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 2016  settembre 30 Venerdì calendario

RINCON, L’IDOLO DI TUTTI – «Ora voltiamo pagina. Restiamo freddi e pensiamo al Bologna senza trovare alibi e cercando di vincere la partita»

RINCON, L’IDOLO DI TUTTI – «Ora voltiamo pagina. Restiamo freddi e pensiamo al Bologna senza trovare alibi e cercando di vincere la partita». Tomas Rincon è abituato da tempo a guardare avanti, lo ha imparato dalla vita. Le polemiche volano lontane quando parla il «generale». Con la sua personalità è divenuto un simbolo prima in Venezuela ed ora per tutti i genoani. Juric lo ha subito posto al centro del nuovo Genoa. «E per questo gli sono grato. Così come ringrazio il presidente Preziosi che ha rifiutato un’offerta da dieci milioni. Vedere l’interessamento di grandi squadre italiane mi ha dato fiducia, era il mio sogno da bambino che diventava realtà. Ma restare mi ha reso felice, qui c’è un gruppo fantastico con il quale possiamo fare qualcosa di importante». E’ il suo Genoa, un Genoa da mediani. «Un Genoa di Juric, con la mentalità del combattente, la stessa che aveva in campo e che riesce a trasmettere negli allenamenti e dalla panchina. Questo è il Genoa che tutti i genoani vogliono vedere». Lei è diventato subito un idolo. «Me ne avevano parlato al mio arrivo, ma una cosa è sentirlo dire, un’altra viverlo. I genoani mi hanno impressionato. Dopo poche partite, quando andavo a pressare, sentivo partire il coro: Rincon, Rincon. E’ bello identificarsi in un modo di vivere il calcio». E insieme dove potete arrivare? «Partiamo da una base fisica, ma abbiamo anche la qualità. Mi piace soprattutto il modo in cui affrontiamo qualsiasi avversario, a viso aperto. Lo abbiamo fatto anche contro il Napoli, che ne fa 4 a tutti. Presto potremo tenere il ritmo alto più a lungo. Eppoi abbiamo Veloso, che sa gestire il tempo di gioco, ci sono Rigoni, Perin, Burdisso e Pavoletti. Il Pavo, con il suo modo di giocare, sa trasmettere forza e coraggio a tutta la squadra». E Simeone? «Si è presentato con una fame incredibile. Al primo allenamento avrà fatto 75 mila scatti. Noi cerchiamo di dargli fiducia perché possa dare il massimo». Lei è il primo venezuelano che riesce a imporsi nel calcio italiano. «Ne sono orgoglioso. Il calcio in Venezuela è cresciuto negli ultimi 15 anni e, nel 2011, con la semifinale in Coppa America , ha alzato il suo livello». Lei in quella coppa America fu eletto nella formazione ideale della manifestazione. I bambini che giocavano per le strade iniziarono a voler essere Rincon. Ora sta succedendo anche a Genova. «E’ bello essere un modello per i bambini. Loro vedono nel calcio un’opportunità per inseguire i loro sogni e provare a tramutarli in realtà». In patria è il modello di tutti. «Ognuno di noi è il capitano della propria vita. Avere la fascia al braccio in nazionale è importante: viviamo un momento sociale difficile, i giovani vedono nella Vinotinto un momento di speranza e noi cerchiamo di regalare loro qualche momento di allegria. Cerco di migliorarmi anche per questo». Nel Genoa è migliorato molto. «In Germania ho imparato la cultura del lavoro, qui, con Gasperini ho capito che potevo fare di più. Ho la mente sempre aperta, per crescere e imparare, leggo, studio». Cosa in particolare? «Ho avuto un’infanzia difficile e questo mi ha reso un combattente. Da giovanissimo mi sono dovuto fare carico della famiglia: sono cresciuto sulla strada maturando in fretta. Già da allora gli amici e i compagni di squadra vedevano in me un leader. Devo prepararmi ad essere quello che gli altri vedono in me così leggo i libri di John Maxwell, per approfondire il mio lato spirituale e su questo apprezzo Robin Sharma». Domenica dovrà essere leader a Bologna. «Da bambino ero affascinato dal Milan che ha vinto tutto. Ricordo bene Donadoni. Non l’ho mai conosciuto personalmente, ma ho affrontato le sue squadra, organizzate, con grande atteggiamento. Noi siamo pronti alla sfida».