Stefano Zaino, la Repubblica 30/10/2016, 30 ottobre 2016
I MILLE KM DI VETTEL CON LE NUOVE GOMME FERRARI SPERA NEL 2017
Un buon vestito, il telaio disegnato da Byrne, fiato nei polmoni, il motore Ferrari dell’epoca, «un mostro» come lo definì Schumacher, buone strategie, grazie ai maestri Brawn e Baldisserri, organizzazione, ovvero la tessitura di Todt, ma soprattutto buone scarpe, quelle gomme che si adattavano perfettamente alla Rossa e permettevano di annichilire i rivali. Iniziò così, a fine anni 90, la maxi operazione vincente di Schumacher e della Ferrari: Bridgestone non riforniva solo Maranello, ma per il tedesco non aveva segreti.
Pneumatici che possono regalare secondi e non decimi, a differenza di uno sviluppo del motore o un azzeccato innesto aerodinamico. Schumacher fu precursore e Vettel vuol seguire la sua strada. Certo, oggi Pirelli non può fare favoritismi, rifornisce tutte le scuderie. Ma nel 2017 ci sarà una rivoluzione nella dimensione degli pneumatici: larghezza aumentata del 25%, che permette di avere più aderenza.
Proprio quel grip mancato ieri alle Ferrari qui in Messico, dove le Mercedes hanno monopolizzato la prima fila, Hamilton in pole davanti a Rosberg, Raikkonen sesto e Vettel a seguire. C’è dunque da sperare nelle nuove gomme che creeranno una svolta epocale: si parla di macchine più veloci di 5 secondi al giro e Vettel non vuole farsi trovare impreparato.
Per questo è diventato lo stakanovista dei test speciali che preparano il 2017, macchine laboratorio, costruite sulla base delle vecchie regole ma con ingombri diversi per fare spazio alle Pirelli più larghe, che da mesi girano in pista. Soltanto Ferrari, Mercedes e Red Bull avevano i soldi per costruire questi muletti e partecipano ai test, le altre si baseranno sulle indicazioni fornite da Pirelli, che effettua prove “cieche”, senza tivelare ai piloti le mescole montate. Diverso però è anche l’approccio dei top team: Red Bull ricorre solo ai collaudatori (1.593 km per Gasli, 1.190 per Buemi), Mercedes ha fatto sgobbare Wehrlein (2.680 km), non Rosberg (208) e tantomeno Hamilton, che ha disertato mandando un certificato medico. La Ferrari ha messo ventre a terra Raikkonen (515 km), il collaudatore Gutierrez (480) ma soprattutto Vettel (1.101), che ha preteso di fare la parte del leone e avere un filo diretto con la Pirelli, approccio collaborativo apprezzato dall’azienda italiana, come fece Schumacher con Bridgestone.
L’intento è chiaro: tentare il tutto per tutto per un 2017 vincente, sfruttando ogni possibile vantaggio. Ci vuole il motore (Ferrari e Mercedes ormai in parità), il telaio (rischio che in aerodinamica per la Rossa siano ancora dolori), ma le gomme, come sostiene Arrivabene, «possono rappresentare un grande valore aggiunto ». Che permetta alla Ferrari di tornare ad adorare Vettel, con allungamento del contratto in scadenza a fine 2017. E al tedesco di ritrovare quell’amore per la rossa un po’ sopito. Non spasima più per rinnovare, pare voglia attendere lo svolgersi del nuovo anno. Giurano: non ha perso la voglia di vincere. Semmai un po’ di speranza (che vorrebbe ritrovare) di poterlo fare con la Ferrari.