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 2016  ottobre 30 Domenica calendario

RAFFAELE CANTONE: «CAMPIDOGLIO, ERRORI SOSPETTI» – Lo invocano ovunque. Soprattutto nelle amministrazioni che hanno - o potrebbero avere - problemi di rispetto della legalità

RAFFAELE CANTONE: «CAMPIDOGLIO, ERRORI SOSPETTI» – Lo invocano ovunque. Soprattutto nelle amministrazioni che hanno - o potrebbero avere - problemi di rispetto della legalità. Eppure Raffaele Cantone, al vertice dell’Anac dal 2014, non si sente per nulla tirato per la giacchetta: «Offriamo disponibilità nell’ambito delle nostre competenze, possiamo attivare meccanismi di controllo precisi in materia di anticorruzione. E, soprattutto, non rilasciamo certificazioni di legalità: la nostra è una collaborazione per prevenire l’illegalità, perché talvolta intervenire dopo serve a poco». Accadrà anche per la ricostruzione dopo il terremoto di due giorni fa? «Proprio il giorno prima dell’ultimo sisma abbiamo firmato un protocollo innovativo che consente di monitorare i lavori durante la fase d’urgenza: la Protezione civile, potrà muoversi con grande libertà utilizzando il codice degli appalti e tutti gli lavori saranno oggetto di un controllo diretto. Devo dare atto al direttore Curcio di aver strutturato un modello che consente alla Protezione civile di fare le cose urgenti con grande libertà». Perché questa velocità non si riesce a ottenere anche per gli appalti ordinari? «Il modello della Protezione civile è emergenziale. Per gli appalti ordinari spesso c’è la burocrazia che rallenta le procedure». Qualcuno ipotizza anche che la vostra precisione nei controlli contribuisca a rallentare gli appalti. E’ così? «E’ vero il contrario. La verità è che i nostri controlli finora non hanno rallentato nulla. In molti casi rileviamo che qualcosa non funziona, diamo indicazioni opportune e gli appalti partono spediti. In altri casi gli appalti rallentano per la scarsa collaborazione delle amministrazioni». Prendiamo il caso della Capitale e degli appalti per il Giubileo. Manca poco più di un mese alla fine dell’anno santo e i lavori sono quasi tutti incompleti o mai avviati. Cosa è successo? «Nel caso della Capitale è accaduto quello che dicevano prima: qualcuno dal Campidoglio ha detto che i nostri controlli stanno facendo perdere tempo per gli appalti del Giubileo e noi abbiamo dimostrato, documenti alla mano, che non sono i nostri controlli a intralciare i lavori ma le mancanze dell’amministrazione comunale». Che tipo di mancanze? «Le ho segnalate personalmente circa una mese fa, con una relazione a mia firma inviata al sindaco Raggi». Può spiegarle? «Abbiamo evidenziato che gli uffici non sempre tengono comportamenti molto chiari e che c’è qualcosa che non ci convince. Ci mandano gli atti in ritardo, sempre con gli stessi errori. Ovviamente non voglio generalizzare perché non tutti fanno cosi. Però abbiamo verificato che c’è un atteggiamento che in qualche modo non ci spieghiamo». Atteggiamento doloso o colposo? «Su questo non sono in grado esprimermi. Ragiono con la logica del magistrato; penserei ad un comportamento colposo, provocato da un problema di organizzazione, che richiederebbe una maggiore centralizzazione degli strumenti. Con le precedenti amministrazioni eravamo riusciti ad ad ottenere che vi fossero pochi dirigenti che si occupavano di queste cose. In qualche modo erano degli interlocutori forti; poi pian piano sono andati via e adesso abbiamo perso quel tipo di interfaccia. Il punto vero è che le gare che abbiamo fatto noi sono partite velocemente, senza contestazioni: quel sistema funziona eccome. Adesso il problema vero è la burocrazia». Certamente doloso sembra essere invece il comportamento delle persone coinvolte nell’ultimo scandalo per i lavori della Tav e sulla A3. Che farete? «Come ha spiegato il ministro Delrio, stiamo valutando se sussistono gli estremi per commissariare gli appalti» A proposito di dirigenti, Marra e Romeo sulla cui nomina l’Anac aveva manifestato qualche riserva, sono poi rientrati dalla finestra. Uno è a capo del personale e l’altro capo della segreteria del sindaco. «Non faccio valutazioni, io rispetto le scelte discrezionali dell’amministrazione. E’ stata fatta una richiesta di parere nell’ambito di un profilo e noi abbiamo dato la nostra idea. Non è un parere vincolante e l’amministrazione lo interpreta come ritiene». Ma i suoi rapporti con l’amministrazione capitolina come sono? «I rapporti personali con il sindaco Raggi sono sempre stati cordiali. Io ho molto apprezzato che appena eletta, lei venne alla relazione che facemmo in Parlamento il 14 luglio. Ci siamo visti anche a settembre, l’incontro è stato molto cordiale abbiamo anche parlato della convenzione Anac con il Campidoglio che stava per scadere». Adesso è scaduta da settimane. Il Campidoglio l’ha rinnovata? «A me non è stato segnalato, quindi direi di no. Ma quella è una scelta discrezionale. Comunque ad oggi che io sappia non è arrivata la richiesta di rinnovo». Parlava prima dei rapporti personali con il sindaco Raggi. Ma i rapporti con l’amministrazione? «Dal punto di vista formale stiamo verificando queste difficoltà che riguardano i controlli sul Giubileo. E abbiamo rilevato una tendenza degli uffici a scaricare su di noi delle responsabilità che non abbiamo. E qui vale la pena di ricordare che i nostri poteri di controllo sul Giubileo non discendono dalla convenzione con il Campidoglio, quindi da una scelta del sindaco, ma sono previsti dal decreto del governo che ha assegnato i finanziamenti per il Giubileo al comune di Roma. Dunque sono controlli che facciamo su richiesta del governo, fuori da protocollo, peraltro scaduto». Costi della politica. Il M5S propone di rivedere gli emolumenti ai parlamentari. Che ne pensa? «Non spetta a me dire se i costi sono alti o bassi: si tratta di una valutazione politica. Posso dire in linea generale che i parlamentari hanno un ruolo di rappresentanza del nostro Paese è ed giusto che abbiano uno stipendio adeguato al ruolo che svolgono. Un eccesso di pauperismo potrebbe provocare un effetto contrario: quello di impedire che una determinata categoria di persone si impegni nella vita politica del Paese. Il problema dei costi della politica, semmai, è un altro». Quale? «Quello dei soldi pubblici e privati che finiscono nelle casse dei partiti ma soprattutto delle fondazioni e delle associazioni che di fatto gestiscono la vita politica più dei partiti stessi. Ormai è questo il settore in cui bisogna stabilire regole di trasparenza molto più chiare». Che tipo di regole? «C’è bisogno che ci sia trasparenza su come i soldi entrano nelle casse delle fondazioni, su chi li versa e sull’entità dei versamenti, in modo che si possano evitare anche i conflitti di interesse. Serve poi una rendicontazione chiara sulle spese. E queste regole servono soprattutto per le fondazioni e le associazioni, perché non ci sono». Una sorta di bilancio certificato per le strutture che si occupano di politica? «Bilancio certificato è forse eccessivo, ma un sistema trasparente che consenta di conoscere da chi arrivano i soldi e come vengono spesi è indispensabile. La trasparenza consente di sapere chi ha finanziato e se quel qualcuno poi si avvantaggia per qualche provvedimento politico, allora c’è un conflitto di interesse. Il punto vero non è il costo, ma le modalità di finanziamento e la pubblicità di questo finanziamento. In entrata e in uscita. A proposito di costi. Quelli dell’Anac chi li paga? E soprattutto: sono sufficienti? «Siamo autofinanziati con una piccolissima parte delle imposte che vengono pagate per gli appalti, che finisce all’Anac. Non prendiamo fondi dal governo e non pesiamo sul bilancio pubblico». E basta per far funzionare una macchina come la vostra? «Il problema dei fondi è quello di poter utilizzare al meglio quello che abbiamo: una norma del 2014 prevede un limite di spesa, che si sta rivelando molto limitativo, soprattutto dopo che sono stati implementati moltissimi dei nostri compiti». Quindi? «Parlamento e governo sono a conoscenza del problema. Confido nel fatto che la situazione si possa sbloccare in tempi brevi». Di cosa avreste bisogno, nel dettaglio? «Nessuno ha intenzione di spendere soldi a vuoto, però abbiamo bisogno di un piccolissimo ripianamento degli organici e anche di un minimo di politica di incentivazione dei nostri funzionari che sono sottoposti a ritmi pesantissimi e hanno limiti sul lavoro straordinario. Tutto questo per sviluppare al meglio la nostra attività che ormai dal 2014 è aumentata a dismisura».