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 2016  ottobre 28 Venerdì calendario

APPUNTI ORA LEGALE


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Perché c’è l’ora solare?
È quella “naturale”, quella giusta. Se si vuole essere particolarmente pignoli, il cambio dell’ora è quello da solare in legale, che di solito avviene l’ultima domenica di marzo, ed è quello in cui si dorme di meno. A marzo l’ora ufficiale cambia per usufruire della maggiore luce diurna che c’è durante la primavera e l’estate. Da questa notte l’ora è tornerata a essere quella naturale, “solare” appunto.

Da quando c’è l’ora legale?
L’ora legale in Italia fu introdotta per la prima volta nel 1916, con il decreto legislativo 631 del 25 maggio: poi fu abolita e ripristinata diverse volte e adottata definitivamente con una legge del 1965, applicata a partire dall’anno seguente. Nei primi anni Ottanta si decise di estenderne la durata, portandola da 4 a 6 mesi. Nel 1996 è stato introdotto un ulteriore prolungamento di un mese, concordato a livello europeo: il ritorno all’ora solare è stato quindi ritardato all’ultima domenica di ottobre.

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IL POST 4/11/2014 –
L’ora legale è una convenzione: si decide di portare avanti l’orologio di un’ora, durante il periodo estivo, per aumentare la luce solare nel tardo pomeriggio e risparmiare energia. L’inizio dell’ora legale cambia da paese a paese: nell’Unione Europea entra in vigore l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre, mentre negli Stati Uniti comincia la seconda domenica di marzo e finisce la prima domenica di novembre. In Italia l’ora legale venne introdotta per la prima volta nel 1916, per risparmiare energia elettrica durante la Prima guerra mondiale; fu poi abolita e ripristinata più volte negli anni seguenti, fino al 1965, anno in cui venne adottata definitivamente.

Qualche giorno fa, più o meno in corrispondenza della fine dell’ora legale, un articolo del Wall Street Journal ha esplorato la questione della sua reale utilità, citando studi favorevoli e contrari. Uno degli studi più recenti, condotto dal dipartimento dell’Energia americano nel 2007, aveva cercato di capire se ci fosse un effettivo risparmio energetico: aveva quindi esteso l’ora legale di quattro settimane (all’inizio e alla fine dell’entrata in vigore) per raccogliere dati e compararli con lo stesso periodo dell’anno precedente. Gli studiosi esaminarono i dati, forniti da 77 aziende che producevano i due terzi del consumo totale di energia degli Stati Uniti, e li compararono ai dati dello stesso periodo del 2006, quando non c’era l’ora legale: risultò che c’era una riduzione dei consumi dello 0,5 per cento in primavera e dello 0,38 per cento in autunno.

Hendrik Wolff, professore di economia all’università di Washington, fu consultato dallo stesso dipartimento dell’Energia su questa ricerca: disse che l’analisi era limitata e non aveva un controllo scientifico dei dati, il che rendeva impossibile determinare se i cambiamenti erano avvenuti per l’ora legale o se fossero stati influenzati da altre situazioni.

Lo stesso Hendrik Wolff portò avanti una ricerca sull’ora legale nel 2007, analizzando i dati del consumo elettrico di due stati dell’Australia nel 2000, che adottarono l’ora legale due mesi prima del solito per facilitare lo svolgimento delle Olimpiadi di quell’anno a Sydney. Per evitare che il consumo dell’energia per le Olimpiadi condizionasse lo studio, i ricercatori esclusero le due settimane di svolgimento dei Giochi dalle analisi. Esaminarono i dati del consumo elettrico (considerati a intervalli di mezz’ora ciascuno) dello stato del Victoria che, come il New South Wales, estese l’ora legale ma non ospitò i Giochi. Come dati di controllo presero in considerazione il vicino stato della South Australia, che non estese l’ora legale, e compararono i dati dei due stati su un periodo di sette anni, dal 1999 al 2005.

Lo studio, che fu pubblicato dal Journal of Environmental Economics and Management, sosteneva che l’uso dell’elettricità scendesse nelle ore serali, ma aumentasse al mattino: in definitiva non c’era nessun risparmio di energia. Wolff disse: «Possiamo confutare l’ipotesi del risparmio energetico. Lo studio riporta anche che la scoperta può avere validità anche negli Stati Uniti, particolarmente in California, dove le condizioni ambientali sono simili a quelle del Victoria».

Matthew Kotchen, professore di economia a Yale, riuscì a studiare nel 2006 un altro caso americano particolare, quello dell’Indiana: quell’anno infatti l’Indiana introdusse per la prima volta ufficialmente l’ora legale in tutto il territorio (prima solo 15 delle 92 contee utilizzavano questa convenzione). Kotchen esaminò il consumo elettrico prima e dopo l’introduzione dell’ora legale e prese in considerazione due gruppi diversi: una contea che utilizzava l’ora legale per la prima volta e una che la utilizzava già precedentemente. Lo studio, pubblicato sulla Review of Economics and Statistics, analizzò solamente i dati residenziali, ma gli studiosi erano convinti che i dati sui consumi commerciali non avrebbero alterato le loro scoperte. Kotchen spiegò: «I grossi negozi non spengono l’illuminazione a seconda della luce esterna, nei palazzi commerciali le luci sono sempre accese quando c’è gente dentro che lavora».

La ricerca di Kotchen sosteneva addirittura che l’ora legale aumentasse il consumo di elettricità, piuttosto che diminuirlo. Le condizioni avrebbero potuto variare da stato a stato, ma gli studiosi conclusero che le condizioni in Indiana rappresentassero una buona parte della nazione. Questo non voleva dire che l’ora legale non aveva mai funzionato dalla sua introduzione, ma secondo Kotchen il mondo era cambiato: l’illuminazione rappresentava solo una piccola parte del consumo elettrico in casa, mentre i consumi maggiori venivano dal riscaldamento e dall’aria condizionata.

Un articolo del Washington Post del marzo 2012 riporta numerose ricerche sugli effetti dell’ora legale. Molti hanno cercato di provare che l’effettiva riduzione dei consumi elettrici viene influenzata dal riscaldamento e dall’aria condizionata e che quindi in definitiva non ci sono benefici. Diversi studi, tra cui uno del 2008 condotto da Myriam B.C. Aries, professoressa all’Università tecnica di Eindhoven, suggeriscono anche che l’ora legale aumenti il consumo di benzina: il buio scende un’ora prima, quindi chi guida deve accendere i fari della macchina, che consumano energia. La ricerca del 2008 del dipartimento dell’Energia americano però non aveva riscontrato incrementi significativi nel consumo di benzina nel 2007, durante l’estensione dell’ora legale di quell’anno.

Ci sono anche discussioni sul fatto che l’ora legale riduca o incrementi gli incidenti stradali. Da un lato, infatti, l’ora legale permette a un numero maggiore di persone di guidare un’ora in più con la luce del giorno e rende quindi più sicure le strade, secondo uno studio del 2005, pubblicato dall’American Journal of Public Health. Dall’altro lato, però, il cambio d’ora in primavera sottrae un’ora di sonno ai guidatori e incrementa il rischio di incidenti in quel periodo: nel 1996 il ricercatore Stanley Coren pubblicò uno studio sul New England Journal of Medicine argomentando che durante la primavera il numero di incidenti si alzava sensibilmente, mentre si riabbassava dopo la fine dell’ora legale.

L’ora legale influisce anche sulle attività commerciali: l’ora di luce in più permette di avere più gente in negozio fino a tardi, ma ha un impatto sui cinema e sull’audience della prima serata in tv, perché le persone preferiscono passeggiare all’aperto piuttosto che stare di fronte a uno schermo chiuse in casa.

Per quanto riguarda invece gli effetti sulla salute, i risultati degli studi sono molto contrastanti. L’ora di luce in più fa bene per la sintesi della vitamina D, importante per l’organismo, ma la variazione nelle ore di sonno può far male. Una ricerca del 2012, pubblicata dall’università dell’Alabama, sostiene che i lunedì e i martedì dopo l’entrata in vigore dell’ora legale si possono associare a un incremento del 10 per cento del rischio di avere un attacco cardiaco. Uno studio del 2009, pubblicato dal Journal of Applied Psychology, sostiene che i lavoratori stanchi a causa dell’ora legale siano molto più a rischio per quanto riguarda gli incidenti sul lavoro.

In questa mappa del Washington Post i paesi in blu e in arancione sono rispettivamente i paesi dei due emisferi, nord e sud, che oggi utilizzano l’ora legale; in grigio chiaro sono evidenziati i paesi che una volta usavano l’ora legale (e ora non più), mentre in grigio scuro i paesi che non l’hanno mai introdotta.

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LAURA CUPPINI, CORRIERE.IT 27/10/2016 –
La notte tra sabato e domenica sarà lunga: grazie al ritorno dell’ora solare (lancetta indietro dalle 3 alle 2) si dorme un’ora in più. Potrebbe sembrare un guadagno vantaggioso: in realtà il cambio d’ora incide negativamente sul sonno di molti italiani e risulta più “pesante” dell’ingresso nell’ora legale, in primavera. Il 48% (quasi uno su due), secondo un’indagine commissionata da Philips e condotta dalla società Strive Insight su 600 persone tra i 25 e i 65 anni, lamenta degli effetti collaterali. Ma c’è di più: un terzo degli intervistati dice di soffrire di una scarsa qualità del sonno durante tutto l’anno.

Calo di energie e senso di stanchezza
Il ritorno all’ora solare dunque può essere destabilizzante e a soffrirne di più sono le donne e i giovani tra 25 e 34 anni. Secondo l’indagine, il 56% degli intervistati soffre di almeno un effetto collaterale, contro il 51% che subisce negativamente il passaggio all’ora legale. I principali sintomi, comuni ad entrambi i cambi dell’ora, sono calo di energie e senso di stanchezza, sonnolenza durante il giorno e difficoltà nella concentrazione. Ma l’ora solare porta con sé anche irritabilità (il 27% contro il 19% dell’ora legale), sbalzi di umore (il 26% contro il 20%) e senso di depressione (il 26% contro il 16%). Problemi dovuti anche alla riduzione delle ore di luce. Altre conseguenze comuni legate al cambio d’ora autunnale sono la difficoltà di risveglio al mattino (34%) e la difficoltà ad addormentarsi alla sera (30%). Problemi anche sul lavoro: oltre un intervistato su tre (37%) ammette un peggioramento delle proprie prestazioni, mentre il passaggio all’ora legale incide addirittura positivamente in tal senso (il 19% del campione dice di lavorare di più e meglio).

I «gufi» si adattano meglio al cambiamento
Non tutti però soffrono del ritorno all’ora solare. «La capacità di adattamento al nuovo orario dipende dal cronotipo, cioè dalla propensione a dormire in determinati orari nell’arco delle 24 ore - spiega Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro di Milano e presidente della World Association of Sleep Medicine (WASM) -. Con il ritorno all’ora solare le persone di cronotipo “gufo” stanno meglio: vanno a letto tardi, dormono un’ora in più al mattino. Da sottolineare, inoltre, che il “mini jet lag” legato al cambiamento di orario può creare problemi, ma solo per 3-4 giorni; il riadattamento è abbastanza rapido». «Per ridurre gli effetti collaterali è utile diluire il cambio dell’ora in modo graduale, modificando di 10 minuti al giorno le proprie abitudini, così da far propria la variazione di ora in una settimana dall’avvio dell’ora solare» aggiunge Giuseppe Insalaco, primo ricercatore CNR - IBIM di Palermo.

«Lasciare l’ora legale tutto l’anno»
Il problema più importante è legato alle giornate che si accorciano e sono sostanzialmente più buie. «Diminuisce la serotonina (neurotrasmettitore modulatore dell’umore, ndr) e questo può incidere negativamente sullo stato d’animo - prosegue il professor Ferini Strambi -. Per questo ritengo che avrebbe senso tenere attiva l’ora legale tutto l’anno: i benefici sarebbero sia economici (si risparmierebbe energia), sia legati all’umore delle persone, oltre a eliminare i temporanei disturbi del sonno autunnali di cui abbiamo detto. In ogni caso, un consiglio per fronteggiare il rischio di depressione o cattivo umore legato al cambio d’ora è quello di esporsi alla luce appena svegli: se non c’è ancora quella naturale, perché non è ancora arrivata l’alba o la giornata è grigia, va bene anche quella artificiale del lampadario. L’importante è che sia una luce forte e che l’esposizione sia abbastanza prolungata».

Un italiano su tre dorme male
Ma i disagi del passaggio all’ora solare sono solo la punta dell’iceberg. Dall’indagine Philips risulta che un terzo degli intervistati (29%) lamenta una scarsa qualità del sonno durante tutto l’anno. «Secondo uno studio di alcuni anni fa, il 60% dei pazienti dei medici di famiglia soffre di qualche forma di insonnia, ma solo il 20% ne parla al proprio dottore - dice Ferini Strambi -. Un grave errore, perché secondo diversi studi dormire poco e male, oltre a peggiorare la qualità della vita, può favorire l’insorgenza (o il peggioramento) di malattie come ipertensione, diabete, disturbi della memoria, persino Alzheimer. Il problema oggi riguarda anche molti adolescenti, che dormono sempre peggio, soprattutto a causa dell’utilizzo sregolato di strumenti elettronici a tutte le ore. Bisogna sapere che la privazione del sonno, alla lunga, rischia di trasformarsi in insonnia cronica».

Le soluzioni casalinghe: meno caffè, dieta leggera
Che i problemi del sonno siano sottovalutati lo conferma l’indagine già citata, secondo cui solo il 10% ne discute con il proprio medico, la maggior parte (57%) si limita a parlarne superficialmente con il partner, amici e colleghi. In compenso, molti cercano di trovare soluzioni “casalinghe”: l’80% degli intervistati interviene sul proprio stile di vita, per esempio riducendo al minimo le bevande eccitanti come caffè e alcolici, adottando una maggiore regolarità nell’andare a letto e facendo pasti leggeri alla sera.

Il privato di sonno, il breve dormitore e l’insonne
«In generale, la definizione “dormire poco e/o male” include tre categorie di persone ed è molto importante capire a quale gruppo si appartiene - conclude Luigi Ferini Strambi -. C’è il “privato” di sonno, ovvero colui che dorme poco per cause esterne (va a letto tardi perché frequenta abitualmente feste e discoteche o si sveglia molto presto per andare al lavoro); il breve dormitore, ovvero colui che riposa poco e sta benissimo così; l’insonne vero. Le tre tipologie hanno in comune di chiudere gli occhi solo 4-5 ore per notte, ma sono esempi completamente diversi e solo l’insonne dovrebbe rivolgersi al medico. Il breve dormitore è tale per cause genetiche, e lo è spesso per tutta la vita: anche un bambino può avere tale caratteristica. È bene ricordare che il sonno profondo dura 2-3 ore (20-25% del totale) e solitamente si concentra nelle prime ore della notte. Quindi anche chi sta a letto solo 4 ore può aver concluso la fase di riposo più intenso».

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ADNKRONOS.COM 27/10 –
Tra pochi giorni si tornerà all’ora solare. Più precisamente, nella notte fra sabato 29 e domenica 30, alle tre, le lancette dei nostri orologi dovranno essere spostate indietro di un’ora. Avremo, quindi, più luce al mattino, ma le giornate saranno inesorabilmente più corte e si potrà andare incontro ad alcuni fastidi.

Il più frequente è l’insonnia o un cattivo riposo, come spiega Assosalute - Associazione nazionale farmaci di automedicazione. Le conseguenze sono disturbi che vanno dalla sonnolenza fino al mal di testa e a una sensazione generale di malessere, passando per irritabilità, riduzione dell’appetito, problemi di concentrazione e di memoria.

In caso di disturbi del sonno, si legge in una nota di Assosalute, un aiuto può arrivare dai farmaci di automedicazione o da banco, ossia quelli senza obbligo di prescrizione. In generale, basta qualche giorno per tornare alla normalità e per chi ama andare a letto tardi è più facile gestire il passaggio all’ora solare. Per l’insonnia si può far ricorso ai farmaci da banco ad azione blandamente sedativa come la valeriana e la passiflora, da sole o in associazione. Per il mal di testa una mano può venire dai farmaci di automedicazione a base di antinfiammatori, tra cui acido acetilsalicilico, ibuprofene, naprossene, diclofenac, ketoprofene.

Questi i consigli di Assosalute per evitare di imbattersi nei disturbi del sonno, non solo in occasione del cambio dell’ora:

1) Fare attenzione alle ’porte’ del sonno: l’organismo si adatta a riposare sempre a una stessa ora, mentre a volte si fatica a prendere sonno quando si va a dormire più tardi. È, quindi, consigliabile mantenere un sonno normale il sabato sera, quando gli orologi saranno regolati indietro, e svegliarsi al mattino secondo il solito orario.

2) Bisogna ricordare che il sole sorge un’ora prima, meglio, quindi, ’bloccare la luce’ e tenere la zona notte buia per evitare di svegliarsi prima e di perdere sonno.

3) Sarebbe, poi, opportuno fare una cena intelligente, vale a dire non mangiare troppo tardi la sera ed evitare comunque pasti pesanti, ricchi di grassi che possono sempre disturbare la qualità del riposo, soprattutto se si va a dormire poco dopo aver mangiato.

4) Come il rumore, anche una temperatura eccessivamente elevata - molto più che un clima freddo - rende difficile il riposo. L’ideale è mantenere la camera da letto intorno ai 20-22 gradi, ricordando che anche coperte e lenzuola contribuiscono a creare un microclima più o meno favorevole al riposo.

5) È consigliabile non stare a letto senza dormire: se non si riesce a prendere sonno, conviene piuttosto alzarsi, magari per dare tempo all’organismo di prepararsi al riposo, sfruttando la lettura di un buon libro o l’ascolto di musica.

6) L’attività fisica andrebbe fatta qualche ora prima di prendere sonno, altrimenti c’è il rischio di avere un’eccessiva stimolazione dell’organismo che rilascia sostanze legate allo sforzo e può, quindi, avere effetti ’eccitanti’.

7) Bisogna fare attenzione agli alcolici, possono dare una sensazione di sonnolenza, ma, quando termina l’effetto, si rischia di svegliarsi nel cuore della notte e riprendere sonno diventa difficile. Allo stesso modo niente bevande gassate contenenti caffeina per non parlare di tè o caffè, la sera. Meglio preferire tisane o infusi.

8) Se avete dormito poco e male, evitate durante il giorno di abusare di caffè o simili che potrebbero avere un effetto negativo sull’irritabilità. Al contrario, tenete duro fino a sera così da andare a letto davvero stanchi e avere la sicurezza di fare un buon riposo.


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di Andrea Danneo

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28 Ottobre 2016

Nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2016 ritorna l’ora solare. Le 3.00 della domenica torneranno ad essere le 2.00, facendo guadagnare altri 60 minuti di sonno a tutti gli italiani.
L’aggiunta e la sottrazione del tempo nel nostro Paese è ormai un appuntamento fisso per ogni cittadino. Ma è sempre stato così? Da quando ha avuto inizio il cambio d’orario? Ecco tutte le cose da sapere sull’ora legale e solare.
1. 100 anni di ora solare e ora legale

Il passaggio dall’ora legale all’ora solare compie 100 anni. Nel 1916 l’Italia e l’Inghilterra istituirono l’ora legale e il passaggio all’ora solare.
2. In origine l’ora legale era una misura di guerra

L’ora legale nasce in Italia come misura bellica nel 1916, per rispondere alle esigenze di risparmio energetico durante la Grande Guerra, e rimane in uso fino al 1920 per poi essere abolita e ritornare allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, perdurando dal 1940 fino al 1948, anno in cui venne cancellata un’altra volta.
3. L’istituzione definitiva nel 1965, con una legge

Il cambio d’ora fu istituito in via definitiva nel pieno della crisi energetica, tramite il decreto legge numero 503 del 1965. La norma fu applicata per la prima volta nell’anno successivo, con una durata prevista di quattro mesi, ma col passare del tempo, il periodo di applicazione si è esteso fino a quello attuale.
4. Il cambio alle 2 stabilito nel ’96 e poi ribadito nel 2010

Nel 1996 il parlamento stabilì che il cambio d’ora dovesse essere effettuato alle ore 2 dell’ultima domenica di marzo, per poi ritornare all’ora solare il 30 di ottobre. Lo stesso provvedimento fu imposto da una votazione del parlamento europeo, accolta dall’Italia nel 2010, ma si trattò solo di un passaggio burocratico, dato che il Paese lo aveva già acquisito.




5. Un’idea di risparmio energetico: da Benjamin Franklin alla Camera dei Lord

Il primo a far luce sul tema fu Benjamin Franklin nel 1784, con un trattato incentrato sull’idea di risparmio energetico. Tuttavia, il contributo dello scienziato non ebbe una risonanza tale da ottenere un consistente numero di consensi. Circa 100 anni dopo, il costruttore William Willet riprese le idee dello studioso, conquistando l’interesse della politica, tanto che nel 1916 la Camera dei Lord votò a favore dell’istituzione dell’ora legale come soluzione alle ristrettezze economiche imposte dalla Grande Guerra.
6. I romani e le clessidre diverse per inverno ed estate

L’idea di sfruttare il più possibile le ore di luce estive non è certo nuova. In antichità i ritmi della giornata erano regolati dalla posizione del sole. Gli agricoltori si alzavano all’alba e continuavano le loro attività fino al tramonto. Già i Romani usavano un metodo più complesso: clessidre tarate diversamente d’inverno e d’estate. In epoca industriale si è tornati alle origini decidendo di far coincidere le attività lavorative con il ritmo del sole: l’obiettivo era quello di risparmiare energia elettrica.
7. Secondo alcuni studi aumenta infarti e ictus

Secondo alcune ricerche il cambio dell’ora può provocare un aumento dei casi di infarto e ictus. I ricercatori del Karolinska institut di Stoccolma hanno rilevato un aumento del 4% degli attacchi di cuore nella settimana successiva alla variazione. Uno studio della American academy of Neurology sostiene invece che il cambio aumenta del 25% il rischio di ischemia e ictus nei malati di cancro, e del 20% negli anziani over 65.
8. Può causare disturbi del sonno

Oltre ad attacchi cardiaci e ictus, sono stati indagati anche gli effetti sul sonno. Una ricerca coordinata da Antonio Tonetti dell’università di Bologna ha mostrato un aumento di risvegli notturni e una maggiore difficoltà ad alzarsi dal letto nei giorni successivi al cambio di orario.



Il cambio d’ora può provocare infarti, ictus e un aumento dei risvegli notturni.


9. Si effettua di notte per comodità

La scelta di effettuarlo tra le 2 e le 3 del mattino non è casuale. Di fatto sono gli orari in cui la circolazione dei treni, degli aerei e degli altri mezzi di trasporto pubblici è ridotta al minimo e quindi si limitano all’osso tutti i disallineamenti e gli sfasamenti rispetto agli orari giornalieri programmati.
10. Chi va a letto tardi si adatta meglio

La capacità di adattamento al nuovo orario dipende dal cronotipo, cioè dalla propensione a dormire in determinati orari nell’arco delle 24 ore. Il cronotipo ’gufo’ sta meglio: va a letto tardi, dorme un’ora in più al mattino. Secondo quanto afferma Luigi Ferini-Strambi, presidente della World association of sleep medicine, «il ’mini-jet lag’ legato al cambiamento di orario può creare qualche problema in più a chi va aletto presto, ma solo per qualche giorno; il riadattamento è abbastanza rapido».
11. Gli amici a 4 zampe hanno un orologio biologico

Gli italiani si stanno preparando al conto alla rovescia, ma la questione che assilla i proprietari di animali domestici riguarda proprio gli effetti che il cambio d’ora potrebbe avere sugli amici a quattro zampe.
A preoccupare maggiormente è la possibilità che anche gli animali possano subire le stesse conseguenze degli esseri umani al passaggio all’ora solare: irritabilità, nervosismo e fatica.
A rassicurare i proprietari è un comunicato dell’Associazione nazionale veterinari italiani, che dichiara come tale rischio sia assolutamente improbabile, dal momento che cani e gatti siano dotati di una specie di orologio interiore, che si adegua perfettamente al cambio. In particolare, i felini si regolano per natura in base ai rumori esterni e all’intensità della luce.



Cani e gatti hanno un orologio interiore che permette loro di adattarsi al cambio.


12. Il risparmio nel 2016 potrebbe essere di 94,5 milioni

Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, ha stimato che il passaggio dall’ora solare a quella legale abbia portato a un minor consumo di elettricità pari a circa 580 milioni kilowattora, quantitativo che corrisponde al fabbisogno medio annuo di oltre 200 mila famiglie. Se si considera che un kilowattora costa in media al cliente circa 16,32 centesimi di euro, il risparmio per il sistema, relativo al minor consumo nel periodo di ora legale per il 2016, dovrebbe essere pari a 94,5 milioni di euro.
13. Con l’ora solare, domenica cambia l’orario di inizio delle partite

Il ritorno dell’ora solare prevederà l’anticipazione di un’ora di tutti gli appuntamenti della domenica, in primis la trasmissione dei principali eventi sportivi, fra cui le partite di calcio di Serie A, con il Milan che si confronterà con il Pescara, la Lazio che contenderà il possesso palla al Sassuolo, senza dimenticare i match Crotone-Chievo e Atalanta-Genoa.
Tuttavia, mentre per le big l’orario resterà lo stesso, almeno sulla carta, per le squadre dilettanti è previsto un cambio anche sul quadrante degli orologi, perchè i match non si giocheranno alle 15.30 come di consueto, ma alle 14.30.
14. Un aumento del 3% delle attività criminali durante l’ora legale

Il ministero degli Interni ha segnalato che nel 2015 le attività criminali, svolte prevalentemente nelle ore di oscurità, sono calate del 3% proprio grazie allo spostamento delle lancette. Quindi ci sarebbero più crimini durante i mesi di ora legale. Un bel paradosso.
15. Gli italiani vorrebbero abolire l’ora solare per 60 minuti di luce in più

Secondo il Codacons, però, circa l’80% degli italiani vorrebbe abolire l’ora solare e rimanere con l’ora legale tutto l’anno. Questo perchè il mantenimento dell’orario farebbe guadagnare 60 minuti di luce la sera anche d’inverno, ma li toglierebbe al mattino, con prevedibili ripercussioni su chi comincia presto la propria giornata lavorativa e scolastica.



L’ 80% degli italiani vorrebbe abolire l’ora solare e rimanere con l’ora legale.


16. Per gli americani è daylight saving time, per i francesi è heure d’été

I concetti di ora legale e solare vengono espressi in modi diversi nelle altre lingue. Per gli inglesi ci sono la ’british summer time’ in estate e la ’standard time’ per i mesi autunnali e invernali. I cugini americani chiamano l’ora solare ’standard time’ come gli inglesi, ma per quella legale utilizzano ’daylight saving time’, che significa letteralmente orario di risparmio della luce diurna. I francesi sono più romantici: heure d’été e heure d’hiver, tempo d’estate e tempo d’inverno. I tedeschi usano una via di mezzo: Sommerzeit, orario estivo, per la legale e Standardzeit, orario standard, per la solare.
17. In un’isola australiana le lancette si spostano di mezzora

Nell’emisfero Sud del mondo, l’ora legale viene adottata nei mesi che da noi sono invernali. Con qualche variante. Per esempio gli abitanti dell’isola australiana Lord Howe d’estate devono spostare le lancette solo di 30 minuti anziché 60. In questo modo si allineano al loro fuso: per il resto dell’anno infatti il loro orario è sfasata di mezzora. Più problematica la situazione in Antartide, dove non ci sono confini politici: nel 2016 solo alcune delle basi scientifiche adottano l’ora legale.
18. Le isole Baleari hanno chiesto di non cambiare

In Spagna il parlamento delle isole Baleari sta provando a sfuggire al cambio d’ora. La regione autonoma spagnola, ha chiesto di restare all’ora legale. Ibiza, Minorca, Maiorca e Formentera vorrebbero godere di un’ora in più di sole al pomeriggio, e quindi di un’ora meno al mattino, per favorire i turisti fuori stagione, sempre più numerosi.
19. La Turchia manterrà l’ora legale

In Turchia il passaggio all’ora solare non avverrà. Secondo le disposizioni del presidente Recep Tayyip Erdogan del settembre 2016 il governo turco godrà dell’orario legale in modo permanente. Secondo il ministero degli Interni, l’abolizione dell’ora solare consentirà un forte risparmio energetico, limitando l’uso della luce artificiale.



Il presidente turco Erdogan ha abolito l’ora solare il 9 settembre 2016.


20. I Paesi europei refrattari: Islanda, Bielorussia, Armenia e Georgia

Tutti i Paesi dell’Unione europea hanno aderito allo standard internazionale, ma alcuni hanno deciso di non adottare la legale: Islanda, Bielorussia, Armenia e Georgia. A questi si è aggiunta recentemente la Russia, che nel 2011 ha ridisegnato i fusi orari del suo immenso territorio e, in questo stravolgimento, ha deciso di mantenere la stessa ora tutto l’anno.