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 2016  ottobre 28 Venerdì calendario

NÉ CARISMA NÉ FORTUNA


Non è stato un grande leader ma non è neanche l’uomo infantile e ignorante dipinto dai suoi detrattori. È finora l’unico Presidente ad avere conseguito un Mba (Master in Economia) ed è stato, anche alla Casa Bianca, un avido lettore di libri storici e di biografie, con una vera ossessione per Lincoln. L’11 settembre del 2001, l’attentato alle Torri Gemelle lo sorprese in atteggiamento poco presidenziale, mentre leggeva una favola in una prima elementare della Florida. Continuò per alcuni minuti e la sua faccia spaesata fece il giro del mondo. Rientrato alla Casa Bianca, al grido di «chi non è con gli Stati Uniti è con i terroristi», dichiarò guerra ai Talebani che in Afghanistan proteggevano Bin Laden, avviando una escalation militare che due anni dopo portò alla guerra in Iraq e alla caduta di Saddam Hussein. La prudenza di Bush padre che aveva lasciato il dittatore al potere per non destabilizzare l’intero Medio Oriente fu travolta da Bush figlio, la cui “guerra preventiva” venne avallata da un consenso popolare all’85 per cento. A fine mandato, complici gli infiniti problemi in Afghanistan e in Iraq e, dal 2007, la disastrosa recessione economica, il consenso era crollato al minimo storico del 25 per cento. Certo la fortuna non lo ha aiutato. Nel 2005, appena rieletto, dovette fronteggiare l’uragano Katrina, uno dei peggiori disastri naturali di sempre.
George W. Bush, nato in Connecticut nel 1946 e cresciuto in Texas, è il primo dei sei figli di George H. Bush. Da giovane colleziona un ritiro di patente per guida in stato di ebbrezza e un arresto per disturbo della quiete pubblica. Lo mette in riga la moglie Laura, insegnante, sposata nel 1977 da cui ha due gemelle. Sulle orme del padre, George jr. si occupa con successo delle società petrolifere di famiglia e dimostra fiuto per gli affari. Compra per 800mila dollari la squadra di baseball dei Rangers di Houston che rivenderà 10 anni dopo a 15 milioni di dollari. Eletto governatore nel 1994 convince i texani che lo rieleggono con il 70 per cento dei voti. Alle Presidenziali del 2000 ottiene la nomina repubblicana e sfida il vicepresidente uscente Al Gore, un duello che si accende su un terreno nuovo. Gore propone come priorità il rispetto dell’ambiente, una visione che Bush, da buon petroliere, contesta. Ne esce una tra le più contrastate e contestate elezioni della Storia. Gore prende mezzo milione di voti in più ma, per il sistema dei collegi dei singoli Stati, ha bisogno della Florida per vincere. Dopo molti ricorsi, la Florida va a Bush con uno scarto di 527 voti su 6 milioni. Sarà una presidenza segnata dalla guerra al terrorismo ma Bush tenterà di lasciare un segno in campo sociale, proponendo al Congresso, nel 2007, un coraggioso piano per regolarizzare 12 milioni di immigrati. I conservatori di entrambi i partiti lo bocceranno in Senato.
Nel dopo presidenza George W. Bush si defila dalla scena e si mette a dipingere i ritratti dei leader mondiali.
È l’unico Presidente americano ad aver corso una maratona (Houston 1993, in 3 ore e 44 minuti).

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