avevano ragione». Grazie alla mediazione di Filippo Turati, Governo e Federazione ferrovieri raggiungono un accordo. Con 250 sì, 158 no e 45 astenuti passa alla Camera il progetto dell’onorevole Gorio. Lo Stato si assume parte dell’onere finanziario previsto per i miglioramenti economici concessi ai ferrovieri. Braccianti e mezzadri, appoggiati dalle Camere del lavoro, scioperano nel Mantovano, Ferrarese, Vercellese e Polesine. Sono così poco organizzati che non ottengono nulla. La casa editrice Dietz di Stoccarda annuncia l’uscita di un opuscolo dal titolo Che fare?. Autore: Lenin. Francia e Russia riconoscono l’alleanza anglo-giapponese, ma riaffermano il diritto a proteggere i propri interessi in Cina e Corea. A Milano, muore il Generale Egidio Osio, precettore di Vittorio Emanuele III. A Roma, la posta viene caricata sui furgoncini Fiat 8HP.