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 2016  ottobre 29 Sabato calendario

UNA “ZECCA” CHE METTE IN RIGA I PARLAMENTARI


Nata sotto il segno della Bilancia, Giuditta Pini ha 32 anni e ne dimostra dieci di meno. Ma è una “tosta”. È arrivata alla Camera dopo che alle “parlamentarie” del Pd, nel 2013, a Modena, ha sbaragliato i big locali. Per festeggiare ha brindato a birra in un pub e poi si è avventurata nel mondo degli adulti. Prima, come molti giovani, aveva fatto un po’ di tutto, anche la cameriera. Però Montecitorio non le incute molta soggezione: continua a vestirsi come una “zecca” (vengono chiamati così i ragazzetti “comunistoidi”) e, soprattutto, mantiene lo stile irriverente di sempre.

Lo hanno capito subito i grillini di cui lei svela le magagne un giorno sì e l’altro pure. Già, perché a Giuditta, che non ha archiviato Marx, e che è molto, molto, di sinistra (è della corrente dei “Giovani Turchi” di Matteo Orfini e Andrea Orlando), dà fastidio passare per una della “casta”, quando non lo è.
Questo l’ha spinta a raccontare, beccandosi insulti di ogni tipo, come e perché i parlamentari del Pd rinuncino ai loro soldi più dei grillini. Ha una lingua affilata, Giuditta. Quando il pentastellato Massimo Felice De Rosa ha accusato le deputate del suo partito di essere arrivate alla Camera solo perché «brave a fare i p...», lei, sui social, ha risposto così: «Ho preso 7100 preferenze in 3 giorni. Mi fa ancora male la mascella».

C’è chi ha trovato la battuta di dubbio gusto e chi, invece, ha capito che Giuditta è convinta che l’ironia, in politica, sia l’arma più efficace. Lo sanno bene i suoi compagni di partito, quelli che bocciarono l’emendamento sulla parità di genere nella legge elettorale. A loro, e agli altri maschietti deputati, Pini dedicò questo augurio: «Che lo spirito di Lorena Bobbit vi accompagni». Sì proprio quella Lorena lì, quella che nel ’93, in Virginia, evirò il marito.