Marco Ventura, La Lettura 30/10/2016, 30 ottobre 2016
IL MAMAGEMENT PASTORALE
Business planning, marketing, bilancio e analisi costi-benefici. Si studia tutto questo alla Pontificia Università Lateranense. Non nella laurea in economia ma nella Scuola internazionale di management pastorale giunta alla sua terza edizione. Preti, religiosi e laici iscritti al corso studieranno anche raccolta di fondi nelle imprese no-profit, impresa sociale, risorse umane, tecniche di problem solving creativo e teamwork , comunicazione strategica, public relations e public speaking . Per i responsabili della Scuola non c’è contraddizione tra il linguaggio, gli strumenti, la logica delle imprese e il mondo della pastorale. Al contrario, la competenza è necessaria per servire meglio il prossimo. «Il bene fatto bene» è lo slogan. Serve lo studio della gestione d’impresa, si legge nel materiale informativo, per rendere «l’opera di carità ancora più fruttuosa, più bella e coinvolgente». Occorre progettare i bisogni pastorali della comunità e gestire le risorse economiche perché fioriscano le comunità sul territorio, e soprattutto nella Chiesa di Papa Francesco, per un vero servizio agli immigrati e all’ambiente. In uno studio recente, Breda Gray dell’Università di Limerick ha raccolto la testimonianza di decine di cattolici impegnati nell’accoglienza degli immigrati in Irlanda. C’è bisogno di volontari perché lo Stato non ha mezzi; è la solidarietà post welfare . Nelle interviste emerge la convinzione che l’impegno dei credenti, proprio in quanto non professionale, assicuri un’accoglienza migliore, più calda e meno manageriale di quella degli assistenti sociali. Alla Lateranense si scommette invece su un cattolicesimo vestito da impresa. Competente ed efficiente.