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 2016  ottobre 30 Domenica calendario

GADDA SENZA CENSURE. E MUSSOLINI DIVENTA FURIOSO

«Li associati a delinquere cui più di un ventennio è venuto fatto di poter taglieggiare a loro posta e coprir d’onte e stuprare la Italia, e precipitarla in quella riuna e in quell’abisso dove Dio medesimo ha paura di guardare.» Grande, inimitabile Gadda di Eros e Priapo: come potrebbe essere resa meglio l’untuosa e inarrestabile seduzione che abbaglia, grazie alla figura radiosa di un capo accigliato e mascelluto tribuno, che guida con la coppola una macchina sportiva cui corrisponde la gestione ciarlatanesca della cosa pubblica, libidine di potere e arraffamento di clienti e spie?Nel 1967, lo scrittore pubblicava quel testo davvero unico. Né saggio né trattato, riflessione teorica certo, ma anche autobiografia, invettiva e anche apologo, singolare anamnesi, in termini psicoanalitici, della natura e psicologia del fascismo, inteso come il prevalere di forze dissennate e irrazionali. Nel personaggio simbolo, Mussolini, vedeva la degenerazione dell’ eros, l’esibizione narcisistica e animalesca degli attributi sessuali come immagine di virilità e forza che agiva in modo distorto sugli impulsi sotterranei.
Di nuovo in libreria, ora Eros e Priapo non è la solita ristampa di un testo fortunato. E’ una nuova edizione, cioè la versione originale di quel libro così tormentato che usci molto rimaneggiato da Gadda. Un libro se non proprio nuovo (la stessa rabbia bruciante lo irrora tutto), comunque assai diverso, con una carica maggiore di furiosa indignazione. Il testo, scritto tra il 44 e il 45 all’insegna della stessa urgenza espressiva del Pasticciaccio, ebbe rifiuti di importanti riviste all’ombra di Croce e Falqui. Furono anticipati solo da Officina di Roversi due capitoli della sua materia «intollerabilmente oscena». E poi, dopo tanto peregrinare, trovò approdo da Garzanti. Gadda si era arreso, aveva accettato la revisione. E un po’ si era convinto lui stesso a tagliare, dolcificare quel tanto possibile, - togliere le parole più spinte, eliminare le note a piè di pagina, trasformare l’io in prima persona nella terza, meno coinvolta e colpevole.
DIROMPENTE
Ora il lettore ha a disposizione il testo originario, più acceso e dirompente che esplode proprio dove cesure e tagli sembravano vincenti, definitivi, necessari. E guarda «el putrido lezzo » del «calderone della storia» analizzando le menzogne, il clima da operetta, la cultura orecchiata, il volgere tutto in farsa, la vocazione baracconesca e pecoreccia del regime.
Il demone linguistico di Gadda fa prove di più sfrenato virtuosismo creando immagini di esilarante comicità con le inventive, debitamente rinforzate, al furioso babbeo, al Bombetta al fava, di cui in altri tempi aveva lodato «prestigio e influenza morale». I curatori, Italia e Pinotti, raccontano la tormentata storia di un testo che si modificò e un po’ si raffreddò per strada, pur conservando sempre una temperatura assai alta. Così si può essere d’accordo con loro: Eros e Priapo non è solo «un pamphlet antifascista, è un atto di (auto) denuncia e insieme un’autobiografia nazionale, indaga le ragioni profonde della storia recente di un intero popolo, dopo aver mostrato lo strazio della distruzione materiale e morale». Perché non si tratta di utilizzare la chiave psicanalitica «per capire il ventennio fascista, ma di utilizzare il ventennio per capire, attraverso una degenerazione estrema, l’articolarsi del delicato rapporto tra narcisismo individuale e vivere civile». Per capire come le pulsioni dell’io agiscano in tutti i rapporti interpersonali, e possano portare a vent’anni di fallocrazia alimentata dal delirio di un ippopotamo idolatra e dall’incapacità delle masse di arginare «la loro propensione all’idolatria narcissica»del furioso babbeo.