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 2016  settembre 29 Giovedì calendario

APPUNTI DOMENICA IN PER LA VERITA’ – BISTECCONE Giampiero Galeazzi, detto “Bisteccone” (1,95 m per 160 chili): «M’hanno rovinato dieci anni di Domenica In

APPUNTI DOMENICA IN PER LA VERITA’ – BISTECCONE Giampiero Galeazzi, detto “Bisteccone” (1,95 m per 160 chili): «M’hanno rovinato dieci anni di Domenica In. Magnavo la sera e non venivo più al circolo a fare la partitella. Me so’ ritrovato in poco tempo addosso un set de valigie de 50 chili». Domenica 3 ottobre 1976 Tv, prima puntata di “Domenica in” e “L’Altra domenica” • Parte sul Primo Canale “Domenica in”, programma contenitore ideato e condotto da Corrado, valletta Dora Moroni. Sulla Rete 2 prima puntata de “L’altra domenica”, conduttore Renzo Arbore, nel cast i comici Roberto Benigni, Mario Marenco, Andy Luotto. Domenica 20 febbraio 1977 Tv, Boncompagni presenta “Discoring” • All’interno di “Domenica in”, prima puntata di “Discoring”, quaranta minuti di musica leggera condotti da Gianni Boncompagni (pubblico di ragazze tra i 13 e i 20 anni). Le ragazze pon pon di Domenica In targata Boncompagni erano la scenografia fondamentale – “Bisteccone” (1,95 m per 160 chili): «M’hanno rovinato dieci anni di Domenica In. Magnavo la sera e non venivo più al circolo a fare la partitella. Me so’ ritrovato in poco tempo addosso un set de valigie de 50 chili» (a Giancarlo Dotto) Paolo Bonolis, messo sotto accusa per aver intervistato durante Domenica In il serial killer Donato Bilancia. Era il 2004. Quella volta che Carmelo Bene partecipò a "Domenica In". Era il ’75, conduceva Corrado, e lui cantò - benissimo - una canzoncina tratta da "S.A.D.E., ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della gendarmeria salentina". Il cardinale Ersilio Tonini nel 2002, a proposito della televisione: «Sarò ospite fisso di Domenica In. Mi piace essere in un programma vedendo il quale mio padre e mia madre, se fossero ancora vivi, potrebbero dire: "Ecco, nostro figlio è al suo posto"». Il discorso che Corrado pronunciò il 19 marzo 1978, tre giorni dopo il rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. conduttrice donna del contenitore è stata Raffaella Carrà nella stagione 1986-87. Classifica dei conduttori: Pprimo Pippo Baudo con 13 edizioni, secondo Massimo Giletti e Mara Venier con 9 edizioni, terzi Corrado, Lorella Cuccarini e Lorena Bianchetti che hanno condotto 3 edizioni, Carlo Conti e Paola Perego 2. Altri 20 condottori a quota 1. Gli altri conduttori hanno condotto solamente un’edizione del contenitore domenicale. – Teste. «Papà, in piedi alla mia destra, fa sì con la testa. Mamma, seduta alla mia sinistra, fa sì con la testa. La donna bionda fa sì con la testa. Io, diosanto, faccio sì con la testa» (anno 1979, la famiglia di Maurizio Corona assiste alla Domenica In in cui Andreotti dice a Raffaella Carrà che a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca). EMILIA COSTANTINI, CORRIERE DELLA SERA 28/9 –  «Domenica in» compie 40 anni. Pippo Baudo ne ha compiuti il doppio. «Sì, ma non sono il caro estinto», chiosa con ironia e si accinge a condurre, dal 2 ottobre, la sua tredicesima edizione dello storico programma di Rai 1. Al suo fianco Chiara Francini. «Tanta musica, cinema, libri, soprattutto quelli scomodi, e tanto teatro - avverte - La promozione culturale è un obbligo del servizio pubblico». Nella prima puntata, il ricordo di Corrado: «Un tempo eravamo in quattro con lui, Bongiorno e Tortora. Sono l’unico sopravvissuto, fatemi vivere, ma non mi sento il vecchio Anchise». E quest’anno torna anche a Sanremo. «Nella puntata domenicale ci sarà il collegamento con i cantanti ospiti in studio». Tanta grinta e maniacale preparazione: «Sto rovinando la vita ai miei collaboratori: ogni giorno c’è qualcosa da cambiare nel copione». Tante certezze. E le paure? «Anche chi sale sul filo ha paura di cadere, però ci sale lo stesso». Emilia Costantini *** MICHELA TAMBURRINO, LA STAMPA 28/9 – Domenica in compie 40 anni, Pippo Baudo ne ha compiuti 80, difficile immaginare un connubio migliore, fatto di multipli a salire. La novità è una non-novità, un contenitore festivo contratto a un’ora e quaranta minuti con i sani ingredienti di una volta. Ecco le vallette stile Sanremo, perciò un’attrice già popolare come Chiara Francini che avrà il compito d’affiancare il conduttore (e per ora presa a spiegare che non è lì perché amica di Renzi, che lei Renzi neppure lo conosce, hanno solo frequentato la stessa scuola, ovviamente in anni diversi e che se essere fiorentina equivale a finire imparentata col premier, sono dolori), e la nuova show girl, Emanuela Zero, che non è la giovanissima bellona, chiamata a raccontare in musica gli ospiti e l’attualità. Fedele a se stesso Ma tutto è contorno, il piatto forte è Pippo Baudo che vendica tutti gli allontanati, epurati, marginalizzati in virtù di un mero dato anagrafico. E non torna per portare rivoluzioni futuribili ma per riproporre l’ordine costituito delle cose buone. Anche la scena, dicono candidamente, è la stessa degli anni Novanta, ringiovanita da qualche led wall in più. Pippo uguale a se stesso, fa il finto piacione con la Francini, organizza lo show del suo ritorno, si pone come l’usato sicuro dal quale non ci si aspettano mai sorprese, dunque neanche le brutte. Unico cambiamento di nota, il colore candido dei capelli portati con estrema fierezza. «Non sarà una Domenica Inps, perché nel mio studio ci sarà freschezza di contenuti e di personaggi. Non mi sono mai ritenuto estinto, al pari del mio collega francese che ha 96 anni. Chiarito questo, ora bisogna creare il paradigma del programma che viene dopo L’Arena e prima de L’Eredità. Io sono il principe dello sforo ma in queste condizioni temo sia impossibile. Vedrò di strappare quella mezz’ora in più che la rete quest’anno ha dato a Giletti. Sono la storia della tv e anche per questo mi è stato affidato un marchio che va rilanciato, altrimenti si chiude. Non ci saranno politica e gialli, sarà una trasmissione frizzante, con molta musica e anche prosa perché siamo servizio pubblico e gli spettacoli dal vivo vanno mostrati e raccontati. Si parlerà di libri, anche scomodi per un intrattenimento vorrei dire colto». La scaletta della prima puntata spiega perfettamente la filosofia di fondo che sorregge Baudo e le scelte di Raiuno: «Nella prima puntata faremo un omaggio al passato con Eleonora Giorgi. L’attrice ha scritto un libro nel quale racconta aspetti inediti e forti della sua vita. Per far questo ripercorreremo in video e in musica le tappe salienti della sua carriera. Poi ospiteremo Cristina Comencini, che presenta il suo ultimo film Qualcosa di nuovo assieme a Cortellesi e Ramazzotti, dunque Fiorella Mannoia, che offrirà in anteprima il suo ultimo disco “Combattenti”. E ricorderemo coloro che in quarant’anni hanno condotto questo contenitore. Si partirà con il grande Corrado. A proposito, di quelli della mia generazione, Corrado appunto, Buongiorno e Tortora, il sottoscritto è l’unico sopravvissuto. Lasciatemi vivere». Ma che cosa insegue Baudo? «Audience, qualità e quantità, gli obiettivi miei e del mio gruppo autoriale di grande prestigio». Alla tredicesima prova, vuole giocare di scaramanzia. «Avevo ospiti importantissimi, torneranno, a frotte». *** MARCO MOLENDINI, IL MESSAGGERO 28/9 – Tredici volte Pippo. Come a Sanremo. Domenica in festeggia i suoi 40 anni affidandosi ancora una volta al conduttor dei conduttori, il veterano della tv, fresco ottantenne che ne approfitta per girare la frittata: «La tv è piena di conduttori giovani. Conti, Amadeus, Frizzi, Giletti, sono ragazzi. Ma di 80 anni ce n’è uno solo». Già c’è solo lui, il Baudo ripescato quando ormai temeva tristemente che le sue porte si fossero chiuse del tutto. Invece, prima dell’estate, è arrivata la telefonata (proprio nel giorno del suo compleanno) ed eccolo qua, di nuovo in sella, pronto a vender cara la pelle con la sua tv che se ne frega della deriva becera e rispolvera la formula originaria del contenitore pomeridiano di Rai 1, quella del rotocalco di spettacolo che punta su interviste e rubriche legate al cinema, al teatro, ai libri e alla musica. Lezione di tv per dire che la televisione di una volta era meglio? «Eravamo in quattro: Corrado, Mike, Tortora ed io. Sono sopravvissuto solo io, voglio divertirmi e basta». C’è chi ha sparato subito a pallettoni, quando è stato annunciata la sua conduzione. «Hanno parlato di Domenica Inps. Una battuta infelice che sarà smentita da uno show che frizzante e per tutte le età. Penso di avere ancora qualcosa da dire, di non essere estinto. Solo da noi c’è questa voglia di seppellire. In Francia Michel Drucker, che ha 74 anni, conduce Vivement dimanche da una vita. No, non faremo nulla di nostalgico. Ci sarà spazio per ieri, oggi e domani. Ma l’oggi sarà prevalente». Al suo fianco ci saranno due giovanotte di belle speranze. «Stavolta, dopo aver lanciato tanti talenti, dalla Parisi alla Cuccarini a tanti altri, ho puntato sull’usato sicuro e ho scelto Chiara Francini, attrice che debutta nel ruolo di presentatrice. Non potrò dire di averla scoperta io perché ha già girato 38 film e diverse fiction. È una nuova scoperta, invece, Manuela Zero che viene dal Bagaglino, canta e balla benissimo e, in ogni puntata, presenterà una sigla diversa scelta fra le canzoni dedicate alla domenica: la prima sarà inevitabilmente Domenica è sempre domenica». Barbara D’Urso, sua diretta concorrente su Canale 5, ha detto di temere la sua concorrenza, ma continuerà a fare il suo programma pieno di cronaca e temi hard. «Ostento sicurezza, però, ho delle paure anche io. Ma come gli acrobati che camminano sul filo, quando è il momento di partire mi concentro sulla missione. E lavoro tantissimo. La cronaca nera, però, la lascio agli altri molto volentieri. E non farò neppure politica che tocca ai tg e ai programmi di approfondimento. Noi ci occuperemo di altri obblighi di servizio pubblico come la promozione culturale». A proposito di politica, qualcuno ha fatto notare come Chiara Francini sia fiorentina e allieva del liceo Dante proprio come Renzi. «Il fatto che tutti i toscani siano figli di Renzi mi sembra un po’ eccessivo». Lei è il campione della tv dello sforo, come farà a stare dentro l’ora e quaranta che le hanno dato, visto che lo spazio dell’Arena di Giletti è stato ampliato di mezz’ora? «Non c’è alternativa, perché dopo di noi c’è L’Eredità». Quali sono i primi ricordi che le vengono in mente delle sue precedenti dodici Domenica in? «La volta che ho ballato con Sean Connery che faceva la donna, o l’intervista a Robert De Niro che aveva dato una disponibilità di 5 minuti e invece è rimasto 40 minuti». A febbraio le toccherà tornare a Sanremo, per la classica puntata di Domenica in al Festival. «E quel giorno finirò finalmente alle 20. Conti, che è un amico, mi voleva a Sanremo nella scorsa edizione per fare il DopoFestival. Ma non voglio fare il critico in poltrona, non me la sento di ricoprire questo ruolo». Baudo, che quest’anno avrà anche una rubrica settimanale ai Fatto vostri, ha presentato la nuova Domenica in nella sede di Radio Rai a via Asiago assieme alle sue girls e al direttore di Rai 1 Andrea Fabiano. Il programma, però, andrà in onda da Cinecittà, dove ci sarà anche una big band diretta da Bruno Biriaco. La prima puntata, domenica alle 17,05 sarà tutta la femminile con Eleonora Giorgi, che parlerà del suo primo libro, Cristina Comencini e le interpreti del suo nuovo film Paola Cortellesi e Micaela Ramazzotti, e Fiorella Mannoia, con il brano Combattente, annuncerà il suo prossimo disco. Ci sarà anche uno spazio per ricordare il primo conduttore di Domenica in, Corrado, che andò in onda a partire dal 3 ottobre 1976. «Sarà un ricordo personale, con lui avevo un rapporto bellissimo. Racconteremo anche quando lasciò in polemica Domenica In», anticipa Pippo. Marco Molendini ** REPUBBLICA E CDS 7/7/2016 –  Silvia fumarola per la Repubblica Pippo Baudo è seduto nel suo studio come un gatto dopo una lunga caccia al topo. Ha l’aria soddisfatta. «Stanotte ho dormito il sonno del giusto, non mi capitava da tempo. Tornare a Domenica in a 80 anni mi sembra un regalo per il futuro, e poi c’è una coincidenza: è la mia tredicesima edizione». Un mese fa prevaleva l’amarezza. In fondo è una rivincita. «Ma no, però è vero che si apre una nuova fase. Ci sono stati alti e bassi, non coltivo il rancore». Le mancava la tv? «Sì, soprattutto mi sembrava un’ingiustizia non poter offrire il mio contributo perché ancora posso dare qualcosa. Lo considero il riconoscimento a un professionista. Non mi ritengo un grande artista ma un buon artigiano: nel nostro paese ne abbiamo bisogno». Sia sincero, aveva fiducia nella nuova Rai? «Quando mi hanno contattato mi sono chiesto: che tipo di proposta mi faranno? Il direttore di RaiUno Andrea Fabiano è stato molto carino, mi ha detto semplicemente: “Facciamo la Domenica in alla Pippo Baudo”. Ho pensato che c’è ancora spazio per me. A ottobre si riparte». Prima Michele Guardì le aveva offerto la rubrica a I fatti vostri con Magalli, no? «L’offerta di Michele mi è piaciuta perché raccontare la storia del varietà mi diverte, poi è uscito fuori il settebello. Mantengo l’impegno farò entrambe le cose». L’Italia è cambiata dai tempi della sua Domenica in. «Lo so bene, è cambiata anche la televisione. Domenica in compie 40 anni, ma non vorrei riproporre il passato. La nuova tv deve avere il sapore di oggi». Qualcuno ironizza sul “ritorno al futuro”, che vuol dire fare televisione contemporanea? «Portare il pubblico a pensare, perché non sia fatto di spettatori passivi che passano da un canale all’altro. Spero di accendere i cervelli con l’informazione e le interviste. Insomma, di intrattenere facendo servizio pubblico». È abolita la cronaca nera che impazzava, anche la domenica. Come si regolerà? «Lascio i delitti agli investigatori. L’anno scorso è andata com’è andata, non sta a me dirlo, io farò un rotocalco. In passato ho avuto ospiti come Truffaut, Connery, De Niro. Spero che per attori e registi l’abitudine di passare per la Domenica in di RaiUno riprenda». Chi vorrebbe come primo ospite? «Non ci ho pensato, ma inviterò i politici solo se sono necessari per affrontare certi argomenti. Per la politica ci sono già i tg». Si aspettava di ricominciare a 80 anni? «Sono una persona curiosa e non mi piace oziare. Qualcuno ha scritto l’elogio dell’ozio ma non lo considero un valore positivo, penso che sia la morte. Passi il tempo a pensare: a cosa? Solo se lavori resti vivo, e io sono un combattente. Questo è il momento più importante della mia carriera». Gli altri? «Il festival di Sanremo, Fantastico e Domenica in. Sanremo perché ne ho fatti tredici e alcuni clamorosi con canzoni diventate classici, ho lanciato Giorgia, Laura Pausini... Il maestro Angelo Valsiglio mi portò La solitudine. Avevo sentito la voce di Laura, era perfetta per lei. Lo sa che fu applaudita dagli orchestrali dopo l’esibizione? Non succede mai». Arriviamo a Fantastico. «Fantastico è nel mio cuore perché mi ha portato in dono Lorella Cuccarini, una delle creature a cui sono più affezionato, ma cito anche Luna Park perché c’era un’altra ragazza eccezionale, Heather Parisi. E Beppe Grillo. Il giorno del mio compleanno Beppe mi ha chiamato, telefonata graditissima e inattesa. Abbiamo chiacchierato da vecchi amici, senza mettere la politica in mezzo». Lascia la politica ai tg, c’è un altro tema che porterà in primo piano? «La vita ne offre uno al giorno, pensi a come è stato trattato il telefonino nel film Perfetti sconosciuti, alla periferia di Jeeg Robot, c’è un cinema italiano molto interessante. Forse un tema da esplorare è la felicità». Primo Levi ha scritto che «l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione alla felicità sulla terra». «Lavorare mi rende felice». Chi le ha telefonato dopo la notizia che tornava in pista? «Per l’80 per cento gente che non sentivo da tempo. Andare in soccorso del vincitore – o presunto tale – è normale. I veri amici hanno telefonato più tardi, mi hanno mandato un messaggio anche Claudia Mori e Celentano: “Finalmente sei tornato, siamo contenti”. Mi hanno riempito di gioia». In famiglia come l’hanno presa? Non era un nonno da giardinetti... «Mia figlia Tiziana era felice, martedì mi ha chiamato anche mio figlio dall’Australia». Ha i capelli bianchi: li tingerà per tornare in tv? «Per carità, la chioma bianca è stata una conquista. Oggi sono questo. Berlusconi ogni volta che mi incontrava mi rimproverava: “Basta, tinga i capelli”». Chi sceglierà come partner? «Cerco una ragazza che sappia cantare e ballare, una come la Cuccarini. Per tradizione non sono per le vallette». Ma se le ha inventate lei. «Tutte hanno parlato e si sono esibite, dalla Ferilli a Valeria Mazza, Autieri, Gerini». Veramente Alba Parietti diceva che non la faceva parlare. «Perché voleva fare l’opinionista e mi irritava: così parlò Zarathustra. E lei non era Zarathustra». *** Renato Franco per il Corriere della Sera L’erede di Baudo? Sempre lui. Pippo. Che a 80 anni si riprende il palcoscenico. Conduttore e direttore artistico della prossima Domenica In. Sorride: «Sono l’erede di me stesso. Del resto il presentatore si distingue per gesto, voce, cultura. Caratteristiche e difetti che fanno l’insieme della personalità. Ogni conduttore è diverso dall’altro». Il suo pregio? «Saper ascoltare l’interlocutore. Significa non seguire uno schema fisso di domande, ma assecondare le risposte se portano verso una strada inaspettata». Il difetto? «Sono un po’ cocciuto. Non ho un carattere facilissimo». In pieno renzismo, molti la vedrebbero bene come rottamato. Cosa risponde? «Se il vecchio Anchise riesce a scendere dalle spalle di Enea e riesce a camminare, lasciatelo camminare». Come è andata? «Non lo so nemmeno io. È come quando dopo un temporale, tra le nuvole ancora dense, all’improvviso spunta un sole inaspettato». Quale dirigente Rai si è presentato con il sole in mano? «Il direttore di Rai1 Andrea Fabiano. È un ragazzo, ha 40 anni e per questo mi ha fatto ancor più piacere. L’ho sentito riconoscente del servizio antico reso a quest’azienda». È nato tutto in meno di una settimana. Ha già idee su come impostare «Domenica In»? «Mi rifarò alla grande tradizione di questo contenitore domenicale fatto di attualità, spettacolo e informazione. Niente pettegolezzi e delitti. Penso a grandi ospiti, parlerò di libri e mostre. L’obiettivo è alzare un po’ l’asticella». Manca in video da tre anni. «Il viaggio» su Rai3. «È una delle cose più belle che ho fatto negli ultimi tempi, un cammino alla scoperta di personaggi e luoghi della memoria. Adesso sono tutti lì a viaggiare. Li ho anticipati, ma non ho inventato niente. Lo aveva gia fatto Mario Soldati... e pure Marco Polo». La Rai si è finalmente ricordata di lei? «Ma non c’è mai stata una lite o un distacco drammatico. Semplicemente avevano altri piani. Ora ci hanno ripensato». Ha condotto 12 edizioni di «Domenica In». Ride: «E ora ho fatto 13». I ricordi più intensi? «Sean Connery fu disponibilissimo. Era venuto a parlare del suo 007, Missione Goldfinger . Il tema musicale era di Shirley Bassey, ma non avevo una ragazza con cui farlo ballare: “Balliamo io e te, io faccio la donna”». Anche De Niro fu una sorpresa. «Fu attento già prima di cominciare, si disse colpito e dispiaciuto dell’attentato mafioso alla mia villa. Poi mi concesse un’intervista infinita di 50 minuti. Penso sia ancora un record. Non smetteva più di parlare, si aprì su tutto, amori, film, salite e discese». Una delusione? «Barbra Streisand. Era reduce da un debutto infelice come regista con Yentl del 1983. Era nervosa. Fece capricci per le luci, aveva paura che si vedesse troppo il naso. Poi aveva un vestito con le braccia foderate di metallo, ogni volta che si muoveva era una botta da gladiatore. Disse che non aveva mai scritto una canzone dedicata a Roma. Le feci ascoltare la sua When in Rome». Come si gestiscono le bizze degli intervistati in diretta? «Devi sopportare i capricci, smussare». Cinema, libri, tv: quando non intrattiene gli altri, lei come si intrattiene? «Bisogna fare tutto per essere cittadini del mondo. Guardare i film, leggere i libri. E anche guardare la televisione. Io lo devo fare anche per lavoro. Ma trovo snobistico l’atteggiamento di chi dice che non guarda la tv. Fa parte del mondo che ci circonda». Pier Silvio Berlusconi ha detto che il media del futuro è la tv generalista. «È vero. La danno per defunta e sepolta ma funziona ancora. Basta vedere Montalbano , Rischiatutto , Don Matteo . Generalista non significa generica, superficiale. Significa varia. Per questo continua a essere ben viva». Silvia Fumarola, la Repubblica 7/7/2016 e Renato Franco, Corriere della Sera 7/7/2016 *** CAMPO DALL’ORTO DICE BASTA AGLI EMOTAINMENT: «NIENTE PIÙ CRONACA NERA DENTRO DOMENICA IN O PROGRAMMI COME IL DONO, COSÌ VICINI COSÌ LONTANI O, SU UN ALTRO FRONTE, TI LASCIO UNA CANZONE». PER RIVOLUZIONARE TG E SPORT CI VUOLE PIÙ TEMPO – Direttori scelti in base alla competenza televisiva e all’aderenza al progetto. Tre reti che facciano un grande racconto dell’Italia, mentre Rai 4 – «l’incursore» sarà quella che guarderà fuori, inseguendo un pubblico giovane che la Rai ha perso da tempo. Antonio Campo Dall’Orto – Cdo per chi nei corridoi di viale Mazzini guarda il direttore generale ancora come un alieno – traccia il profilo del servizio pubblico che sta realizzando. Parla di «un impegno ancora maggiore da parte di tutti, perché questo è l’anno del rinnovo della concessione». E sferza sul canone: «È stato abbassato da 113 a 100 euro. In un Paese che lotta da anni contro l’evasione le polemiche di oggi sono incomprensibili. La casa degli italiani 8 euro al mese li vale tutti». Lei è in carica da agosto, ma ha cominciato a delineare la sua Rai nelle ultime settimane con la scelta dei nuovi direttori di rete. Ci ha messo troppo? «Abbiamo introdotto subito delle grandi novità: la direzione creativa, quella digitale, l’avvento di una figura che non c’era mai stata come quella del direttore editoriale affidata a Carlo Verdelli. Ad agosto dissi che volevo capire il progetto per poi scegliere le persone cui affidarlo ed è quel che ho fatto, cambiando a fondo la struttura per iniziare a trasformare la Rai in una Media Company». Cos’è servizio pubblico nella Rai di oggi e cosa non lo è? «Da domenica prossima non ci sarà più la cronaca nera dentro Domenica in. È una scelta che ho concordato con Andrea Fabiano e che pagheremo in termini di ascolti, ma è questo che intendo quando dico servizio pubblico. Che è anche produrre fiction come Il sindaco pescatore, che ha fatto 7 milioni di audience. O Io non mi arrendo, ambientata nella Terra dei fuochi. Servizio pubblico è coprodurre Fuocoammare, il documentario di Gianfranco Rosi sui migranti e Lampedusa Orso d’oro a Berlino. Stiamo comprando i diritti della pay tv in modo da poterlo trasmettere in autunno su Rai3 in una serata a tema». A cos’altro rinuncerà? «Non rivedrete più su Rai1 programmi di “emotainment”, come lo chiamiamo in gergo. Non ci saranno Il dono, Così vicini così lontani o, su un altro fronte, Ti lascio una canzone». A che punto è il lavoro sul digitale? «Abbiamo ereditato 250 siti diversi, non è facile, ma è una macchina potentissima che deve solo essere messa a regime. E all’uso della rete penso in tanti sensi: ad esempio un programma come The Voice, che è partito bene, ha la necessità di trasformarsi in un evento costante. Deve avere l’ambizione di esondare rispetto alla tv. In questo mi ha rinfrancato Sanremo: 2 milioni e 700mila tweet. Carlo Conti l’ha fatto benissimo e lo ha fatto crescere soprattutto tra i giovani». Archiviato il progetto delle due newsroom, quando arriveranno i nuovi tg? «Abbiamo dovuto affrontare subito due urgenze, Rainews e Raisport. Il metodo è quello che ho usato per le reti: lavoriamo al prodotto e tra qualche mese sceglieremo le persone che meglio lo rappresentano». Il tetto di 240mila euro per i dirigenti è di fatto saltato? «Operiamo in un mercato estremamente competitivo, dove le competenze sono il vero fattore di successo. Nonostante questo abbiamo deciso di ridurre i compensi delle posizioni apicali per cui le persone che sono entrate recentemente guadagnano tutte meno dei loro predecessori. E laddove possibile, cosa mai accaduta prima, abbiamo introdotto i contratti a tempo determinato per tre anni». Quando parte lo stop della pubblicità su RaiYoYo? «Dal primo maggio. Per i bambini voglio creare una grande e ambiziosa direzione in modo che ci sia più equilibrio tra la parte commerciale e quella educativa». Il talk show è un genere usurato, lo ha detto lei stesso. Va riformato o archiviato? «Pensavo che l’unico modo per dargli un senso fosse un’interlocuzione tra le persone pulita, che smettesse di essere troppo rissosa, e devo dire che i talk della Rai oggi sono molto più comprensibili. Il servizio pubblico deve lavorare su tutti i generi. Fazio ha rinnovato il suo sabato con una chiave leggera, divertente. Dobbiamo trovare formule nuove anche per gli altri». Tra due mesi gli Europei, 27 partite in esclusiva. Poi le Olimpiadi. La Rai è pronta? «Sullo sport non si può, si deve recuperare. Un mio vecchio professore americano diceva: le cose si fanno nel tempo che si ha. Non sarà facile portare a RaiSport quella dimensione di racconto che abbiamo in mente e dobbiamo imparare a usare meglio le immagini che abbiamo. Sono già in preparazione 4 puntate di Sfide sugli europei e 8 sulle Olimpiadi. Dal punto di vista tecnico, entro un anno Rai1 Rai2 e Rai3 trasmetteranno in Hd, Rai4 già lo fa. È una fatica, ma posso dire che cominciamo a vedere risultati concreti. Abbiamo un bellissimo mandato che è quello di rendere la Rai più forte e più indipendente. Alla fine i cambiamenti si vedranno e il Paese li saprà cogliere». Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica 6/3/2016 *** RENATO FRANCO 18/1/2016 – PERCHÉ MARA VENIER NON È VOLUTA ANDARE ALLA FESTA DEI QUARANT’ANNI DI DOMENICA IN – Un’assenza rumorosa. Domenica In ieri festeggiava i suoi 40 anni, ma al party organizzato da Paola Perego e Salvo Sottile mancava Mara Venier, che si era guadagnata sul campo il titolo di «signora della domenica», per essere la donna con più edizioni da conduttrice tra la metà degli anni Novanta (quattro volte) e i primi anni 2000 (altre quattro occasioni), fino all’ultima apparizione nella stagione 2013-14. Come usa oggi Mara Venier ha dato la sua spiegazione via Instagram: «Tutti i quotidiani mi danno ospite a Domenica In. Non è così, ho rifiutato l’invito. Mi auguro che la nuova dirigenza Rai abbia più rispetto per chi ha dato tanto a questa azienda. Se il dg Campo dall’Orto vuole spiegazioni, sono pronta a dargliele». Innanzitutto il giallo. In ben due comunicati stampa ufficiali della Rai veniva indicata nel cast degli ospiti nonostante avesse declinato l’invito: «Questo è l’aspetto più curioso e incomprensibile – spiega Mara Venier –. Già dieci giorni fa avevo spiegato che non ci sarei stata e nonostante la rettifica al primo comunicato firmato dalla Rai, ne è uscito un altro in cui c’era il mio nome. Non capisco perché». Il perché della sua assenza invece ha ragioni precise: «Ho detto di no per problemi personali privati tra me e Paola Perego». Non aggiunge altro, ma la cronaca dice le due conduttrici erano legatissime – non solo cene insieme, Mara è stata la testimone di nozze – e che nel 2014 Domenica In passò da Venier a Perego, moglie di Lucio Presta, allora anche manager di Mara Venier, che poi si è rifatta una vita (televisiva) a Mediaset. Quanto al rispetto chiarisce: «Nella concisione ho messo insieme due cose. Ripeto: la mia assenza dai festeggiamenti è per problemi privati e personali. Il rispetto invece ha a che fare con il modo in cui due anni fa sono stata esclusa dalla Rai. Penso che ci voglia maggiore rispetto per personaggi come me – ma non ci sono solo io – che hanno dato tanto a questa azienda. I direttori sono liberi di cambiare i conduttori per carità, ma questo non toglie che ci debba essere stile, educazione, sensibilità. Mi hanno tolto La vita in diretta e Domenica In senza nemmeno una convocazione, senza dirmi nulla, senza un ringraziamento, l’ho trovato molto inelegante, mi hanno dato un calcio come si fa con una scarpa vecchia». Si riferisce al direttore di Rai1 Leone? «Parlo della dirigenza Rai, dei vertici che ora non ci sono più e certo anche di Leone che è un direttore di rete». *** Con Luca Cordero di Montezemolo e più in generale con i suoi ex fidanzati ha buoni rapporti? Tranne che con un paio di persone, ottimi. Anche con Luca. Sono una pacifista. Quando stavamo insieme mi attaccavano periodicamente. Conducevo una Domenica in dai grandi ascolti, ma ogni settimana uscivano sul mio conto critiche feroci: “Non sa fare niente, è imposta e raccomandata da Montezemolo”. Una balla assoluta. Luca in tv non conosceva nessuno. Tanta gente ha parlato e sparlato di me senza conoscermi. Si descriva lei allora. Esco poco, amo i miei segreti, sono discreta, non pettegola e forse sono anche un po’ noiosa. Malcom Pagani, il Fatto Quotidiano 11/10/2015